contatore accessi free

Da una indagine CNA e Confartigianato l'allarme: "Tasse locali aumentate del 70%"

5' di lettura Ancona 19/09/2014 - Confartigianato e Cna della provincia di Ancona, dopo i continui confronti svolti con i Sindaci per contenere la tassazione locale, hanno deciso di svolgere una attenta analisi dei bilanci comunali della provincia di Ancona per verificare il livello di tassazione esistente nei nostri territori, l’utilizzo delle risorse e le azioni di razionalizzazione della spesa pubblica che potranno essere attuate.

Abbiamo accertato che la tassazione locale è esplosa nel periodo 2008 – 2013 con una crescita di oltre il 70%, che la tassazione nazionale, nonostante le “chiacchiere” continua a crescere tanto che oggi l’imposizione complessiva è giunta al 68,5%. Una percentuale inaudita ed insostenibile, che affossa il sistema produttivo . Si è verificato un federalismo alla rovescia con tasse che aumentano sia a livello nazionale ed in maniera esagerata sul territorio locale.

In questo contesto i comuni devono razionalizzare e riorganizzare la struttura abbattendo i costi, utilizzando le poche risorse che ci sono per investimenti a favore del territorio e delle imprese locali. Confartigianato e Cna, hanno affermato i presidenti Valdimiro Belvederesi e Marco Tiranti ed i segretari Giorgio Cataldi e Massimiliano Santini, dopo questa analisi che vede un aumento di oltre il 70% della tassazione locale chiede ai Comuni di sostenere le piccole imprese ed il lavoro per le piccole imprese che ancora impiegano oltre 35.000 addetti.

In particolare Cna e Confartigianato evidenziano che dall’analisi delle entrate dei Comuni degli anni 2008/2013 dagli accertamenti per le entrate, agli impegni per le uscite emerge una tendenza decrescente delle entrate (-6% circa in quattro anni) che però è la risultante del calo del PIL nella Regione (-6,8%). Molto differenziate risultano le diverse componenti: - forte crescita delle entrate tributarie (dal 30,5% del 2008 al 54,1% 2012), - vero e proprio tracollo delle entrate da contributi e trasferimenti correnti (dal 22,9% all’8,3%), - netto ridimensionamento delle entrate “derivanti da alienazione, trasferimenti di capitale e da riscossioni di crediti” (dal 15,2% al 7,5%).

Il dato della diminuzione di quest’ultima voce è ovvio, per la minore disponibilità economica di famiglie e imprese, oltre alla difficoltà dei Comuni di vendere propri asset patrimoniali e di incassare crediti. Alla diminuzione delle entrate tra 2009 e 2012 corrisponde la diminuzione delle spese (-3,1%). Ma la variazione delle componenti di spesa è assai più marcata di quella complessiva e indica anch’essa come si siano prodotti fortissimi cambiamenti in queste voci dei bilanci comunali della provincia: mentre cresce ancora la voce principale (+5,6%), quella delle spese correnti (necessarie per la gestione dei servizi, la manutenzione di immobili e infrastrutture e per il funzionamento dell’ente), si impennano le spese per rimborso prestiti (+67,3%) e invece crollano (-47,8%) quelle in conto capitale (per investimenti come la costruzione di strade, scuole, infrastrutture, etc) e si riducono quelle per servizi per conto di terzi. Di fatto, secondo Cna e Confartigianato, per mantenere in piedi i bilanci e inalterate le spese correnti, i Comuni della provincia hanno calato pesantemente gli investimenti, con effetti che sono sotto gli occhi di tutti. L’indagine ha consentito di porre a confronto i bilanci di tutti i Comuni della provincia di Ancona per il periodo dal 2008 al 2012.

Il confronto tra i dati dei rendiconti per ogni Comune mette in luce alcune evidenze: i Comuni più grandi della provincia sono anche quelli dove è più alta la pressione tributaria: tali Comuni sono tutti ricompresi nei primi dodici per livello di entrate tributarie procapite; - nella dozzina citata di Comuni, compaiono anche realtà comunali di piccola entità ma molto dinamiche in termini economici: Numana, Sirolo, Senigallia, Genga sono Comuni particolarmente dotati sotto il profilo delle risorse turistiche; il resto dei Comuni mostra una grande variabilità (differenza) sotto la maggior parte degli indicatori che si possono trarre dai bilanci comunali, a indicare da un lato che le diversità dei bilanci sono espressione di dotazione di fattori e di caratteristiche di popolazione anche molto differenti, dall’altro che vi sono anche molte potenzialità di miglioramento sia in termini di efficienza nel raccogliere risorse necessarie al funzionamento degli Enti Locali, sia in termini di efficacia nelle attività di servizio e di investimento a favore delle comunità locali.


In sostanza le Associazioni Confartigianato e Cna chiedono ai Sindaci di:

• ridurre la tassazione locale con azioni di razionalizzazione della macchina burocratica, riduzione dei costi, delle consulenze e favorire gli accorpamenti per evitare gli sprechi che ancora esistono in tantissime situazioni, cedendo i beni non strettamente necessari all’azione amministrativa, uscendo da partecipazioni che a volte sono costose o in perenne perdita (Zipa, …..);

• fare gare per lavori e acquisti nel rispetto della normativa vigente facilitando la partecipazione delle PMI locali, frazionando là dove possibile gli appalti ed utilizzando l’invito diretto rotativo; • velocizzare gli interventi di manutenzione ed investimenti sulle scuole, strade, piazze, arredo urbano….. utilizzando anche le opportunità concesse dal DL “Sblocca Italia” che permette deroghe al patto di stabilità prevedendo appalti a misura di piccola impresa;

• velocizzare i pagamenti delle forniture e dei lavori eseguiti, evitando che gli imprenditori si trovino in condizioni di difficoltà e non possano far fronte ai loro impegni;

• Esternalizzare servizi che possono essere svolti dai privati, favorendo la competizione fra le imprese del territorio e riportando la macchina comunale alla propria missione originale Cna e Confartigianato hanno avviato da tempo un confronto anche con il Governo nazionale chiedendo un intervento di riduzione della tassazione sul reddito delle imprese e sul lavoro autonomo, utilizzando le risorse provenienti dalla spending review. Inoltre si è chiesto di intervenire sui seguenti punti: rivedere i criteri per l’attribuzione dei valori catastali degli immobili al fine di allinearli ai valori di mercato ed allo stesso tempo ridurre il peso dell’IMU sugli immobili strumentali di impresa quando utilizzati per l’attività produttiva, rendere pienamente deducibile l’IMU dal reddito di impresa e dall’IRAP, rendere obbligatorio per i comuni la previsione delle tariffe TARI commisurate alla quantità e qualità dei rifiuti effettivamente prodotti e conferiti in discarica.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 19-09-2014 alle 18:28 sul giornale del 20 settembre 2014 - 1493 letture

In questo articolo si parla di confartigianato, economia, cna

Licenza Creative Commons L'indirizzo breve https://vivere.me/9YR





logoEV
logoEV