Riordino dei porti, M5S Ancona deposita mozione

Il gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle di Ancona ha depositato oggi una mozione da sottoporre alla votazione del Consiglio comunale per una ferma presa di posizione contro il progetto del Governo per la riorganizzazione dei porti, finalizzata a centralizzarne la governance ed escludere i Comuni, gli Enti locali e gli operatori da qualsiasi decisione.
Uno scippo alle città e ai cittadini, preparato in silenzio per non disturbare la campagna elettorale, ma da attuare subito dopo il voto per mettere le mani su un'attività che produce ricchezza, appalti e incarichi appetibili alle solite cricche degli amici degli amici. Invitiamo tutte le forze politiche a condividere fin da ora il nostro documento e a votarlo favorevolmente al prossimo consiglio comunale.
Il Gruppo consiliare M5S Ancona Quattrini - Diomedi - Gambacorta - Prosperi
La mozione.
Mozione del Consiglio comunale di Ancona sul Piano strategico della portualità e dela logistica, sulla creazione delle Autorità di Sistema Portuale e sulle modifiche alla legge 84/94 in tema di Autorità Portuali e di lavoro portuale, predisposti dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. I sottoscritti Consiglieri, ai sensi del Regolamento del Consiglio comunale, propongono al Consiglio l’esame e l’approvazione della seguente mozione: Il Consiglio comunale di Ancona, visti i documenti predisposti dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti in data 8 marzo e maggio 2015, riguardanti la predisposizione del Piano strategico nazionale della portualità e della logistica, le modifiche al regime di governo dei porti sede di Autorità Portuale come Ancona, le modifiche alle regole del lavoro portuale (art. 16 e 17 della legge 84/94) e dei Servizi Tecnico Nautici (art. 14 della predetta legge 84); visto che la fonte per l’adozione del predetto piano è l’art. 29, c. 1 della legge n. 164 dell’11 novembre 2014, di conversione del Decreto Legge n. 133 dell’11 settembre 2014 “Sblocca Italia”, dispone: “Pianificazione strategica della portualità e della logistica. 1. Al fine di migliorare la competitività del sistema portuale e logistico, di agevolare la crescita dei traffici delle merci e delle persone e la promozione dell’intermodalità nel traffico merci, anche in relazione alla razionalizzazione, al riassetto e all’accorpamento delle Autorità portuali esistenti, da effettuare ai sensi della legge n. 84 del 1994, è adottato, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto-legge, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, il piano strategico nazionale della portualità e della logistica . Lo schema del decreto recante il piano di cui al presente comma è trasmesso alle Camere ai fini dell’acquisizione del parere delle competenti Commissioni parlamentari. Il parere è espresso entro trenta giorni dalla data di assegnazione, decorsi i quali il decreto può essere comunque emanato”; prende atto con disappunto che il termine fissato dalla legge per la trasmissione dello schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (febbraio 2015) alle competenti Commissioni parlamentari non è stato rispettato dal Governo, mentre proseguono i commissariamenti delle Autorità Portuali italiane (attualmente nove oltre a quella decennale dell’A.P. di Manfredonia, istituita senza che il porto avesse i requisiti minimi di traffico previsti dalla legge), decretati in violazione della legge 84/94, come avvenuto per l’A. P. di Ancona per oltre un anno e mezzo; esaminato il Documento predisposto dal competente Ministro delle infrastrutture e dei trasporti alla fine del mese di maggio 2015, ritiene che il Piano strategico nazionale della portualità e della logistica sia del tutto inadeguato allo scopo di sviluppare la portualità e la logistica italiana, sia in contrasto con la programmazione comunitaria e intervenga in modo del tutto scoordinato rispetto alla programmazione comunitaria, carente nelle analisi della movimentazione delle merci e delle persone nei porti italiani e sui rimedi sia in termini di organizzazione del lavoro degli addetti ai servizi portuali (disciplinati dagli art. 16, 17 e 18 della legge) che degli addetti ai servizi