69° anniversario della Liberazione: Ancona festeggia la ricorrenza

Ancona si appresta a celebrare il 69°anniversario della Liberazione, che cade giovedì 18 luglio.
Per l’Ambasciata di Polonia saranno presenti la Signora Jadwiga Pietrasik, capo dell’ufficio consolare e consigliere d’ambasciata della Repubblica di Polonia in Roma, e il colonnello Andrzej Sarna, addetto alla Difesa dell’Ambasciata della Repubblica di Polonia in Roma, oltre alle locali autorità civili e militari. Il programma delle celebrazioni prevede:
la deposizione di corone a Porta Santo Stefano alle ore 10,00 e quindi al Monumento della Resistenza, al Pincio, alle ore 10.30. Per consentire a chi lo desidera di raggiungere entrambi i luoghi, sarà attivo un servizio di bus navetta con partenza dall’ingresso del Municipio alle ore 10,00. Alle diverse manifestazioni saranno presenti il sindaco, il presidente del consiglio comunale e altre Autorità.
Cenni storici:
Il 18 luglio 1944 i soldati del II Corpo d’Armata polacco, al comando del generale W.Anders, entrarono ad Ancona. La città venne liberata dopo una battaglia esemplare, condotta in due fasi, in virtù della quale Ancona e le Marche possono essere considerate come uno dei primi luoghi in cui le ricostituite Forze armate italiane, i partigiani, le istituzioni locali collaborarono con gli alleati per compiere quella necessaria opera di ricostruzione morale che porterà alla rinascita dell’Italia. I soldati polacchi avevano il compito di conquistare il porto di Ancona, il cui possesso era ritenuto indispensabile per rifornire le truppe alleate impegnate nell’offensiva contro i tedeschi che seguiva allo sfondamento della Linea Gustav e all’entrata degli americani a Roma. L’operazione venne condotta a termine con una manovra avvolgente che si sviluppò nell’entroterra di Ancona, partendo da Osimo e procedendo in direzione di Polverigi, Agugliano, Falconara e la foce del fiume Esino. Al tempo stesso venne impostata una manovra diversiva sulla fascia costiera a sud di Ancona, volta a mascherare l’attacco principale e a spingere i tedeschi verso nord. Lo scopo finale era quello di chiudere i tedeschi in una sacca, delimitata a sinistra dalle forze polacche e a destra dal mare.
Nella battaglia di Ancona il II Corpo polacco mostra tutta l’efficienza raggiunta in anni di addestramento. Ma c’è nei soldati polacchi anche una grande forza morale. Essi avevano vissuto, nel settembre del 1939, il dramma della duplice invasione della Polonia da parte della Germania nazista e poi dell’Unione Sovietica. Molti di loro erano stati rinchiusi nei campi di lavoro forzato sovietici e avevano subito privazioni di ogni genere. Un solo ideale unisce questi uomini: combattere i tedeschi sia per liberare l’Italia sia per potere ritornare in una Polonia libera, indipendente e ricostituita nei suoi confini. La battaglia di Ancona è dunque una battaglia anche per la Polonia, volta a far conoscere la questione polacca e la condizione del II Corpo di armata in esilio. Ma le aspettative dei polacchi saranno frustrate proprio dagli alleati britannici e americani che, privilegiando l’alleanza con i sovietici, permetteranno a Stalin di incorporare nell’Unione Sovietica quelle regioni orientali della Polonia che erano state occupate nel 1939 d’accordo con Hitler. Si può tuttavia affermare con fondamento che il sacrificio dei soldati polacchi ad Ancona – come a Cassino nel maggio 1944 e a Bologna nell’aprile 1945 -e la dignità con cui hanno in seguito affrontato l’esilio costituiscono le premesse di quella lunga lotta che nel 1989 ha portato la Polonia a diventare un Paese libero.
Nella battaglia di Ancona i polacchi non sono soli. Al loro fianco combattono gli italiani. Il Corpo italiano di liberazione, comandato dal gen. U. Utili, nella prima fase della battaglia ha il compito di prendere Filottrano e quindi, nella fase decisiva, di proteggere il fianco sinistro dei polacchi e di conquistare Rustico e Santa Maria Nuova. Il CIL, pur disponendo di mezzi inadeguati, si comporta con valore e mostra che il nuovo esercito italiano sta superando il trauma dell’otto settembre. Gli italiani fanno inoltre parte delle stesse forze armate polacche. La 111a Compagnia Difesa Ponti è appunto formata da volontari italiani, inquadrati da ufficiali polacchi e impiegati come commando. Con i Lancieri dei Carpazi sono tra i primi, il 18 luglio 1944, ad entrare ad Ancona. Con i polacchi collabora poi la “Banda Patrioti della Maiella”, formata da partigiani abruzzesi e comandata da E. Troilo. I partigiani di Ancona daranno un contributo rilevante alla vittoria finale combattendo duramente, evitando la distruzione di ponti e strade minate dai tedeschi, fornendo ai polacchi preziose informazioni sul dislocamento dei tedeschi e sulle strade da percorrere.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 16-07-2013 alle 14:58 sul giornale del 17 luglio 2013 - 1459 letture
SHORT LINK:
https://vivere.me/Pvi