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Sequestro per 1.500.000,00 di beni e denaro a pluripregiudicato collegato con la 'Ndrangheta

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Maxi sequestro per oltre 1.500.000,00 di beni e denaro a pluripregiudicato anconetano. L'uomo aveva ruoli apicali nel traffico internazionale di cocaina gestito dalle cosche della ‘Ndrangheta

Al termine di una complessa ed articolata indagine di natura patrimoniale il GICO del Nucleo PT di Ancona ha dato esecuzione ad un provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca disposto dalla Sezione Penale della Corte di Appello di Perugia nei confronti di un pluripregiudicato, C.F. classe ’62, condannato nell’anno 2011 per reati in materia di traffico di sostanze stupefacenti, con ruoli apicali nel traffico internazionale di cocaina gestito dalle cosche della ‘ndrangheta reggine del versante jonico. Prezioso e determinante apporto è stato fornito dai finanzieri del Nucleo PT del capoluogo umbro che collaborano con la locale Procura Generale presso la Corte d’Appello, attraverso la struttura denominata U.Ge.C.O. (Ufficio Generale, Coordinamento e Organizzazione, di cui fa parte anche personale della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri) costituita e diretta dal Procuratore Generale, Fausto Cardella, per il contrasto ai patrimoni illecitamente accumulati da soggetti condannati per taluni reati, di particolare allarme sociale. In particolare, tale normativa prevede la confisca dei beni o di qualsiasi altra utilità di cui il condannato non possa giustificare la provenienza e di cui, anche per interposta persona fisica o giuridica, risulti essere titolare o avere la disponibilità a qualsiasi titolo, purché il valore di tali beni sia sproporzionato in relazione alla capacità reddituale dichiarata.

L’approfondimento investigativo di carattere patrimoniale ha permesso, attraverso la ricostruzione storica e l’analisi di ogni singola transazione economica e finanziaria operata dal soggetto, dal suo nucleo familiare o da altri prestanome, l’individuazione di una ricchezza decisamente sproporzionata rispetto alla capacità reddituale dichiarata ed al tenore di vita manifestato. Inoltre le indagini hanno dimostrato l’abituale propensione del condannato ad occultare e reinvestire in Bulgaria i proventi illeciti derivanti dai reati commessi; infatti, i mirati accertamenti di natura bancaria, opportunamente delegati, hanno consentito di individuare 2 le molteplici operazioni finanziarie attraverso le quali il condannato ha trasferito – mediante la complicità della moglie e di altri soggetti a lui legati da vincoli parentali – denaro contante per oltre € 600.000,00 verso l’estero, somme poi utilizzate per l’acquisto di beni immobili, anche questi in fase di sequestro.

Ciò è stato possibile attraverso l’esecuzione di specifica rogatoria internazionale avviata dal Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Perugia; per questa attività si è fatto ricorso anche ai canali di cooperazione internazionale del Comando Generale - II Reparto. La sinergia investigativa tra l’aliquota del Nucleo PT di Perugia impegnata nell’ U.GE.C.O. - coordinati dal Sostituto Procuratore Generale,Giancarlo Costagliola - e gli specialisti del GICO di Ancona, ha quindi consentito la realizzazione di un impianto accusatorio totalmente condiviso dalla Sezione Penale della Corte di Appello di Perugia, che ha disposto il sequestro finalizzato alla confisca di due unità abitative in provincia di Ancona, un’unità immobiliare di due piani, due appartamenti, due box ed un terreno in Bulgaria, un auto ed una motocicletta di grossa cilindrata, disponibilità finanziarie per un valore complessivamente stimato in oltre € 1.500.000,00 che verranno assegnati all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata per il loro reimpiego in finalità istituzionali e di utilità sociale.



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