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Di Eusanio nuovo direttore di Cadiochirurgia, l'anconetano che porta la nanochirurgia a Torrette

Con il nuovo dirigente che va a prendere il posto di D’Errico, preside della Facoltà di Medicina, si viene a creare un nuovo respiro per il Lancisi, ora più orientato verso la costa adriatica italiana (dalla Puglia al Veneto) piuttosto che a quella balcanica. Sebbene i dati ministeriali tardino ad arrivare, sembra delinearsi un leggero calo della mobilità, sia di quella attiva verso il polo anconetano (dal 18,7 % del 2015 all’11,2% del primo semestre 2016) sia di quella passiva di marchigiani che intendono provare altre soluzioni differenti (circa quattrocentocinquanta nel 2014).
“Dal primo ottobre – ha quindi esordito in mattinata Caporossi – aumenteremo la produzione chirurgica, incrementando sia il numero di interventi di chirurgia maggiore, ovvero quelli per casi urgenti, che di chirurgia minore. Dal 23 settembre riprenderà anche il programma di riduzione delle liste d’attesa con le macchine per la Tac e la risonanza in funzione 12 ore al giorno. Gli obiettivi fondamentali sono due: incrementare le sedute di cardiochirurgia per recuperare produttività e soddisfare il nostro fabbisogno entro fine 2016 e arrivare ad essere tra i primi ospedali per numero di interventi (innalzandoli da 22.500 a 23.500 con i nuovi 1.000 interventi di cardiochirurgia) entro la fine del 2017”. Non può che mostrarsi contento Di Eusanio supportato da una squadra di colleghi che vede come “portatori di una grande storia sulle spalle ma che vogliono guardare al futuro”. Un futuro che intende riscrivere totalmente con l’introduzione di tre tecniche ancora poco diffuse in Italia. Innanzitutto la microcardiochirurgia che consente di operare attraverso incisioni toraciche di 4-5 cm riducendo le complicanze postoperatorie e l’insoddisfazione del paziente. La chirurgia dello scompenso cardiaco permette poi di abbattere notevolmente il verificarsi di decessi nei trenta giorni successivi all’impianto di bypass aortocoronarico isolato. Infine la chirurgia dell’aorta toracica che garantisce la ricostruzione dell’arteria in modo sorprendentemente meno invasivo rispetto alla chirurgia tradizionale.
Per Longhi, che ne approfitta per dichiararsi fermo sostenitore del modello sanitario assistenzialistico e fruibile da chiunque tutto italiano, l’arrivo di D’Eusanio può significare una cosa sola: “un ottimo esempio di osmosi tra mondo accademico e azienda ospedaliera perché in una realtà come quella dell’ospedale di rete marchigiano la ricerca deve arrivare da entrambi i fronti”. Una grande novità che rinvigorisce il governatore Ceriscioli pronto a ricordare in conclusione: “Qualche mese fa era emersa la crisi di Torrette che partiva proprio da cardiochirurgia. Oggi invece da cardiochirurgia ripartiamo per ricostruire da una parte una corretta gerarchia dei ruoli e dall’altra un cammino che questo ospedale deve affrontare anche attraverso l’aiuto della Regione che intende seguire da vicino tutti i punti previsti dal programma per comunicare ai marchigiani la possibilità di curarsi ad un elevatissimo livello di qualità”.

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