contatore accessi free
SEI IN > VIVERE ANCONA > ATTUALITA'
articolo

Lutto e contestazioni all'inaugurazione dell'anno accademico. Daraio: "Le opportunità ci sono"

4' di lettura

Si apre con un minuto di silenzio l’anno accademico 2015-2016 dell’Univpm. Lo vuole Sauro Longhi per ricordare il tragico incidente di pullman avvenuto a Terragona in cui hanno perso la vita tredici ragazze del progetto Erasmus, di cui sette italiane.

Hanno perso il loro futuro” sono le poche parole di rammarico che il rettore riesce ad esprimere per loro. Un futuro che avrebbe potuto portare nuova conoscenza che “è la ricchezza – prosegue Longhi nel primo giorno di primavera – di ogni università e lo strumento per garantire libertà”. Per diffonderla però “L’Università e l’intero sistema dell’istruzione in Italia devono essere di nuovo al centro delle politiche di sviluppo del Paese, l’alta formazione e la ricerca universitaria devono tornare ad essere un motore di crescita non solo economica, ma soprattutto civile e sociale”. La lunga introduzione del padrone di casa Univpm di fronte ai vertici marchigiani della politica – presenti Mastrovincenzo e Cerisicioli insieme al sindaco Mancinelli – e delle Forze dell’Ordine – con Capocasa, Caporossi e Di Lucia – passa per una serie di dati considerevoli: dal 16,3 % della popolazione tra i venti e i ventinove anni laureato in scienze e tecnologie alla natalità di imprese ad alta conoscenza fissata all’8%, sino ai 71,8 brevetti per milione di abitanti. Eppure il sistema universitario continua ad essere trattato “come un centro di costo da ridimensionare”, con una riduzione del fondo di finanziamento di quasi un miliardo di euro (da 7,5 a 6,7 miliardi) negli ultimi sette anni e il taglio di 10mila posti di lavoro (13% del totale) per un finanziamento pro-capite di circa 109 euro, tra i più bassi dell’Eurasia.

Queste condizioni cozzano contro il diritto allo studio previsto dalla costituzione italiana. La Politecnica delle Marche ha così deciso di abbassare le tasse per le fasce di reddito familiare più deboli e di cancellarle per gli studenti con genitori in mobilità, cassa integrazione o altra situazione di disagio economico, di esonerare dalle tasse i diplomati e laureati con lode, di introdurre la tassazione dimezzata per gli studenti lavoratori part time e di incentivare l’uso dei mezzi pubblici attraverso un contributo annuale ai trasporti urbani. “Nell’ottica di arricchire il territorio – spiega inoltre Longhi – con valori ed esperienze di interesse globale abbiamo incrementato la mobilità in ingresso e in uscita sia degli studenti che dei docenti, convinti che questo scambio e contaminazione di culture sia un contributo fondamentale per la crescita dell’Ateneo e del territorio”. Insomma ciò di cui ha più bisogno l’università italiana, come l’intero Paese, per superare il periodo di crisi, sarebbe un forte investimento sul capitale umano.

E proprio di questo parla nella sua relazione il professor Donato Iacobucci, partendo dal concetto di terza missione, ossia dal “coinvolgimento diretto dell’università in attività volte a promuovere l’applicazione dei risultati della ricerca affinché tali risultati possano dispiegare il massimo impatto per l’economia e la società”. La chiave sta nel fatto che “I principali agenti della terza missione sono i laureati. E’ ad essi che spetta il compito di tradurre la nuova conoscenza in innovazione, nei diversi ambiti della società nei quali daranno il loro contributo. Affinché essi possano svolgere in modo efficace questo ruolo i processi formativi stanno cambiando in modo radicale”. Sarebbe quindi necessario un cambio di rotta verso una maggiore sensibilità da parte di chi, come le imprese, quel capitale dovrà utilizzarlo in futuro, ma il docente di Economia Applicata si mostra convinto che “nell’immediato futuro è difficile attenderci un cambio di atteggiamento nell’investimento privato nella ricerca”. Significativo l’intervento conclusivo dell’ospite d’onore della giornata, la ricercatrice marchigiana laureata ad Ancona e oggi Professor of Mechanics and Materials ETH di Zurigo, che ha sostenuto: “Seguire le proprie passioni e i propri sogni è possibile. Sia all’Università di Ancona che nelle piccole università italiane abbiamo opportunità e risorse di cui essere grati”. Per coglierle meglio ha insistito sulla mobilità: “Le opportunità ci sono, ma bisogna anche crearsele. Non cadono dal cielo, ma di sicuro essere flessibili nella mobilità, anche internazionale, permette di fare un grande viaggio e tornare magari in un futuro in cui essere aperti alle opportunità del mondo”.

Non sono mancate contestazioni fuori dall’Aula Magna Guido Bossi di Ingegneria con gli studenti della triennale di Educazione Professionale della Facoltà di Medicina e Chirurgia che, affiancati all’Udu, si sono schierati contro il Ddl Iori Binetti con il quale, come ha spiegato la loro rappresentante Sibilla Montanari, “L’educatore professionale verrà sostituito dagli studenti iscritti a Scienze della Formazione, relegando noi all’ambito sanitario e non potremmo più entrare a lavorare negli ambiti sociali”.





Questo è un articolo pubblicato il 21-03-2016 alle 16:55 sul giornale del 22 marzo 2016 - 4146 letture