Siria: Aga Khan ricostruirà grazie ai rilievi di un professore Univpm. Fangi dedica una mostra alla città dilaniata

"Ricostruire moralmente e materialmente" la Siria, un paese dilaniato dalla guerra, per tutta la sua comunità, come anche per il patrimonio architettonico e culturale mondiale. Questa la volontà del professore del politecnico delle Marche Gabriele Fangi. Va in scena ad Ancona la mostra la "Siria perduta" I video
"Che la mostra possa essere un contributo, sia pure piccolo ma significativo, alla ricostruzione morale e materiale di quella grande nazione amica". Così parla il professore Fangi dell'Università politecnica delle Marche ormai alle ultime battute della sua carriera accademica e che ha fatto incontrare la geomatica con questa terra. Mesi e mesi di lavoro spesi dietro a questa mostra da parte del dottor Fangi e del suo team di studenti-laureandi. Un'iniziativa a cura del Professore Fangi, quella della "Siria Perduta" che andrà in scena all'informagiovani di Ancona a partire dalla notte dei ricercatori, dal 29 al 6 settembre con visita dalle ore 17.30. Si tratta di una meticolosa ricostruzione di monumenti andati persi nelle macerie di una guerra, ma conservati metricamente intatti nella fotogrammetria del professore che ora ripone la sua fiducia, per continuare questo lavoro, nella passione dei suoi studenti che ha seguito nella tesi di laurea del corso di fotogrammetria.
Una ricostruzione in 3D con una qualità metrica puntuale quella del professor Fangi che vanta tra i tanti monumenti siriani la grande moschea di Damasco, il teatro romano di Bosra, quello di Palmira, il tempio di Bel, l’arco trionfale di Palmira, le mura della Cittadella di Aleppo e infine il minareto della moschea degli Omayyadi di Aleppo. Questi solamente alcuni dei 28 monumenti documentati, con fotografie panoramiche, rilievi 3D, e video animati ad opera degli studenti della Politecnica delle Marche. Ma sarà proprio quest'ultimo poichè simbolo caro alla città, il minareto, ad essere ricostruito per primo grazie alla Fondazione di Aga Khan e al lavoro precedente alla devastazione della guerra del Professore dell'Univpm Gabriele Fangi. L'Aga Khan, un self made man che da operaio è diventato imprenditore e che ora detiene una nota azienda italiana, ha infatti inviato in Siria il suo direttore generale, Luis Monreal, per far si che la vita torni a pulsare ad Aleppo con un piano da 10 milioni di euro che partirà proprio dal minareto. Un modo per far capire ai siriani che la ricostruzione è già partita. Metà delle pietre originali è stata fortunatamente recuperata ed altre verranno recuperate dalla cava da dove provengono. Tutto l'occorrente lo ha in mano, per quanto concerne le fotogrammetrie, proprio il professor Fangi. E poi a ricollocazione di tutte le pietre nel giusto posto, una ricostruzione di anastilosi.
E' così che quella eredità culturale rimarrà, se non ancora nella ricostruzione che in atto, nella realtà virtuale. E poi l'importanza dell'italianità del restauro dove sarà convolta l'università politecnica delle Marche insieme al politecnico di Milano. "Noi abbiamo fatto una ricostruzione 3D e speriamo che si arrivi alla sua ricostruzione dopo l'episodio del 2013" precisa ancora Fangi.
Di fatto la notizia è che i rilievi accurati prima della distruzione del prezioso minareto in mano al mondo li hanno solo Fangi ed un collega francese. "Il mio tipo di fotogrammetria non è la Ferrari, ma la bicicletta" afferma con umiltà il dott. Fangi. Ma il "vantaggio enorme è nella semplicità della attrezzatura, l'unica cosa più difficile è stata acquisire la fotogrammetria della cittadella di Aleppo" spiega ancora Fangi che ha voluto omaggiare i suoi studenti con questa mostra.
A contribuire al lavoro anche la professoressa Eva Malinverni che ha avuto l'onere, così come l'onore, di trasferire tutto il materiale in un database. "Un modo per valorizzare questo patrimonio perduto - afferma la Malinverni - è stata la baca dati. Un grande database dove ogni oggetto porta una sintesi di queste opere o per una semplice conoscenza o comunque utile per una richiesta di materiale metricamente corretto. Un modo per documentare e organizzare informazioni. L'idea è di condividere questa eredità via web o costruire modelli 3D o esempi di realtà aumentata" sottolinea la Malinverni.
Ed in mostra andrà anche il lavoro di un giovane Ingnerere della Politecnica il Dott. Pierdicca che ha costruito un percorso virtuale di questi beni culturali partendo da un un monumento statico 3D per una realtà aumenta. Un'innovazione ormai che ormai è entrata nei musei, un'esperienza paragonabile ad "un libro pop up, ma digitale" sottolinea Pierdicca.
Questo è un articolo pubblicato il 28-09-2017 alle 15:00 sul giornale del 29 settembre 2017 - 3047 letture
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