tecnico nautici (pilotaggio, ormeggio e rimorchio, disciplinati dall’art. 14 della legge 84/94 e dal Codice della Navigazione). Inoltre il Documento considera in modo abnorme il traffico dei container che rappresenta solo il 25% della movimentazione merci nei porti italiani e fino al 27% nei porti europei, eludendo le altre tipologie di traffico. I flussi delle merci trasportate in container nei porti italiani hanno una provenienza da luoghi lontani (Estremo Oriente e Nord America) ma hanno destinazione nelle aree circostanti i porti di sbarco/imbarco. Stando agli studi ISFORT (Osservatorio Nazionale sul trasporto merci e la logistica) l’80% dei container sbarcati a Genova, il 67% sbarcati a La Spezia, il 65% sbarcati a Napoli, il 68% sbarcati in Ancona, hanno una percorrenza media terrestre in importazione di 156 km e in esportazione di 197 km. Il Documento ignora che il traffico Ro-Ro è nettamente superiore a quello dei container (escluso il transhipment). Le tonnellate di merce trasportate su rotabili via nave superano del 20% quelle trasportate via container. Nonostante ciò gli investimenti programmati dalle principali Autorità portuali nazionali riguardano per l’80% la gestione del traffico contenitori. In realtà il combinato marittimo oltre ad essere diffuso lungo tutta la portualità italiana, svolge un ruolo fondamentale nelle connessioni infra-mediterraneo. Il traffico Ro-Ro dei porti italiani raggiunge 75,7 milioni di tonnellate; il cabotaggio 48,8 milioni di tonnellate: 13,6 milioni di tonn. dai porti del Tirreno verso West Med e Maghreb, 13,3 milioni tonn. dai porti dell’Adriatico verso Grecia Balcani ed East Med. A differenza dei container che si rivolgono essenzialmente al traffico “domestico”, un Camion / Trailer sbarcato nei porti italiani penetra in profondità nel continente europeo. Se si analizza ad esempio il porto di Ancona, che è tra i primi porti nazionali ed europei come movimentazione di passeggeri internazionali e di TIR e TRAILERS in ambito europeo, si riscontra che (esempio della linea Ro-Ro Ancona-Patrasso) il 68% del traffico è assorbito da tragitti che si ripetono almeno 2 volte a settimana ed è destinato, in buona parte, oltre le Alpi, in Germania, Belgio, Olanda e persino Gran Bretagna. Nell’arco di un anno si tratta di oltre 12.000 viaggi: oltre mille al mese. (dati ISFORT 2013). Considerato che il Documento del MIT, rispetto al titolo “Piano Strategico Nazionale della portualità e della logistica”, appare come un modesta elencazione di desideri, piegati alle esigenze di un segmento parziale e minoritario di imprese, principalmente dedicate al trasporto container e contiene alcune analisi semplicistiche, frutto di “dicerie” e “luoghi comuni”, piuttosto che basarsi su dati reali e obiettivi. Ciò porta a proposte di rimedi fuorvianti quando non contraddittorie con gli obiettivi che vengono elencati. Il Documento appare non coerente con le politiche comunitarie adottate e in corso di emanazione sulla governance portuale, sui tempi di realizzazione dei programmi di realizzazione dei Corridoi della Rete TEN-T, né sulla creazione delle strutture indicate prioritariamente per la rete dei porti core (14 porti italiani) definita dall’U.E., né dei Rail Road Terminal (RRT) (15 interporti italiani), sui quali dovrebbero essere indirizzati progettazioni e investimenti sul cosiddetto “ultimo miglio” e cioè il superamento delle strozzature nei collegamenti ferroviari e stradali con i porti e gli interporti sui quali concentrare la programmazione per rendere omogenee le capacità di trasporto merci su ferrovia (messa in esercizio di treni merci da 750 metri di lunghezza, adeguamento sagome gallerie e ponti, ecc.). Sfugge dall’analisi persino il fatto che alla fine del 2016 entrerà in esercizio la nuova galleria ferroviaria del S. Gottardo. Un’infrastruttura che avvicina i porti italiani (segnatamente quelli del Nord Tirreno, ma non solo), alla Svizzera e al centro Europa, con una maggiore capacità di trasporto, minori tempi di transito e minori costi. Un’occasione tanto importante quanto “trascurata”. Valutato che il Documento, sui temi del lavoro portuale, dei Servizi Tecnico Nautici, sugli usi del demanio pubblico propone