Intervista al Maestro Internazionale di scacchi Piero Bontempi: "Più di un gioco, un insegnamento per affrontare la vita"

Una passione nata per caso all'età di 19 anni: "mi sono sempre piaciuti i problemi di logica ed enigmistica, su una rivista di questo tipo ho trovato dei problemi di scacchi. Mi sono interessato al gioco e ho iniziato a studiarlo su libri e riviste specializzate". Un approccio da autodidatta, un metodo che Piero applica alle altre sue passioni, come l'informatica, nonchè inevitabile nel panorama scacchistico dorico dell'epoca: "era il 1994, non c'erano scuole o club di scacchi in Ancona. Quando ho voluto confrontarmi in un torneo mi sono rivolto al Circolo di Castelfidardo, che al tempo era il più importante e strutturato delle Marche. Ho partecipato al mio primo torneo, vincendo la categoria degli esordienti e conquistando di conseguenza il diritto a partecipare ad un torneo riservato ai giocatori cosiddetti "classificati", cioe' in possesso di titoli e categorie agonistiche. L'anno successivo partecipai dunque ad un torneo di III categoria nazionale, che vinsi, ottenendo cosi' il mio primo titolo agonistico".
Nonostante l'immediato successo, Piero non si lancia subito nel mondo dei tornei, come tanti altri scacchisti che giocano anche decine di competizioni in tutta la penisola: "Mi limitavo solo al torneo nazionale che si svolgeva annualmente nelle Marche, ma per quella data mi preparavo duramente e giocavo con gran determinazione, perché sapevo che non avrei avuto altre occasioni per ben 12 mesi. Così ogni anno vincevo il torneo della mia categoria, fino al '97, quando decisi di giocare per la prima volta due tornei consecutivi: il torneo di Montecatini vincendo la categoria dei I nazionale e 20 giorni dopo il torneo di Porto San Giorgio, sempre nella categoria I nazionale: grazie a questi successi conquistai il titolo di Candidato Maestro".
Un risultato ottenuto in 3 anni, anomalo soprattutto per i pochi tornei con i quali Piero riuscì ad ottenere il notevole titolo di Candidato Maestro, tanto da far aprire una "inchiesta" alla FSI (Federazione Scacchistica Italiana), per capire chi fosse questo ragazzo che in poche competizioni e senza appartenere a nessuna scuola conosciuta riusciva ad ottenere risultati così notevoli e miglioramenti tanto costanti. "In quegli anni stavano uscendo i primi software competitivi dedicati agli scacchi, programmi che oggi tutti gli scacchisti di un certo livello usano nella preparazione alle partite, come Fritz e Chessbase. Il mio interesse per gli scacchi si fuse così con la passione per l'informatica. Univo lo studio di testi specialistici sugli scacchi all'analisi con il PC delle posizioni".
"Per me gli scacchi sono sempre stati un lavoro di ricerca: unire le capacità di calcolo del computer con la fantasia umana. Il mio approccio al gioco è scientifico, analisi e concettualizzazione delle posizioni servono a costituire la tecnica di gioco, ma vedo anche una componente artistica, la scacchiera dà l'opportunità di esprimere se stessi con creatività. Come un musicista che non si limita ad eseguire perfettamente lo spartito, ma lo interpreta. Durante una partita tra giocatori di livello, si instaura un vero e proprio "flusso di pensiero" e si arriva ad una profonda conoscenza l'uno dell'altro. Gli Scacchi sono una lingua franca, un mezzo di comunicazione profondo e non verbale".
