comunicato stampa
Unioni civili: Sanna (Udc) dice "no" al matrimonio

La parola matrimonio deriva dal latino matrimonium, che sarebbe l’ unione di due parole latine, mater, da madre, genitrice e munus, che significa compito, dovere; il matrimonium era nel diritto romano un "compito della madre", intendendosi il matrimonio come un legame che rendeva legittimi i figli nati dall'unione. Analogamente la parola patrimonium indicava il "compito del padre" di provvedere al sostentamento della famiglia. In ogni caso, l'utilizzo del termine con riferimento all'unione nuziale si sviluppò con il diritto romano nel quale si diede riconoscimento e corpo al complesso delle situazioni socio-patrimoniali legate al matrimonium. Nel 1948 i padri fondatori della nostra Repubblica e della Carta Costituzionale, lo ricordo LAICI e CATTOLICI (democristiani, socialisti, comunisti e repubblicani) adottarono l’art. 29 della Costituzione individuando nel “riconoscimento dei diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.”
Lo Stato italiano è uno stato laico ed è un fatto positivo perché tiene conto dei punti di vista e delle necessità di tutti cittadini; certo ad oggi vi sono questioni che vanno affrontate ed è necessario capire le reali esigenze di persone dello stesso sesso che vivono insieme e che meritano rispetto. Però, forse è opportuno che si pensi ad un’altra forma di unione civile e secondo me, non può essere denominata matrimonio.
Il matrimonio è fondato su una legge naturale e non su una ambiguità culturale che allontana dalla distinzione dei generi e crea confusione.
Altra confusione, secondo me, si genera se l’adozione è fatta da persone dello stesso sesso; l’opinione pubblica ci sta propinando le famiglie omossessuali con figli adottati che sembrano uscite dalla pubblicità, per molti è tutto giusto, moderno, ma i bambini hanno bisogno di un padre e di una madre. Pur riconoscendo che esiste una realtà di persone nel nostro paese che va affrontata, il rischio, a mio avviso, è quello di effettuare solo propaganda piuttosto che un vero atto rispettoso di costoro.

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