contatore accessi free

Anche la Casa delle Culture sostiene l'occupazione dell'ex scuola Regina Margherita

casa delle culture 3' di lettura Ancona 29/12/2013 - Di fronte al grave disagio in cui versano sempre più cittadini, ormai privati persino dei beni di prima necessità, come l’abitazione, e constatando l’impossibilità materiale, da parte dell’amministrazione pubblica, nonostante gli sforzi e i buoni propositi, di far fronte all’emergenza, l’associazione Casa delle Culture esprime il proprio sostegno all’«azione popolare» che domenica scorsa, 22 dicembre 2013, ha portato all’occupazione dell’ex scuola Regina Margherita.

Come previsto da un istituto che risale al diritto romano (actio popularis) e la cui valenza attuale è stata indagata dall’autorevole studioso Salvatore Settis nel volume Azione popolare. Cittadini per il bene comune (Einaudi, Torino 2012), i cittadini che hanno compiuto questa “azione popolare”, questo atto di disobbedienza civile, hanno infatti reagito all’inerzia della pubblica amministrazione, sostituendosi alla legale rappresentanza dell’Ente pubblico per far valere, nei confronti di un terzo (i cittadini senza casa), il diritto all’abitazione. In altre parole, in assenza di provvedimenti adeguati da parte dell’amministrazione, depauperata di risorse, l’azione, formalmente illegale, di occupare un bene comune, come la ex scuola Regina Margherita, a scopi abitativi, risponde a un diritto fondamentale dei cittadini sovrani (Cost., art. 1), che hanno così supplito alla mancanza dell’Ente atto a rappresentarli.

Rispetto alle polemiche e alle accuse di strumentalizzazione della vicenda, emerse all’indomani dell’occupazione, Casa delle Culture invita la Cittadinanza a documentarsi e, soprattutto, a recarsi nell’ex scuola, per farsi una personale idea di come stiano realmente le cose. Chi visiterà la struttura, come hanno fatto diversi attivisti che militano nelle associazioni socie di Casa delle Culture, si troverà di fronte a una sessantina di persone, provenienti da almeno quattro continenti diversi, che collaborano alla complessa co-gestione di una struttura che per il momento li ha sottratti al freddo della strada (molti – donne incluse – dormivano alla stazione, tra i binari).

Tra gli "ospiti" della struttura ci sono migranti con regolare permesso (compresi rifugiati e richiedenti asilo) e Anconetani, fra cui una signora anziana che è stata sfrattata. Il numero di Anconetani, del resto, che si avvarrà della struttura come ricovero temporaneo, pare sia destinato ad aumentare. Segno che il problema riguarda tutti i cittadini del capoluogo, in prima persona. A testimoniare, infine, il carattere tutt’altro che retrogrado e provinciale di questa esperienza, segnaliamo il messaggio inviato via Twitter ai loro quasi 35,000 follower dal collettivo di scrittori Wu Ming, domenica scorsa, poche ore dopo l’occupazione: «"Da oggi #Ancona si sveglia più ricca, solidale e antirazzista". Occupata l'ex scuola Regina Margherita.»

Insomma, l’occupazione dell’ex scuola Regina Margherita pone Ancona in un contesto nazionale in cui torna a farsi largo, dal piccolo Comune alla metropoli, la pratica della riappropriazione spontanea, da parte di gruppi di cittadini auto-organizzati, dei beni comuni abbandonati, per la soddisfazione di bisogni primari non più garantiti né sufficientemente tutelati dallo Stato. Così come la Coop, i Salesiani e altri, Casa delle Culture metterà in campo iniziative di solidarietà per sostenere concretamente questa esperienza di riuso partecipato di un bene comune. L’invito a fare altrettanto è esteso a tutta la Cittadinanza.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 29-12-2013 alle 01:47 sul giornale del 30 dicembre 2013 - 3095 letture

In questo articolo si parla di cultura, attualità, ancona, logo, casa delle culture

Licenza Creative Commons L'indirizzo breve https://vivere.me/Wyu