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comunicato stampa

Il successo della cannabis light, marijuana legale senza THC

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È legale, ha un basso livello di THC, ovvero uno dei cannabinoidi che crea l’effetto cosiddetto dello sballo, e sta riscuotendo un interesse enorme tra gli utenti un po’ in tutta Italia.

La cannabis light è chiamata così in quanto si differenzia dalla sostanza comunemente nota ma ancora illegale in Italia; si parla ovviamente di uso personale, visto che la finalità medica della cannabis è consentita e regolamentata; e che ad oggi è legale acquistare semi di cannabis online fermo restando il divieto poi di coltivarli. In questo quadro di proibizioni si è andato ad aprire negli ultimi mesi uno spiraglio dato per l’appunto dalla cannabis light. Il prodotto è comparso più o meno la scorsa primavera in Italia e ha subito suscitato grande interesse e curiosità, come era facilmente prevedibile. Partiamo da un presupposto giuridico: ciò che rende fuori legge la cannabis è, in Italia, la presenza del Tetracannabinolo o THC al di sopra di una certa soglia. Quindi, per ribaltare il punto di vista, la cannabis con livelli di THC al di sotto della soglia dello 0,2% è assolutamente legale. Da qui è nata l’idea: dar vita ad una tipologia di cannabis il cui livello di THC rientrasse in questa soglia di tolleranza, così da non cadere nell’illegalità. Non si può parlare quindi di una vera e propria legalizzazione, come auspicato spesso in passato da tanti esponenti della società con riferimento alle droghe leggere, ma di un modo di proporre sul mercato una versione alternativa della marijuana. Si chiama Easyjoint e sta prendendo piede un po’ in tutta Italia, grazie alla vendita in negozi fisici sul territorio.

Anche nella Marche, visto che tra le decine di punti vendita presenti nel Paese uno si trova a Monsano, in provincia di Ancona. Ad oggi è l’unico punto vendita presente nelle Marche e sorge proprio in questo piccolo comune di circa 3 mila abitanti. In generale il progetto Easyjoint vanta oggi 85 punti vendita in Italia che, numeri alla mano, stanno viaggiando su cifre importanti in quanto a richieste degli utenti. Un fenomeno che ha visto la luce in Svizzera, nato quasi per caso, e che poi si è diffuso in altre realtà tra le quali anche l’Italia, dove non sta passando inosservato.

Recente è inoltre la notizia di controlli a campione da parte dei Nas su alcuni punti vendita Easyjoint, per verificare che effettivamente il prodotto venduto sia lecito e al di sotto della soglia di THC di cui si è parlato sopra. Un mercato ricco che potenzialmente può generare un discreto giro di affari in attesa della tanto annunciata, ormai da anni, idea di legalizzare seppur parzialmente la cannabis ‘vera e propria’.



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Questo è un comunicato stampa pubblicato il 26-09-2017 alle 15:47 sul giornale del 26 settembre 2017 - 4077 letture