Il presidente dell’antimafia Rosy Bindi ad Ancona: “Nessuna organizzazione mafiosa stabile, ma attenzione a infiltrazioni e riciclaggio”

La Presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, ha incontrato Giovedì pomeriggio a Palazzo delle Marche, su invito del Presidente del Consiglio regionale, Antonio Mastrovincenzo, i Presidenti dei Gruppi consiliari delle Marche. Sebbene sul territorio regionale non si attesti la presenza stabile di organizzazioni mafiose emerge la necessità di una continua vigilanza per arginare fenomeni di riciclaggio e infiltrazioni negli appalti pubblici, soprattutto nel contesto della ricostruzione del terremoto.
“Quando diciamo che le mafie non si sono insediate, non significa che non ci siano presenze” spiega la Presidente della Commissione antimafia Bindi, “ma che non si riscontra la presenza di organizzazioni stabili”.
“Le marche sono tra le regioni più ricche del centro nord, in cui però la crisi si è fatta sentire, con un grande porto che comporta flussi di stupefacenti e la ricostruzione per il terremoto, che si appresta ad essere il più grande cantiere d'Europa. Tutte condizioni perché sia un territorio d'attenzione per le organizzazioni mafiose”.
La presenza della criminalità organizzata si segnala per ora solo nei fenomeni di riciclaggio, con cui denaro illegale viene immesso nel mercato per essere ripulito. “Riguardo questo fenomeno” continua la Bindi “non bisogna abbassare la guardi. Così come per la ricostruzione sarà centrale la vigilanza, a partire dall'impegno degli amministratori, ma anche banche imprenditori e cittadini. É confortante l'attenzione mostrata da tutte le forze politiche. Magistratura e Forze dell'ordine possono intervenire solo a reato compiuto e in presenza di prove. Un amministrazione può debellare tentativi di infiltrazione anche solo grazie a semplici sospetti, importante in questo senso la legge sulla legalità di cui le Marche si sono dotate”.
Una mafia, quella descritta dalla Bindi, che ha abbandonato la via della violenza, per cercare su un piano, apparentemente legale, il dialogo con politica e imprenditoria: “Ma le amministrazioni hanno sviluppato i giusti anticorpi a questo tipo di mafie. Casi come l'Expo o la ricostruzione dopo il terremoto in Emilia ci insegnano che possiamo fermarli”. E a chi sostiene che l'eccessiva burocrazia, impiegata per arginare i fenomeni di corruzione, allunghi troppo i tempi di lavoro, sopratutto in relazione alle tematiche del sisma la Presidente della Commissione risponde: “ Le procedure devono essere quelle sperimentate, ma tutto questo non confligge, quando si lavora bene, con la necessità di rapidità. Abbiamo visto i tempi di costruzione allargarsi maggiormente quando i lavori si fermano perché si scopre il ricatto della mafia”.
Questo è un articolo pubblicato il 16-11-2017 alle 19:11 sul giornale del 17 novembre 2017 - 1213 letture
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