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'Giù le mani dal faro vecchio' di Ancona. A dirlo Legambiente

2' di lettura Ancona 05/02/2014 - La proposta di legge 303 è approdata ieri nell’aula del Consiglio Regionale e il Faro Vecchio di Ancona ha rischiato ancora una volta di veder sfumare i tanto sospirati lavori di restauro per consentirne la riapertura al pubblico.

Il monumento, che ha costituito un vero e proprio trampolino di lancio per ciò che oggi è il Parco del Cardeto, chiuse al pubblico ormai un decennio fa per generici problemi di stabilità, dopo quasi quattro anni di felice gestione delle visite guidate da parte dei volontari di Legambiente Marche e del Pungitopo. Dopo un decennio di corrispondenze interrotte e riprese tra Comune e Agenzia del Demanio, dopo l’ipotesi di intervenire con fondi ricavati dai proventi del gioco del lotto, qualche mese fa l’occasione di riaprire finalmente al pubblico il Faro si è prospettata concretamente con l’adesione della Regione Marche al progetto HAZADR, mirato ad un monitoraggio dell’inquinamento del mare Adriatico.

Il Faro Vecchio, secondo il progetto, dovrebbe ospitare l’apparato tecnico necessario a questo monitoraggio. Si restaurerebbe quindi la torre e si ricostruirebbe la lanterna sommitale, asportata dopo la dismissione, che ospiterebbe l’apparato senza snaturare l’immagine storica del monumento. Un’occasione di riutilizzare in modo paesaggisticamente compatibile il Vecchio Faro e soprattutto un’occasione per poterlo rendere di nuovo fruibile ai cittadini che, nei quasi quattro anni di apertura al pubblico, lo visitarono a migliaia, provenienti da Ancona, dalle Marche e dalle nutrite file di turisti che ogni giorno d’estate popolano annoiati il porto in attesa dell’imbarco. Tutto questo ha rischiato di sfumare. L’esame in II Commissione, pochi giorni fa, ha licenziato il testo della proposta di legge, con la raccomandazione di defalcare lo stanziamento di 40.000 euro previsti per il restauro del Faro.


L’Assemblea ieri - apprendiamo oggi con cauto ottimismo - ha deciso però di rinviare la discussione della proposta di legge in quanto alcuni consiglieri si sarebbero opposti a questa variazione peggiorativa del testo.

“Grazie a questo slittamento, la classe politica regionale avrà l’occasione di dimostrare di credere nella tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale” è l’auspicio espresso da Paolo Mariani, presidente del Pungitopo. “Sarebbe paradossale infatti se il ripristino di un monumento simbolo del capoluogo di Regione non fosse preso in considerazione neanche quando il suo recupero risulti evidentemente utile anche alla realizzazione di un importante progetto finanziato con cospicue risorse europee”. Avanti quindi col recupero del Faro Vecchio e col progetto HAZADR, senza ripensamenti e senza quei sotterfugi che ci darebbero un’ennesima e non auspicabile prova di una visione culturale molto limitata della nostra classe politica.

Circolo Naturalistico Il Pungitopo ONLUS


da Il Pungitopo
Circolo di Legambiente




Questo è un comunicato stampa pubblicato il 05-02-2014 alle 17:13 sul giornale del 06 febbraio 2014 - 1159 letture

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