Aumentano nelle Marche i casi di minori fuori dalla famiglia e affidati a comunità. Ad Ancona sono 389

In aumento nelle Marche i casi di minori fuori dalla famiglia di origine e affidati alle comunità. Tutti i dati. Un progetto dell’ombdusman regionale e comune di Ancona per favorire l’affido familiare.
Il tema dell’allontanamento dei bambini e degli adolescenti dal proprio nucleo familiare e la questione delle misure di accoglienza affidamento familiare piuttosto che l’accoglienza nei servizi residenziali è sempre più di attualità, anche nelle Marche. Gli stessi dati diffusi stamane dall'Ombudsman Regionale, garante per i diritti dell’infanzia, lo confermano. Nelle Marche siamo passati da 844 casi nel 2005 ai 986 nel 2013. Il dato più alto si registra in provincia di Ancona con 389 casi nel 2013 seguita da Pesaro-Urbino (186), Macerata (185) Ascoli Piceno (131) e Fermo (95).
Purtroppo però nelle Marche a differenza di quanto avviene in sede nazionale è più marcata la propensione ad affidare i bambini a strutture piuttosto che a famiglie con la formula dell’affido temporaneo. Lo confermano anche i dati. Sul territorio regionale sui 986 casi del 2013, solo 398 hanno usufruito dell’affido contro i 565 affidati alle comunità. Va precisato comunque che il trend dal 2005 al 2013 si sta gradatamente modificando a favore dell'affido familiare. “In generale, nella nostra regione, registriamo un leggero aumento dell’affidamento dei minori fuori dalla famiglia – spiega il garante regionale, Italo Tanoni -. Questo incremento è dovuto sia alla situazione di collasso del nucleo familiare, sia alla diffusa crisi della società nella quale un ruolo rilevante è giocato anche dalla difficile situazione economica. L’elemento emblematico nelle Marche è il ricorso all’affido in comunità, maggiore rispetto a quello familiare.
Le motivazioni sono legate soprattutto alle difficoltà dei servizi sociali di monitorare e affrontare adeguatamente la situazione di criticità, anche per via della carenza di personale, già gravato da molto lavoro, negli enti deputati. Dobbiamo invertire questa linea di tendenza e collocare, nella ricostruzione dei rapporti con la famiglia di origine, la soluzione dei molti problemi legati all'affido.
Per affrontare questa situazione, l'Ombudsman Regionale ha proposto al Comune di Ancona la stipula di un protocollo di intesa diretto all’attuazione del progetto ”Con-vivere con la propria famiglia” che si pone l’obiettivo di riconoscere e rafforzare il diritto di ogni minore di crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia evitando, ove possibile, l'allontanamento. Questo progetto è volto a realizzare un percorso conoscitivo e metodologico per stimolare una riflessione, da parte degli operatori dei servizi tutela minori della Regione Marche, sulle proprie prassi operative, sul ruolo che deve essere riconosciuto alla famiglia d’origine dei minori, sulla valutazione degli allontanamenti e la sperimentazione di diversi approcci metodologici relativi alla presa in carico, delle situazioni a rischio.
In questo senso il Comune di Ancona ha da tempo avviato progetti e iniziative finalizzati al sostegno e al recupero delle funzioni genitoriali attivando politiche per supportare le famiglie in difficoltà, nel percorso di assunzione di responsabilità, migliorandone la collaborazione con i servizi, con l’obiettivo di prevenire o ridurre il rischio di allontanamento dei minori dalla loro famiglia o di agevolarne il rientro qualora siano già allontanati. Pertanto, all’interno del progetto “Con-vivere con la propria famiglia”, l’ufficio dell'Ombudsman Regionale ha siglato un protocollo di intesa con l’Amministrazione dorica e finanzierà un percorso formativo riservato agli operatori sociali che quotidianamente sono impegnati ad affrontare queste problematiche.
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In allegato pdf l'accordo tra Obundusman e Comune
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 03-12-2014 alle 19:31 sul giornale del 04 dicembre 2014 - 2317 letture
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