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E’ partito…“In Rime Spartite”.

5' di lettura Ancona 24/05/2013 - Si è tenuta venerdì 24 maggio, ad Ancona, presso i locali di Vallebio, la tappa d'esordio di un inedito spettacolo teatrale che prevede lo sposalizio di poesia e musica in modo da renderle un'unica esperienza, un unico corpo.

Stiamo parlando di 'In rime spartite', un'iniziativa culturale creata e messa in atto da Luigi Ramini, presentatore e voce recitante, e Dario Deva, pianista e curatore della parte musicale: per l'occasione, abbiamo chiesto a entrambi gli autori di introdurci al loro originale progetto e di raccontarci qualcosa in merito.

Come si svolge il vostro spettacolo?

Dario. È essenzialmente diviso in due parti: nella prima cerchiamo di rendere esplicito lo stretto legame fra poesia e musica, e come entrambe siano pari nel rappresentare ed esprimere le infinite sfumature dell'animo umano. Nella seconda si percorrono due secoli di storia italiana attraverso la vita e le opere di poeti e compositori, scelti con criteri precisi, che in questa hanno lasciato il segno. Il nostro vuole essere un contributo alla diffusione dell'espressione artistica e della bellezza che ne consegue, nonché uno stimolo in più per riavvicinarsi a una cultura associata in modo indelebile con la nostra storia e con quella del nostro Paese: per questo, dopo le prime tappe nell'anconetano, continueremo a proporre il nostro spettacolo ai comuni della nostra regione e oltre, ai circoli culturali, e così via. Intanto, ringraziamo vivamente Vallebio per l'amorevole disponibilità e per l'accoglienza verso noi e l'iniziativa che abbiamo ideato.

In altri spettacoli, la musica ha accompagnato la lettura di poesie. Nel vostro i due momenti sono separati. La performance del musicista sembra orientata a rileggere l’opera poetica con il linguaggio delle note, quasi a voler trasmettere sensazioni analoghe a quelle suscitate dalla poesia.

Dario. "Sì, è esattamente così: cambia il canale d'espressione, ma quello che mi piace chiamare il materiale vivo che ci passa attraverso, e cioè le impressioni, gli stimoli creativi e le sensazioni che percorrono la persona, sono gli stessi: in quello che suonerò cercherò di rispecchiare al meglio ciò che Luigi leggerà."

Siamo di fronte ad un inedito esperimento che definirei di musica poetica…

Luigi. "Siamo di fronte ad un esperimento di musica poetica così come di poesia musicale, in quanto le parti musicali e poetiche sono così amalgamate, miscelate e ben legate da apparire come un continuum, ed è appunto questo lo scopo del nostro progetto. Il termine "inedito", poi, è corretto soprattutto se lo riferiamo alla cura con cui abbiamo analizzato l'iter storico dei vari esponenti della poesia e della musica italiana, così come i collegamenti stimolanti e a volte singolari che abbiamo individuato."

In fondo le parole sono combinazioni ordinate di suoni, proprio come la musica. Possiamo dire che il verbum passa dalla mente per arrivare alle corde del cuore, mentre la musica vi arriva direttamente, grazie ad un’essenza più diretta ed immediata?

Luigi. "Beh, io direi che le parole e la musica siano due facce della stessa medaglia, o meglio due diverse lingue: se volessimo portare il ragionamento al paradosso, per gioco potremmo paragonare le sette note musicali e le cinque alterazioni alle lettere di un ipotetico alfabeto: come accade in ogni lingua di tipo verbale, solo usando le lettere in un dato modo e rispettando comunque precise regole si possono comporre delle parole, tramite le quali si potranno poi comporre delle frasi, che possono persino arrivare alle corde del cuore. Idem con la musica: solo dopo un durissimo lavoro si riusciranno a utilizzare le note musicali in modo tale da comporre, o comunque suonare, frasi musicali che possono influenzare enormemente l'animo umano."

La seconda parte del vostro spettacolo è un viaggio nella poetica e nella musica italiana dal ‘700 ai primi del ‘900. Come mai avete scelto questo periodo e chi sono gli artisti prescelti?

Dario. "Il nostro percorso ha inizio nel 1698, l'anno di nascita del pianoforte, strumento che fu proprio inventato da un italiano. Da lì ci spingeremo fino al periodo in cui iniziò a manifestarsi una forte rottura dei compositori nei confronti della tradizione musicale, cioè gli anni '20 e '30 del Novecento. Nel nostro viaggio incontreremo Metastasio, Rolli, Vincenzo Monti, Foscolo, Prati, Gozzano e Dino Campana, letterati che, attraverso dei collegamenti ben precisi, saranno associati ad altrettanti compositori, rispettivamente Clementi, Domenico Scarlatti, Cherubini, Bellini, Verdi, Puccini e Busoni. Il quadro viene poi completato da un po' di sorpresine e fuoriprogramma."

La vostra idea, molto originale e impegnativa, rappresenta un nobile e audace tentativo di riportare la bellezza dell’espressione artistica all’attenzione della gente, troppo spesso distratta da rumori metropolitani, ora estesi fino alla provincia, e da pensieri ripetitivi e ipnotici, stile rap. Per il vostro coraggio meritate attenzione e tanto successo.

Luigi "Grazie di cuore, puntiamo molto su questo progetto. Abbiamo deciso di realizzarlo perché siamo convinti che, seppure la maggior parte delle persone sia - bella espressione - distratta da rumori metropolitani, quella stessa gente sappia apprezzare anche spettacoli di qualità, o comunque si lasci influenzare da essi. Qualità che, però, sa anche far divertire: infatti, per spezzare il ritmo e rendere In rime spartite adatto a un pubblico più numeroso, abbiamo integrato lo spettacolo con delle trovate teatrali tutte da ridere!"

Grazie e tanti auguri, ragazzi.






Questo è un articolo pubblicato il 24-05-2013 alle 18:30 sul giornale del 25 maggio 2013 - 2107 letture

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