Polemiche slittamento Consiglio comunale su Portonovo. Interviene il presidente Milani

Di seguito agli articoli apparsi oggi sui quotidiani locali in ordine allo slittamento della trattazione dell’argomento “Portonovo” dal Consiglio comunale del 31 luglio a quello del 4 settembre, mi corre l’obbligo fornire alcuni chiarimenti per una complessiva e chiara visione. Prima di addentrarmi nello specifico, però, sono necessarie alcune premesse.
Con una prescrizione garantista il legislatore obbliga il Presidente del Consiglio comunale a riunire la civica assise in un termine non superiore a venti giorni se c’è una richiesta formulata da almeno un quinto dei consiglieri o dal sindaco inserendo all'ordine del giorno le questioni sollecitate, senza, tuttavia, preoccuparsi, almeno esplicitamente, dell’ordine di trattazione delle stesse. Identico principio di garanzia è prescritto e fatto proprio dal Regolamento del Consiglio comunale all’art. 28, commi 1 e 2. Lo stesso Regolamento, inoltre, offre un’opportunità in più, già adoperata in precedenti occasioni, quando l’art. 30 al comma 2 consente, sempre ad un quinto dei Consiglieri o al Sindaco, di convocare il Consiglio comunale entro venti giorni dalla richiesta, ovvero, a differenza dell’art. 28, di consegnare ai Consiglieri entro venti giorni la convocazione di un Consiglio comunale previsto per una data successiva, congrua e idonea allo scopo, modalità utile, soprattutto, qualora ai fini organizzativi ciò sia opportuno. Nello specifico, il 23 giugno scorso mi è pervenuta la richiesta sottoscritta da un quinto dei Consiglieri di fissare una data per un Consiglio comunale che trattasse il tema “Portonovo” ed al fine di evadere la stessa ho sollecitato i richiedenti a precisare e meglio puntualizzarla in ragione di una formulazione generica e non completa ed utile agli adempimenti.
In risposta il 7 luglio scorso ricevevo formali e puntuali precisazioni dal Consigliere D’Angelo, primo firmatario, per l’esecuzione della richiesta ai sensi dell’art. 28, quindi riunione del Consiglio comunale nel termine di venti giorni (27 luglio), invocante i commi 3 e 4 con tanto di relazione allegata così come prescritto dai predetti commi. Gli stessi prescrivono esplicitamente che per gli argomenti richiesti (“Portonovo”), ... il Consiglio comunale dovrà effettuare soltanto un esame ed un dibattito generale, senza adottare deliberazioni o risoluzioni, ... E per il giorno 11 luglio fissavo una Conferenza dei Capigruppo prevedendo all’odg la trattazione dell’organizzazione del Consiglio comunale “Portonovo”, Conferenza alla quale il Consigliere D’Angelo non partecipava, rinviando perciò ogni ipoteca programmazione. Riuscivo però a concordare telefonicamente con il Consigliere D’Angelo la data del già programmato Consiglio comunale per il 31 luglio in considerazione che qualche giorno di differenza dal termine fissato dalla legge (27 luglio) non avrebbe comportato alcun cambiamento all’obiettivo mentre dal punto di vista delle risorse economiche la comunità ne avrebbe tratto vantaggio (ogni adunanza del Consiglio comunale ha dei costi). Di seguito ricevevo, informalmente, forse amichevolmente, a latere, inviti a prendere in considerazione anche “invitati” ad hoc a partecipare al dibattito. Ora, mi corre rammentare che le adunanze del Consiglio comunale, così come quelle di tutti gli Enti Locali per non parlare poi della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, per legge sono pubbliche ed alle stesse è consentito l’accesso del pubblico per l’assistenza ai lavori, ad eccezione di quelle segrete previste dalla legge stessa. Nel caso di particolari condizioni o rilevanti motivi d'interesse della comunità lo fanno ritenere necessario, il Presidente del Consiglio comunale di Ancona può convocare un'adunanza "aperta" del Consiglio comunale di carattere straordinario potendo invitare alle stesse una vasta platea di attori interessati al tema da discutere consentendo loro interventi, senza però che il Consiglio comunale possa adottate deliberazioni.
Pur emergendo in tal caso la non obbligatorietà di tale forma di adunanza, il sottoscritto ha già dimostrato la sensibilità a tale cura, vedi Consigli comunali “Pergolesi” e “Sanità” entrambi sollecitati dalla opposizione. Senza però entrare nel merito della considerazione della straordinarietà dei predetti, son dell’avviso che nell’ambito della civica assise gli eletti abbiano tutti gli strumenti per ricorrere alla trattazione di argomenti o temi rilevanti nelle modalità previste dalla legge, senza trasformare la sede del dibattito politico fra l’elettorato passivo.
Non si tratta di vizi di forma, figuriamoci, ma di mettere nelle condizioni il Presidente di operare con trasparenza nei confronti di tutti i Consiglieri e senza incertezze e l’argomento “Portonovo”, a mio avviso, poteva comunque essere trattato nella prossima seduta del 31 luglio, al fine di stimolare tutti quegli aspetti che la nostra magnifica baia richiede; gli elementi c’erano tutti, perché alla fine quello che conta agli interessati e che la massima assise se ne faccia carico come giusto che sia. A me preme soprattutto un Consiglio comunale “non strumentalizzato”, seriamente libero di ottimizzare il rapporto con i cittadini, in un clima lavorativo ove primeggi il dialogo, la serenità e la certezza, pur nelle diverse opinioni, con una classe politica che sappia, voglia e possa guadagnarsi la credibilità ogni giorno, noi che viviamo ormai tutti i giorni nella trincea dei nostri uffici divenuti “pubblici sfogatoi”, atteso che il cittadino è “testa pensante” e non schiavo al servizio del politico di turno! (senza alcun riferimento). La trasparenza e la chiarezza continuerò o sbandierarla così come a pretenderla.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 25-07-2014 alle 16:35 sul giornale del 26 luglio 2014 - 1693 letture
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