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Tombolini sull'asfaltatura Viale: “ Budget raddoppiato, qualità che non rispetta il capitolato e nessun collaudo. L'amministrazione provveda”

2' di lettura Ancona 23/11/2017 - Stefano Tombolini, consigliere comunale Sessantacento, e Italo D’angelo (La Tua Ancona), hanno incaricato l'ingegnere Giuseppe Lucarini di redigere una perizia critica sui dati sulla prova dei materiali stillati su incarico del Comune dalla società STS. Numerose le voci al del valore previsto dal capitolato, che impedirebbero secondo l'ingegnere di superare la prova di collaudo, fin'ora rimandata.

“I lavori erano stati programmati con ben due anni di anticipo, sarebbero dovuti finire nel Dicembre 2016 e invece sono terminati a Maggio 2017, costando quasi il doppio del previsto e con una qualità finale di materiali e messa in opera inferiore a quella prevista dal capitola del concorso” Spiega Tombolini, “Le nostre non sono contestazioni politiche, ma puramente tecniche e affidate sulla lettura di un professionista. Presenteremo il report dell'ingegnere Lucarini agli negli atti comunali, così che l'amministrazione prenda una decisione sul da farsi sulla base degli stessi”.

Dall'esame dei risultati sui materiali, secondo Lucarini le capacità di resistenza del nuovo manto stradale non sarebbero tali da superare la prova di collaudo, prevista entro sei mesi dalla fine dei lavori, data già sforata: “Tra le mancanze le più critiche sono quelle della percentuali dei vuoti ( il grado di “porosità” de bitume N.d.R.), previste per un valore del 2-4, ma che raggiungono anche il 9%. Criticabile anche la decisione in corso d'opera di sostituire all'inerte vergine previsto quello di asfalto riciclato. Nonostante la qualità minore è stato anche pagato un sovrapprezzo per l'inerte riciclato che ha aumentato il prezzo originale del 167%”. “Il direttore dei lavori incaricato dal comune avrebbe dovuto contestare la realizzazione e pretendere il rifacimento del manto, ma c'è stata la volontà di chiudere il cantiere ormai aperto da mesi”.

Il Consigliere Italo D'Angelo si esprime sulla questione: “I consiglieri di minoranza sono dovuti a provvedere che la Pubblica Amministrazione operi con regolarità e trasparenza. Ci siamo attivati per portare a termine l'interesse e il bene della nostra città. Sono inutili le manifestazioni sulla trasparenza se poi vediamo appalti importanti condotti con modalità incerte”.

Se il Collaudo, già in ritardo sui tempi previsti dalla normativa, dovesse fallire, secondo l'ingegner Lucarini, la strada più consona da intraprendere dal Comune sarebbe contestare alla ditta i lavori e i procedere con la rimozione e la riasfaltatura a carico della ditta appaltatrice. Non avendo però i costi superato il milione di euro (920 mila il totale dei lavori), si potrebbe procedere con la semplice dichiarazione di regolare esecuzione dei lavori, ma Lucarini avverte: “Sulla base dei dati da me analizzati c'è da aspettarsi che il manto stradale subisca danni ben prima della data prevista dal progetto”.


di Filippo Alfieri
redazione@vivereancona.it





Questo è un articolo pubblicato il 23-11-2017 alle 19:55 sul giornale del 24 novembre 2017 - 2168 letture

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