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comunicato stampa
Rapporto agromafie, ad Ancona indice criminalità preoccupante

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Preoccupa la presenza della criminalità organizzata nell'agricoltura ad Ancona e ad Ascoli Piceno. E’ quanto emerge dal quarto Rapporto Agromafie in Italia elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, presentato a Roma alla presenza di Ministri e vertici delle forze dell'ordine e della magistratura.

L’analisi si basa sull’Indice di Organizzazione Criminale (IOC) che rappresenta la diffusione e l’intensità, in una data provincia, del fenomeno dell’associazione criminale, in considerazione delle caratteristiche intrinseche al territorio, di eventi criminali denunciati e di fattori economici e sociali.

La situazione peggiore per le Marche si registra ad Ancona, con punteggio 34,5 (40esimo posto in Italia), seguita da Ascoli Piceno 27,8, (47esima). Entrambe si collocano nella fascia medio alta. Migliore la situazione nelle altre tre province, tutte con presenza di criminalità organizzata medio-bassa. Macerata ha un indice di 23,3 (59esimo posto), Fermo di 19,7 (64esimo) e Pesaro di 17,3 (71esimo).

A livello nazionale la situazione peggiore si registra a Ragusa, quella migliore a Lecco. Il Rapporto di Coldiretti-Eurispes-Osservatorio fotografa anche la situazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Nella Marche sono stati sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata 35 beni, 3 le aziende. Numeri che collocano la regione nella parte bassa della classifica nazionale.

Per quanto riguarda invece i furti in campagna, nella fascia dell’Italia centrale è particolarmente diffuso l’abigeato, ovvero il furto di bestiame (277 casi sui 414 registrati nel 2015). La criminalità organizzata che opera nelle campagne incide più a fondo nei beni e nella libertà delle persone, perché a differenza della criminalità urbana, può contare su un tessuto sociale e su condizioni di isolamento degli operatori e di mancanza di presidi di polizia immediatamente raggiungibili ed attivabili. A livello nazionale il business delle Agromafie ha superato i 16 miliardi di euro nel 2015.