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"L'infanzia non si appalta!" A riferirlo i sindacati

Asilo Nido di MONTEDAGO Ancona 4' di lettura Ancona 28/07/2015 - C'era una certa attesa per l'esito dell'incontro convocato dal Presidente del Consiglio comunale. Un invito -come l'ha definito- rivolto alle parti per riprendere e concludere il confronto nell'interesse della città. Com'è noto la mobilitazione sindacale, proclamata nei giorni precedenti, era stata sospesa proprio in ragione di questo ed altri inviti venuti dall'Istituzione.

Con questo spirito abbiamo partecipato: forti di proposte, peraltro finora apprezzate dallo stesso assessore, e legittimate dalla decisione del Parlamento -in riscontro a specifica richiesta ANCI- di rendere possibili assunzioni del personale educativo per gestire Asili nido e scuole dell'infanzia. L'infanzia non si appalta!

La presenza di alcuni consiglieri, in particolare l'assenza di altri -persone attente e disponibili, qualità indispensabili per un amministratore-, non ha favorito la discussione utile e serena che serviva. Inutili le acrobazie del Presidente -stretto tra Sindaco, persona oggi poco incline al confronto, e consiglieri più che altro interessati a soffiare sul fuoco. Nemmeno troppo “velata” l'accusa delirante alle organizzazioni sindacali, colpevoli di sostenere richieste assurde quali -nella fase transitoria- la conferma in servizio per tre unità a tempo determinato! Questo interesse nei confronti di personale precario, tre educatrici per le quali -va detto- l'amministrazione ha investito risorse- alla controparte risulterebbe alquanto sospetto. Ci sarà sotto qualcosa? Ogni commento è davvero superfluo. Insomma, con queste premesse, l'occasione non poteva che andare in fumo. Prima di valutare effetti e conseguenze, riproponiamo il merito della vicenda.

Nel febbraio scorso Tiziana Borini convoca il personale educativo per anticipare la decisione -già maturata- di concentrare il personale nei turni del mattino per dare in appalto quello pomeridiano. Nelle strutture a gestione diretta. Nonostante un servizio robusto, ottiene una modifica del piano delle assunzioni per assumere una figura di pedagogista (in aggiunta al coordinamento pedagogico già esistente), in comando, dal comune di Pesaro. La motivazione? Il servizio merita massima attenzione e l'Ente intende investire per svilupparlo. Si guarda al futuro. Questa comune preoccupazione non dovrebbe impedire soluzioni coerenti e adeguate, come quella proposta dal Sindacato: per evitare un declino graduale ma irreversibile è indispensabile programmare nuove assunzioni per consolidare l'insostituibile presenza pubblica, utile riferimento per quanti si misurano con l'attività educativa.

Paradossalmente, l'ovvia e naturale conclusione – sostenibile ed economica- è, invece, al solito ostacolata con tanto di certificazione da parte della direzione risorse umane dell'ente che esprime contrarietà all'utilizzo dei contratti a tempo determinato. (!?!) Inutile ogni sollecitazione sindacale con l'invito a riflettere e prendere atto delle innegabili deroghe normative espresse in favore degli Asili nido. La privatizzazione, pardon l'appalto, è strada forzata. Ma guai a definire tale l'operazione. Sindaco in testa, tutti concordano: “l'Amministrazione è contraria a privatizzare. La scelta è di opportunità, nulla di stravolgente, la vicenda è chiusa!” Le inequivocabili parole di Mancinelli, con la naturale predisposizione alla ricerca di possibili e dovute mediazioni, riportano alla narrazione della giornata di ieri.

A nulla è valso precisare che se “appalti, esternalizzi, privatizzi”: lo dice la parola stessa. Non sono accuse infondate. Così come precisare che in discussione non è la qualità del lavoro privato. Ma la natura del servizio che, in tali casi, deve rimanere nelle salde mani del pubblico. Il problema non è il lavoro, non di rado sfruttato e mortificato da appalti al massimo ribasso! L'ultim'ora è il venir meno di un nuovo bando gara, in quanto è in corso di perfezionamento l'atto per ampliare o estendere un appalto già in corso. Peccato che norma consenta tale procedura esclusivamente per attività accessorie. Dunque il rischio di incappare in qualche altro inghippo è tutt'altro che remoto. Dopo quello dell'intermediazione di mano d'opera. E' in questo quadro che il personale educativo -e dell'ente- sarà chiamato a valutare lo stato dei rapporti con questa amministrazione che si sforza per annullare ogni possibile relazione.

Mentre sorvola su aspetti gestionali largamente inadeguati, sui quali torneremo. Intanto ciò che rileva è un fatto: le relazioni sindacali non sono un fiore all'occhiello di questa sindacatura. Stiamo parlando di uno strumento indispensabile per governare le complessità. Contributo e partecipazione delle forze sociali non possono essere compresse, men che meno eliminate. Sono parte fondante delle regole democratiche. Ma il fastidio è evidente. Neanche lo sforzo per nasconderlo. L'arroganza trasuda. In queste ore abbiamo notizia di una sentenza contraria alle richieste sindacali di censurare l'Ente che lo scorso anno ha esternalizzato due centri cottura comunali. Una sentenza che riteniamo grave.

Per quanto ci riguarda, continueremo ad opporci in modo energico alla volontà di privatizzare i servizi pubblici, beni comuni indispensabili per la vita delle persone. Al tempo stesso, con più forza ancora, agiremo per tutelare il lavoro, in tutte le sue forme, a cominciare da quello più sfruttato e con meno diritti. Come in quei centri cottura.

Le Segreterie Territoriali Fp Cgil Fp Cisl Fpl Uil Raschia Talevi Paladini






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 28-07-2015 alle 18:30 sul giornale del 29 luglio 2015 - 1712 letture

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