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comunicato stampa

I soci di Banca di Ancona votano la fusione con la Bcc di Falconara

2' di lettura

La Banca di Ancona guarda al futuro senza dimenticare la sua storia. Ecco la sintesi del pensiero del consiglio direttivo della Banca di Ancona dal quale nasce la proposta ai 3300 soci di approvare il progetto di fusione tra lo stesso istituto e la Banca di Credito Cooperativo di Falconara Marittima.

La convocazione dell’assemblea ordinaria e straordinaria dei soci è prevista per domenica 29 ottobre alle ore 10 nella sala convegni della FIGC ad Ancona.

L’assemblea è stato preceduta da un incontro preliminare con i soci nel quale approfondire i temi.

“Stiamo rispettando in modo puntuale il piano industriale. I risultati dell'esercizio saranno quelli attesi - ha detto il presidente Luigi Giulietti - ma, per dare seguito ai suggerimenti della Banca d’Italia, che giustamente promuove le aggregazioni sul territorio finalizzate all'incremento dei patrimoni delle banche, alla riduzione dei costi, attraverso le economie di scala, abbiamo avviato il progetto di fusione con la Bcc di Falconara M. che consentirà al nuovo soggetto di operare su circa 40 comuni ed avere un bacino di circa 400mila persone, su un territorio, che da Ancona arriverà a Senigallia, Jesi, Osimo, Castelfidardo, la zona costiera fino a Porto Recanati e molti comuni della vallesina. La fusione, naturalmente, comporterà l'aumento della compagine sociale a circa 5.000 unità.

Il presidente ha ricordato che la sede legale e operativa della banca che nascerà resteranno ovviamente nella città di Ancona.

Luigi Giulietti ha inoltre ripercorso sinteticamente le tappe del recente passato della Banca di Ancona (valore del patrimonio ricevuto in consegna), il presente (i risultati gestionali degli ultimi esercizi, sottolineando in particolare la bontà del credito erogato), il futuro, ossia le maggiori dimensioni che dovrebbero offrire migliori servizi alla clientela, con la salvaguardia della Capogruppo, che sarà una delle maggiori banche sul mercato nazionale).

“E’ evidente - ha aggiunto Giulietti - che la dimensione piccola delle banche non lasciava molte prospettive per il futuro e quindi c’è sembrato giusto anticipare una strada che ritenevamo strategicamente ineludibile".

La fusione avviene sostanzialmente alla pari con 5 amministratori espressione di ciascuna delle due banche che siederanno in quello che sarà il nuovo consiglio di amministrazione. Tecnicamente si parla di fusione per incorporazione che è la procedura che di fatto si configura come la più agile, indipendentemente dagli aspetti formali, necessitando dell’avallo all’operazione della Banca d’Italia e non invece dalla Bce come sarebbe necessario in caso di fusione. Le banche hanno pari dignità, dimensioni e caratteristiche sostanzialmente identiche.

Oggi la parola passa all’assemblea.





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 29-10-2017 alle 12:10 sul giornale del 30 ottobre 2017 - 1448 letture