Una visione del gioco che permette a Bontempi di partecipare a tornei di caratura nazionale e internazionale con vittorie e ottimi risultati (tra gli altri, e' stato l'unico Italiano a vincere il Torneo della N.A.T.O. in 28 edizioni disputate, dal 1989 al 2017), giocando partite memorabili contro Gran Maestri e campioni assoluti: "Tra le partite più significative che ricordo c'è sicuramente quella con il Gran Maestro Kotronias (allora Campione del Commonwealth), riportata anche da Torre e Cavallo (rivista italiana specialistica di scacchi n.d.r.), in cui riuscii a supererare il mio avversario sul piano strategico e ne scaturi' un'accesa lotta tattica che mi porto' ad ottenere un vantaggio a cui pero' il GM oppose un'incredibile difesa guadagnando infine il pareggio. Molto importante per me è anche la partita giocata contro il GM Velikov, giocatore profondamente strategico e solido, in cui sono riuscito a dominare grazie ad un gioco estremamente preciso e che ritengo tra le mie migliori partite in assoluto: vittoria che ha contribuito in modo decisivo all'ottenimeno della mia prima "norma" di Maestro Internazionale (uno dei criteri necessari per conseguire il titolo di Maestro Internazionale)". Titolo che arriva nell'estate del 2017 , quando, dopo faticosi sforzi e duri match, Piero raggiunge il punteggio ELO di 2400 (punteggio ufficiale della Federazione Internazionale che esprime la forza di gioco teorica di uno scacchista) che lo qualifica Maestro Internazionale.
Parallelamente all'impegno agonistico Piero si prodiga da anni per divulgare la disciplina degli scacchi sul territorio di Ancona e delle Marche. È Istruttore Tutor della FSI (il livello più alto d'istruttore nella Regione), ha insegnato nelle scuole di diversi comuni marchigiani, segue giovani allievi e tiene corsi per tutti i livelli all'Accademia Scacchistica Ancona. "Gli scacchi sono più di un gioco, insegnano la disciplina e il rispetto delle regole, sviluppano capacità di risolvere i problemi in modo autonomo, memoria, concentrazione, gestione del tempo e delle risorse, rafforzano il carattere e l'autostima, la determinazione ma soprattutto hanno un profondo impatto sul modo di porsi di fronte ai problemi: non abbattersi o sfuggire le difficoltà, ma rispondere a gli stimoli della vita con un atteggiamento propositivo. Il Parlamento Europeo nel 2012, con una dichiarazione scritta, ha invitato tutti i Paesi dell'Unione a rendere gli scacchi materia curricolare nelle scuole, un invito che è stato recepito in Spagna dove sono materia di studio negli istituti di ogni livello. In Italia stiamo rimanendo indietro, vengono percepiti come una distrazione dallo studio, sebbene numerose ricerche scientifiche abbiano dimostrato come siano propedeutici a tutte le altre materie".
" In Ancona sono stati organizzati alcuni corsi nelle scuole, ma sono stati improntati piu' allo sbocco agonistico che alla didattica formativa, con risultati a volte controproducenti. Gli scacchi dovrebbero essere insegnati ai bambini in maniera strutturata, da personale professionale ed in possesso delle piu' alte qualifiche certificate dalla FSI. L'insegnamento ai più piccoli va incentrato sull'aspetto istruttivo e socializzante: l'attività agonistica puo' venire in un secondo momento, eventualmente assecondando una naturale propensione o attitudine del giovane giocatore".
Il Maestro Piero Bontempi frequenta abitualmente l'Accademia Scacchistica Ancona (A.S.A.) di cui è socio. Il circolo è aderente al circolo CRUA dell'Università Politecnica delle Marche e aperto a giocatori di qualsiasi livello ed età. L'invito a partecipare è aperto a chiunque voglia scoprire questa fantastica disciplina in un ambiente amichevole che offre la possibiltà unica di confrontarsi con giocatori di ogni livello, dal principiante al Maestro Internazionale.
Il sito web dell'Accademia: www.asascacchi.it
Per contatattare direttamente il Maestro: pbscacchi@libero.it

Questa è un'intervista pubblicata il 17-10-2017 alle 18:26 sul giornale del 18 ottobre 2017 - 3426 letture
In questo articolo si parla di scacchi, ancona, Filippo Alfieri, Piero Botempi
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