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Waterfront-Porto Storico, l'ex assessore Franzoni replica al Consigliere D’Angelo

Diego Franzoni 2' di lettura Ancona 17/09/2013 - Prendo spunto dall’intervento del consigliere comunale Italo D’Angelo che parlando del Waterfront mi cita nel ruolo di assessore per precisare che: alla fine del 2011 con gli uffici competenti avevamo studiato la possibilità di costituire una società ad hoc sul tipo della Traiano srl (bloccata nel 2008) che gestisce le gare per l’affidamento della progettazione del Waterfront e la realizzazione successiva.

Era pronta una mozione di indirizzo, un possibile atto costitutivo tra enti (Comune, Autorità Portuale, Camera di Commercio, Regione, Provincia) ed anche un finanziatore potenziale, ma nel marzo 2012 il Sindaco Gramillano decise di tenere in giunta solo assessori capaci, e dopo la mia uscita tutto rimase fermo. Ora si può ripartire da lì, non da zero. Per quanto riguarda il resto, detto da D’Angelo, confermo che la commissione consiliare porto nell’ottobre 2011 apprezzò lo studio di prefattibilità presentato che prevedeva di utilizzare le banchine per attracchi di barche a vela e yacht di turisti, la ristrutturazione del piano terra dell’edificio “lanterna” e la creazione di una delegazione del porto turistico, vicino agli archi Clementino, Traiano e al corridore e che era stato anche condiviso con i dirigenti dell’Autorità Portuale. I verbali della commissione possono essere letti.

Le varianti per l’area ex Bunge D’Angelo e per l’area ex fiera furono chieste dall’Autorità Portuale in altri incontri, non in quella sede. Sulla variante ex Bunge c’è un protocollo d’intesa tra Comune, Autorità Portuale, Regione e Provincia con il quale si condividevano gli obiettivi e gli indirizzi, e gli uffici urbanistici iniziarono a elaborare la variante nel 2012. D’Angelo può interrogare l’assessore all’urbanistica per conoscere lo stato di avanzamento della pratica di variante. Per quanto riguarda l’area ex fiera, fino al termine del mio mandato le cose stavano così: l’amministrazione comunale non fu d’accordo nel fare la variante non ritenendola necessaria.

L’Autorità Portuale avrebbe potuto demolire il capannone ex fiera, e attrezzare un parcheggio sul retro, nella cui area il Piano Particolareggiato del Porto prevede parcheggi. Il resto dell’area demolita sarebbe stata lasciata a raso, in attesa della predisposizione di un progetto unitario riguardante tutta la zona del mandracchio. Penso che oggi si debba guardare avanti con l’obiettivo di avere un’area portuale dedicata alle attività commerciali nella nuova darsena e l’area del porto storico sviluppata in senso culturale, turistico, sociale senza recinzioni. Ci sono piani, progetti, studi che permettono di non partire da zero, e lavorando da subito con determinazione si potrà realizzare questo in tempi ragionevoli.

Diego Franzoni Assessore al Porto dal novembre 2009 al marzo 2012.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 17-09-2013 alle 15:24 sul giornale del 18 settembre 2013 - 1174 letture

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