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comunicato stampa

Lac: 'Come togliere i cinghiali dal Parco Regionale del Conero?'

4' di lettura

cinghiale

In questi giorni di campagna elettorale i politici in lizza fanno a gara tra loro a chi la spara più grossa in fatto di promesse agli elettori per ingraziarsi il loro voto. Peccato però che queste promesse, come sappiamo bene sulla nostra pelle, verranno poi puntualmente disattese…

Ma anche nel nostro ambito regionale ci sono politici che, forse per guadagnarsi qualche scampolo di visibilità mediatica, o per emulare i loro referenti nazionali più famosi, si lasciano andare a loro volta a delle proposte “choc”. E’ il caso del consigliere regionale del PD Gianluca Busilacchi, il quale, dopo l’ennesimo incidente stradale avvenuto nell’area del monte Conero per colpa di un cinghiale, ha proposto l’eliminazione totale di questi animali dall’area protetta. Ricordiamo al consigliere Busilacchi che l’idea di eliminare completamente i cinghiali dal Conero è vecchia ormai di qualche decennio e non si tratta quindi di una proposta innovativa, né tantomeno risolutiva, visto che in tanti ne hanno parlato, ma poi nessuno, soprattutto i politici che ne avrebbero l’obbligo e le possibilità, l’ha mai messa in pratica. Il motivo è semplice: a qualcuno fa comodo che i cinghiali prosperino e si riproducano nel Parco del Conero! A chi? Non certo agli ambientalisti e animalisti, visto che il cinghiale è una specie alloctona ed ibridata e introdotta sul territorio italiano e marchigiano esclusivamente per scopi venatori.

Neppure agli agricoltori o agli automobilisti, visti i danni che questi animali procurano alle colture o gli incidenti stradali che causano involontariamente attraversando di notte le strade. Resta quindi una sola categoria a cui i cinghiali nel Conero vanno benissimo: i cacciatori! Sono loro infatti, come detto, che hanno introdotto in Italia la specie dell’est Europa, molto più grossa e prolifica di quella nostrana e l’hanno fatta incrociare con i maiali, creando degli ibridi di tutti i colori, ed estremamente riproduttivi. Il risultato è che in pochi decenni questi animali hanno colonizzato tutto il territorio, comprese naturalmente le aree protette come il Parco del Conero, dove trovano maggiore tranquillità e rifugio. E se non ci sono arrivati con le loro zampe, “qualcuno” nottetempo ce li ha introdotti e ce li rilascia anche adesso, approfittando della “complicità” di chi dovrebbe vigilare e non lo fa. Questo perché, dopo l’istituzione delle aree protette come il Conero, dove la caccia è vietata, bisognava trovare un modo per “risarcire” i cacciatori locali che non potevano più esercitare il loro passatempo preferito sul promontorio. E quale soluzione migliore, se non quella di utilizzare i cinghiali come una sorta di “cavallo di Troia”, per avere poi il pretesto di cacciare, sia pure in forma selettiva e regolamentata, dentro un’inviolabile area protetta? Al consigliere Busilacchi chiediamo se si è mai domandato come mai, malgrado da molti anni venga effettuata nel Conero la caccia di selezione ai cinghiali, utilizzando anche cacciatori locali, gli animali non diminuiscono, ed anzi aumentano anno dopo anno? Si è mai chiesto Busilacchi a chi vanno i proventi ricavati dai cinghiali uccisi e venduti a ristoranti specializzati in cacciagione?

Ecco, quando si sarà posto queste domande e dato le logiche risposte, allora forse eviterà di lanciare proposte populistiche e che non hanno alcuna possibilità di risolvere il problema! Noi invece proponiamo da anni soluzioni che vanno alla radice del problema: innanzitutto togliere la gestione dei cinghiali ai cacciatori su tutto il territorio nazionale. Poi, per quanto riguarda il Parco del Conero, utilizzare chiusini e recinti per catturare i cinghiali e darli poi agli agricoltori che hanno subìto danni alle loro colture o venderli ai ristoratori e con il ricavato risarcire coloro che hanno avuto incidenti a causa di essi. Allo stesso tempo rafforzare la vigilanza lungo i confini dell’area protetta, per evitare che si immettano illegalmente nuovi esemplari nel Parco.

Solo in questo modo, crediamo, si potrà venire a capo del problema dei cinghiali, ed allo stesso tempo risarcire coloro che hanno subìto danni. Ma la politica avrà la volontà e l’autorevolezza di fare questo? Allo stato attuale pensiamo proprio di no, visto il grado di totale asservimento che questa “classe” politica ha nei confronti della lobby venatoria, a tutti i livelli ed in ogni schieramento partitico! Per quanto riguarda infine l’accenno alla presenza del lupo nel Conero, essa dovrebbe essere dimostrata, ma se anche lo fosse, non sarebbe certamente per merito “umano”, ma si spiegherebbe proprio con la presenza nella zona del cinghiale, visto che il lupo è il naturale predatore di questo animale e l’unica specie in grado realmente di contenerne il numero nei limiti dell’equilibrio biologico!



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Questo è un comunicato stampa pubblicato il 09-02-2013 alle 00:26 sul giornale del 09 febbraio 2013 - 2571 letture