“Ancona rimette in moto la Cultura in modo condiviso"

L’assessore comunale alla Cultura Paolo Marasca spiega come la politica amministrativa volterà decisamente e strategicamente pagina. Finalmente al via la collaborazione con la Soprintendenza ai Beni Archeologici. A gennaio grande convegno su come rendere la Mole Vanvitelliana il primo motore del rilancio
Cultura, arte e turismo ad Ancona davvero e finalmente degni di un capoluogo regionale? Di un capoluogo reale, che addirittura diventi motore culturale ben oltre i suoi confini? Una possibilità di rilancio concreto, una scommessa dall’esito incerto, un sogno difficile da realizzare. Fate voi. Visto che – restando in tema - per chi conosce le straordinare potenzialità e il grande patrimonio per nulla o affatto sfruttati, i beni e i contenitori spesso in degrado della città dorica che l’anno scorso ha festeggiato in tono assai minore i suoi 24000 anni, guardando al troppo poco che le istituzioni hanno fatto negli ultimi anni, c’è quanto meno da restare guardinghi e coi piedi per terra. All’assessore comunale alla Cultura, Paolo Marasca, va il merito di averci messo la faccia e, per due ore, di aver relazionato bilanci, intenti e promesse a 360 gradi nella due ore di incontro-dibattito svoltosi mercoledì sera al Foyer del Teatro della Muse.
Marasca parte in quarta con un obiettivo primario, tra i tanti, che intende raggiungere nel giro di due anni: “Una nuova politica culturale che porti al più presto un editore a scegliere di pubblicare una guida su Ancona, o su Ancona e il suo territorio allargato, su Ancona e la Riviera Del Conero. Perché questa guida non ce l’abbiamo”. Già, il sogno di una città capace di aprirsi a quelle più ampie fasce di flussi turistici che arci- meriterebbe. “Perché valorizzare le potenzialità turistiche significherebbe creare economia, ottenere quella ricaduta sul comparto commerciale che è ancora insufficiente”, aggiunge lapalissianamente Marasca. Ancona città culturale e turistica anno zero, in un certo senso. E’ lo stesso Marasca ad ammettere “che l’anno e mezzo in cui ha lavorato nel pool della Giunta di Valeria Mancinelli è stato segnato da tentativi falliti nel cercare di cucire un fattivo rapporto collaborativo con le Soprintendenze, ma ora, con l’avvenuto insediamento di Luigi Malnati a capo di quella ai Beni Archeologici, si volta nettamente pagina”.
In che senso? “Ancona è una città strana nella sua virtuosa originalità, in quanto naturalmente votata, dal punto di vista urbanistico, a mostrarti la sua lunga storia con aree e siti che si sono sovrapposti, hanno convissuto gli uni accanto agli altri per millenni, dall’epoca della fondazione greca ad oggi. E la nuova politica in collaborazione con Malnati e il suo staff sarà quella di riuscire a raccontare a cittadini e turisti questa intrigante stratificazione”.
E si è già cominciato. Lì dove 2400 fa si era iniziato. Davanti al Museo Archeologico delle Marche a Palazzo Ferretti. Dov’era il Foro Romano, dove si è fatta pulizia, dove, salendo via via lungo la scarpata che porta a via Birarelli e all’Anfiteatro Romano, gli esperti della Soprintendenza hanno rinvenuto e stanno studiando segni e reperti nuovi, un pezzetto di strada in basolato di epoca ellenistica, resti di antichissimi cimiteri, di chiese e di edifici medievali. Marasca: “Abbiamo i Musei, ma fino ad ora all’aperto non abbiamo museizzato quasi nulla. Lo faremo. Supportando la Soprintendenza nelle opere di pulizia e manutenzione ordinaria dei siti importanti, ponendo nuove cartellonistiche e segnaletiche con indicazioni delle loro valenze, nell’ambito del progetto “Segni di città” della Regione Marche”.
Altra buona notizia, la volontà di acquisire dalla Soprintendenza il parcheggio di via Birarelli, da utilizzare per decongestionare la sosta auto al Guasco. E l’Anfiteatro Romano, sempre chiuso alle visite guidate? E il “progetto waterfront”, per valorizzare tutto l’itinerario architettonico e archeologico che al porto va dalla base della vecchia Lanterna settecentesca alla Mole Vanvitelliana, passando per gli Archi di Traiano e Clementino, le mura medievali, La Casa del capitano, gli scavi del porto traianeo, fino alla Mole Vanvitelliana? Marasca glissa. Ma assicura: “L’Amministrazione ci sta lavorando, in tandem con l’Autorità Portuale (AP). Non arriveremo in ritardo all’appuntamento della primavera 2017, quando l’Ap avra realizzato il nuovo polo crocieristico a centro metrio dall’Arco di Traiano”.
Quanto alla Mole Vanvitelliana, Marasca cita il grande poeta anconetano Franco Scataglini: “E per un frutto piace tutto l’orto”. Il magico pentagono vanvitelliano “sarà il cuore del motore culturale del capoluogo marchigiano”. Centrato l’obiettivo di avviare i lavori (9 milioni di euro) per ristrutturare l’ultima ala ancora non utilizzabile della Mole. A gennaio un grande convegno a tema per valutare come sfruttare al meglio e riempire di contenuti tutti i vasti spazi a disposizione, in collaborazione col Museo Tattile Statale Omero. L’anno prossimo sarà proprio la Mole ad ospitare la nuova edizione di “E- Capital”, concorso dedicato a premiare con fondi per start up i i migliori progetti di nuova imprenditoria culturale presentati da giovani provenienti da tutta la fascia adriatica. E ancora, il progetto “Residenze”. “Entro un paio d’anni vorremmo che proprio Ancona venga scelta da studenti universitari europei come luogo di permanenza e studio d’architettura per progettare cultura, in collaborazione con l’Univpm”.
Questo è un articolo pubblicato il 04-12-2014 alle 17:35 sul giornale del 05 dicembre 2014 - 1246 letture
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