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Affetti familiari nel calendario storico per il bicentenario dell’Arma. Presentato anche ad Ancona

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Amoroso, comandante provinciale dei Carabinieri di Ancona

L’Arma dei Carabinieri festeggia il suo bicentenario con il calendario storico annuale. Il Comandante provinciale di Ancona, Colonnello Antonio Concenzio Amoroso, lo ha presentato mercoledì mattina presso il Comando della Montagnola come un lavoro dedicato in particolare all’aspetto domestico, familiare e umano del carabiniere, piuttosto che a quello eroico delle azioni esterne.

Da qui la scelta di inserire in copertina il dipinto “Il Nastro Rosso” di Monica Aruta, vincitrice del I° Premio del Concorso Artistico Nazionale indetto dall’Arma, dal MIUR e dal MIBAC tra gli istituti superiori d’Italia in occasione della ricorrenza. L’opera mostra la Caserma “Bergia” di Torino, la prima casa dei Carabinieri, punto di riferimento che accoglie giovani militari e le loro famiglie. Amoroso sottolinea che qui “il Comandante diventa padre dei giovani che arrivano, è una guida spirituale e materiale che riporta calore domestico a chi lo ha necessariamente perso nel proprio percorso professionale”.

Il calendario si compone di una sequenza di toccanti immagini di vita quotidiana di Carabinieri di vario grado fotografati con mogli e figli, contestualizzate dalla presenza di lettere. L’almanacco racconta una serie di emozionanti vicende, come ad esempio la storia di Chiaffredo Bergia, che travestendosi da brigante debellò le più efferate bande criminali del Meridione postborbonico, ottenne numerosi riconoscimenti e da brigadiere raggiunse il grado di Capitano. O ancora la lettera alla moglie di Alfredo Amenduni, Comandante della Campagna Carabinieri nella battaglia di Adua del 1896, intrisa dalle lacrime versate per la perdita di amici, compagni e sottoposti, nella quale non fa distinzione tra italiani e abissini. Viene ricostruito anche l’episodio di Orazio Greco, che sabotò i reticolati austriaci sul Podgora alla vigilia della battaglia del luglio 1915 a costo della vita e che prima di morire scrisse alla madre di inviare anche i suoi fratelli a combattere per la Patria. Come spartiacque nella pagina centrale si situa una riflessione sul tema, profondamente cambiato nel corso del tempo, del matrimonio in caserma. All’inizio della storia dell’Arma infatti si sconsigliava il matrimonio a causa della difficile convivenza nelle stazioni, della maggiore facilità a contrarre debiti e dell’“esistenza precaria”.

Non manca un’esposizione sull’importanza dei Carabinieri nel Movimento di Liberazione durante la II° guerra mondiale, a cominciare da una pagina dedicata a Salvo d’Acquisto, dove si riproduce il suo foglio matricolare indicante come professione precedente “seminarista”. Si ricorda anche l’eccidio dei nazisti alle Fosse Ardeatine, in cui persero la vita il Maresciallo Pepicelli e i Tenenti Rodrigues-Pereira – appartenente al “Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri”, fondato nel 1943 - e Fontana.

L’ultimo episodio ha sapore nostrano: la morte di Alfredo Beni in una sparatoria a Porto San Giorgio nel 1977. Era nato a Fiuminata in una famiglia che annoverava 12 Carabinieri. La pagina a lui dedicata riporta uno stralcio del diario del fratello Giuseppe, scritto mentre scortava un convoglio nel Mediterraneo durante il II° conflitto mondiale. Il calendario si chiude con un elenco delle onorificenze ricevute dall’Arma dal 1814 ad oggi, affiancato dalla foto di un carabiniere con i suoi figli.

Il Comandante conclude l’incontro con un invito a partecipare il 5 dicembre alle 17,30 alla conferenza sul ruolo dell’Arma nella guerra di Liberazione delle Marche presieduta da Gilberto Piccinini, direttore del Dipartimento di Storia Patria per le Marche, presso il Museo della Resistenza all’interno del Palazzo Bianchi di Piazza del Municipio a Falconara.





Amoroso, comandante provinciale dei Carabinieri di Ancona

Questo è un articolo pubblicato il 03-12-2014 alle 18:04 sul giornale del 04 dicembre 2014 - 2081 letture