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comunicato stampa
Ancona 1905, Miani: “Chiudere la gradinata non fa piacere ma è indispensabile”.

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Dalla prossima partita casalinga (il 27 febbraio alle 15.00 con la Lucchese) la gradinata al Del Conero resterà chiusa, i poco più di sessanta abbonati del settore avranno a disposizione i posti in tribuna laterale senza alcun costo aggiuntivo e gli altri settori dello stadio subiranno una riduzione della capienza.

Chiudere un’intera zona dello stadio – dice il presidente dell’Ancona David Mianiè stata una decisione difficile e sicuramente triste ma una società come l’Us Ancona 1905 deve tener conto di molti aspetti e deve necessariamente rientrare nei parametri stabiliti all’inizio di quest’avventura. Il nostro progetto è qualcosa di nuovo e si basa su un modello di calcio gestito dai tifosi dove l’etica e il rispetto delle regole è essenziale”.

Da quanto tempo è nell’aria questa decisione? "È una decisione che la società valutava fin dall’inizio della stagione calcistica, già da dicembre si sarebbe potuta mettere in atto questa procedura ma poi i tempi si sono dilatati per ragioni burocratiche. Voglio essere chiaro: questo provvedimento non è contro chi frequenta la gradinata, c’è stata l’esigenza di ridurre la capienza dello stadio per razionalizzare i costi che riguardano steward, vigili del fuoco e primo soccorso. Abbiamo avuto la necessità di considerare misure come queste per vedere in una prospettiva futura e a lungo termine il progetto dell’Us Ancona 1905".

Da cosa deriva la decisione di chiudere proprio il settore della gradinata? "La scelta scaturisce da una situazione generale che vede tutte le gradinate d’Italia vuote e abbandonate. Se dalla prossima gara verrà chiuso questo settore è perché vi è stata una progressiva disaffezione dei tifosi verso il calcio e un progressivo inasprimento di alcuni provvedimenti restrittivi all’interno degli stadi".

Un esempio? "Ne abbiamo una prova con le misure restrittive in vista del derby all’Helvia Recina in cui si è prevista la vendita dei biglietti nel settore ospite ai soli residenti nella provincia di Ancona. Ritengo che misure come queste portino alla desertificazione degli stadi".

Tornando all’Ancona.. come mai vengono così poche persone secondo lei? "Bella domanda! Nonostante le ottime prestazioni della squadra, nonostante le promozioni della società tradotte in sconti e offerte per i tifosi e nonostante il lavoro continuo sul territorio e sulla provincia con iniziative quali “L’Ancona incontra Ancona” e “l’Ancona incontra la provincia”, il calo delle presenze è stato significativo. Mi stupisco soprattutto del fatto che, in occasione di partite di cartello come quelle con il Pisa o con la Carrarese, gli spalti non si siano affollati come speravamo. Questo genere di problematiche incidono sul bilancio generale e portano a decisioni come quella di chiudere la gradinata".

Secondo lei quali sono gli obiettivi principali da conseguire nel prossimo futuro? "Partiamo con quelli che sono da sempre i nostri punti fermi e i nostri fari guida: i tifosi. La società deve sempre ringraziare e sperare nell’appoggio di coloro che ogni sabato e domenica vengono allo stadio e che percorrono chilometri e chilometri per la passione biancorossa. Ecco, prima di tutto dobbiamo sperare che loro continuino sempre a supportare la squadra e che non si interrompa mai questa collaborazione forte fra società e tifosi. Poi, senza dubbio, un altro obiettivo primario è quello di risvegliare il senso di appartenenza nei confronti della città di Ancona e della realtà calcistica locale. Proprio su questi ultimi punti si gioca una partita fondamentale che non possiamo e non vogliamo perdere per nessuna ragione".