contatore accessi free

Delitto Nemtsov, alcune considerazioni del Consolato onorario della Federazione russa

Boris Nemtosv, assassinato a Mosca 5' di lettura Ancona 03/03/2015 - Ogni volta che scompare una vita – ancor più se in modo violento – si origina un motivo di tristezza. Almeno questo accade tra le persone civili che hanno voglia di distinguersi dagli orrori che compiono i seguaci del Califfo di Mossul Abu Bakr al-Baghdadi o del movimento fondamentalista islamico nigeriano Boko Haram.


Quindi l’uccisione di Boris Nemstov, a Mosca, non può che indurre in tutti un senso di umana pietà. Ciò premesso non capiamo dove i giornali europei, sempre fedelmente al seguito di quelli statunitensi, vadano ad attingere le notizie da trasmettere ai propri lettori. Boris Nemstov era un ricco signore che, dopo un’iniziale brillante carriera politica, ha scelto la via degli affari. Ed ha iniziato anche a fare la fronda all’attuale dirigenza della Federazione Russa. Quindi definiamolo un esponente dell’opposizione.

Ma i giornali europei (le TV non fanno eccezione) hanno coniato per lui la definizione di “leader” dell’opposizione, come se fosse il capo assoluto di chi contrasta la politica del governo e ciò per dare alla sua morte un significato politico che non ha.

Non era, lo ripetiamo, il leader, ma uno dei dissidenti e, ammesso che i governanti russi abbiano chissà quali scheletri negli armadi da difendere, non era colui che disponeva delle chiavi giuste per aprirli.

Scrivono ancora i giornali europei: stava per fare rivelazioni sulla vicenda ucraina e sulla presenza di militari russi nelle zone filo-russe dell’est di quel Paese.
A parte il fatto che sono mesi e mesi che, da Washington a Berlino, da Parigi a Londra a Roma, si dice e si scrive, un giorno sì e l’altro pure, questa presunta “verità” che nessuno è mai riuscito a provare, dove sarebbe la novità così esplosiva e così minacciosa da mettere a repentaglio una vita umana? Forse il povero Nemtsov possedeva le prove di ciò che affermava (documenti, foto non taroccate eccetera)?

Ebbene allora esisterà, da qualche parte, ben custodito, un dossier che qualcuno dei suoi amici o fiduciari, prima o poi (ma più prima che poi), farà uscire alla luce. Continuano i solerti informatori pubblici d’Europa dicendo che Boris Nemtsov aveva preannunciato di sentirsi in pericolo perché sapeva che il “Cremlino” lo avrebbe ucciso.
E che fa uno che è sotto minaccia di morte da organismi così potenti? Va in giro, di notte, senza una scorta, almeno un guardiaspalle, a piedi? Va a cena, con la sua donna, nell’ottimo e famoso ristorante il “Bosco”, presso i Gum, sulla Piazza Rossa, a centocinquanta metri dal Palazzo del Cremlino da cui dovrebbe guardarsi le spalle? E dopo cena, in compagnia della sua giovane compagna (rischiando di mettere anche lei a rischio della vita), in una nottata (ore 23 circa) di pioggia e nevischio, sempre a piedi e sempre senza protezione, se ne va verso il grande ponte Moskvoretsky sulla Moscova, in direzione di casa, sapendo di dover percorrere un tragitto di oltre mezz’ora di tempo?

Possibile che non ci sia un giornalista, dicasi uno, americano o europeo, che si ponga queste domande e che inclini verso una considerazione talmente ovvia da non pretendere che sia un cervello da premio Nobel a pensarla e che è la seguente?

Dell’attuale dirigenza della Federazione Russa uno può pensare tutto il male che vuole, ma credo che nessuno possa dire che essa è retta da soggetti carenti sotto il profilo intellettivo.
E allora è pensabile che, con i problemi economici che il Paese sta affrontando (crisi del rublo dovuta al crollo del prezzo del greggio, aggravata dalle sanzioni di natura economico-finanziaria e commerciale che USA e UE hanno imposto), questa dirigenza vada a caricarsi ulteriormente le spalle delle conseguenze che derivano dall’eliminazione violenta di un soggetto, per giunta comprimario e non protagonista, che si oppone alla sua politica interna?

Il signor Boris Nemtsov – che Dio gli dia pace – non era solo un ex esponente politico; era un uomo di affari, come abbiamo già detto. Nell’una e nell’altra veste aveva inimicizie personali (in ambito politico, per esempio, era considerato, da gruppi più radicali di lui, troppo “morbido” nell’opposizione al governo); aveva una vita personale sentimentalmente piuttosto complessa e disinvolta.
Può essere stato ucciso, come potrebbe accadere a ciascuno di noi, per mille motivi.

Poi noi sentiamo il dovere civico e culturale di suggerire ai giornalisti di cui sopra di leggere un po’ di storiografia, almeno quella che si riferisce a vicende della modernità.
Pensino a quello che nel 1933 è accaduto a Berlino con l’incendio del Reichstag. Ma pensino anche all’attualità e ai quei gentiluomini dei Califfati a cui abbiamo fatto riferimento sopra: così, giusto per avanzare un ventaglio di ipotesi sulla triste e dolorosa vicenda umana di cui stiamo parlando: la morte di un uomo. Senza andare a senso unico. Perché questo suona di precostituito, di precotto, di confezionato sotto vuoto spinto.

A noi, per esempio, forse perché abbiamo una immaginazione fervida, viene in mente quel povero Colin Powell il quale fu costretto, dall’Amministrazione di George Bush Jr., il 6 febbraio 2003, in piena sessione ONU, a presentare prove false sull’esistenza delle armi chimiche irachene (da cui nacquero tutti i guai dell’Iraq, dell’area geografica, fino a costituire la premessa della nascita del Califfato di Mossul e dei suoi orrori), salvo poi, a frittata fatta, nel 2011, dinanzi alle prove schiaccianti, dover ammettere che fu tutta un’impostura per convincere il mondo che Saddam Hussein e la sua dirigenza andavano eliminati. Un ventaglio di ipotesi, nulla di più.

Per essere fedeli a voi stessi, alla vostra professione, ai vostri lettori. Intanto, chi ha fede, preghi per Boris Nemstov.


da Consolato onorario della federazione russa di Ancona




Questo è un articolo pubblicato il 03-03-2015 alle 17:55 sul giornale del 04 marzo 2015 - 458 letture

In questo articolo si parla di ancona, Russia, Consolato onorario della federazione russa di Ancona, Boris Nemtsov

Licenza Creative Commons L'indirizzo breve https://vivere.me/agb8





logoEV
logoEV