modelli extracomunitari e cancella, non rendite di posizione o privilegi, che vengono invece salvaguardati e accentuati per i terminalisti e armatori (per lo più extracomunitari), le tutele di sicurezza, di professionalità, di regole che rappresentano in Europa una delle principali azioni delle Autorità Pubbliche. Vengono più volte richiamate Direttive in corso di emanazione dall’UE sui servizi portuali quando la Commissione ha ufficialmente ritirato ogni proposta in tal senso. Visto che la proposta di realizzare otto Autorità di Sistema Portuale, trasformando le attuali Autorità Portuali in Direzioni Portuali, prefigura la creazione di otto piccoli Ministeri, dipendenti dal Ministero centrale. Un modello che non ha paragoni in Europa e che cozza con tutti gli strumenti programmatori già approvati in sede comunitaria. Infatti le otto AdSP non corrispondono ai Corridoi Plurimodali Europei, alle RETI TEN-T e alla Rete dei Porti core approvata dal Parlamento e dal Consiglio Europeo; appaiono come un’ulteriore sovrastruttura burocratica e costosa e riduce fortemente (quando non annulla del tutto) la partecipazione delle Istituzioni territoriali e delle rappresentanze delle categorie produttive operanti nei porti nazionali, il Consiglio comunale di Ancona ritiene che il Documento del “Piano strategico della portualità e della logistica” debba essere profondamente modificato e orientato alla programmazione comunitaria: Corridoi plurimodali, Reti TEN-T e rete dei porti core, anche in termini di attuazione temporale degli interventi; inoltre il Piano deve tenere conto dell’insieme dei traffici delle merci e delle persone e non solo del segmento, pur significativo ma minoritario del traffico contenitori; sui temi del lavoro portuale e dei servizi tecnico nautici l’approccio deve essere radicalmente modificato mettendo come priorità la tutela del lavoro, della sicurezza del lavoro e della salvaguardia della vita umana in mare, valorizzando le esperienze già in atto in Italia e mutuando, in tema di sicurezza sul lavoro e formazione professionale, le pratiche in atto nei porti europei; per quanto riguarda la Governance ritiene che la creazione di otto piccoli ministeri sia sbagliata, costosa e controproducente rispetto allo sviluppo della portualità e della logistica, un’ulteriore sovrastruttura peraltro scollegata dai piani e dalla programmazione comunitaria, oltreché lesiva del ruolo delle regioni, dei Comuni e delle rappresentanze degli operatori e dei lavoratori portuali; infine considerato che ogni ipotesi di intervento in relazione alla razionalizzazione, al riassetto e all’accorpamento delle Autorità portuali esistenti, al pari degli interventi sul lavoro portuale e sui servizi tecnico nautici o sulle competenze per l’approvazione dei piani regolatori portuali devono essere effettuati ai sensi della legge n. 84 del 1994, e preso atto che al Senato della Repubblica è in corso di esame un disegno di legge, già approvato a larga maggioranza, avente ad oggetto la riforma della portualità italiana, il cui iter è stato bloccato da oltre un anno dal Governo, il Consiglio comunale di Ancona impegna il Sindaco e la Giunta a rappresentare al Ministro e al Governo la posizione dell’organo consiliare; di intervenire affinché la Regione Marche e la Conferenza delle regioni e delle province autonome chiedano un immediato confronto con il Governo sul tema così delicato e importante per lo sviluppo economico del territorio e del Paese; di attivarsi per una urgente riunione della Conferenza delle città portuali dell’ANCI affinché venga discusso il prospettato piano strategico predisposto dal MIT; da mandato altresì al Presidente del Consiglio comunale di trasmettere il presente atto al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, ai Presidenti e ai capi gruppo delle competenti Commissioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
Ancona, 25/05/2015 I Consiglieri comunali del Gruppo MoVimento 5 Stelle Andrea Quattrini Francesco Prosperi Daniela Diomedi Maria Ausilia Gambacorta
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 26-05-2015 alle 17:47 sul giornale del 27 maggio 2015 - 1024 letture
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