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comunicato stampa

Truffe online e assegni clonati. Fermata dai Carabinieri pericolosa banda. Ignara complice una studentessa 28enne

4' di lettura

È stata la denuncia di una delle vittime che truffava utenti, falsificando assegni ottenuti tramite finte offerte di macchine su un sito, a far venire alla luce il sofisticato sistema dei truffatori, disposti anche alla violenza pur di mettere le mani sull'agognato bottino. Da da Pordenone, la pericolosa banda ritenuta affiliata a criminali di etnia sinti, operava fino ad Ancona. Sei truffe accertate da circa 150 mila euro.

L'iter iniziava con l'individuazione della vittima/complice. I due uomini di origine sinti, residenti a Pordenone, grazie alle due complici domiciliate ad Ancona, C.M. romana di 39 anni e P.I.C. romena di 32, individuavano un'inconsapevole innocente, in genere una ragazza sempre sotto i 30 anni di età. Le ragazze prescelte, venivano convinta dalle due donne della banda a incassare un assegno circolare a loro nome, da versare poi su un diverso conto corrente, tenendo per se un parte della somma. In realtà, senza saperlo, si rendevano complici di una sofisticata truffa.

Una volta accettato i due uomini, con gli pseudonimi di Marco e Giorgio, mettevano in vendita su siti dedicati all'usato, grandi e potenti macchine (Bmw, Ferrari, Porche in realtà inesistenti) con qualche anno e a prezzi vantaggiosi. Un'esca attraente, che non mancava mai di attirare qualcuno, convinto di concludere un ottimo affare. Ma le vittime non erano semplici sprovveduti che versavano la somma senza aver visto la macchina. I due uomini infatti si facevano semplicemente mandare la foto via messaggio di un assegno compilato a nome della ragazza selezionata, asserendo che con tale testimonianza di buona fede sarebbe venuta la prelazione rispetto ad altre offerte. I compratori non potevano immaginare che i due truffatori erano in grado di realizzare una perfetta copia dell'assegno solo dalla foto inviata tramite telefono. Un vero e proprio clone, capace di ingannare anche l'occhio esperto dei cassiere delle Poste. Era infatti qui che con l'assegno falsificato veniva incassata la somma dalla complice ignara, scortata dalle due donne della banda. Una volta incassata la somma questa veniva prelevata e consegnata sempre alle due donne che la spartivano con i truffatori di Pordenone.

Proprio una delle ignari complici, una 28enne studentessa ad Ancona, capito che qualcosa non andava in quella richiesta si rivolgeva ai Carabinieri della stazione di Brecce Bianche. La ragazza aveva incassato la somma di 26 mila euro per la vendita di una Bmw X4. A questo punto la ragazza si era rivolta ai militari, che le assicuravano protezione dalla banda, che voleva in dietro la somma truffata. Così la ragazza era raggiunta inaspettatamente sotto casa dalle due complici, che le impedivano di rientrare, portandola con costrizioni e minacce alle poste di via XXIV maggio per ritirare la somma. Denaro che la ragazza non poteva prelevare, essendo la sua postepay stata bloccata dai Carabinieri. Iniziavano quindi le intimazioni e minacce: “Non ti conviene creare problemi. Non hai capito con chi hai a che fare, loro ti vengono a cercare a casa”, portando con la forza la studentessa nel proprio appartamento, dove avrebbero dovuto raggiungerle i due mandanti, per concludere con metodi violenti la trattativa. Ma sulla vittima già vegliavano vegliavano i Carabinieri, che a distanza tenevano sotto controllo la situazione, intervenendo quando oramai non c'era più ombra di dubbio sulla colpevolezza delle due truffatrici.

Le due donne C.M. e P.I.C. venivano dunque tratte in arresto in flagranza di reato, ma ancora a piede libero risultavano i due truffatori, finalmente tratti in arresto dagli uomini della Stazione di Ancona Brecce Bianche alcuni giorni dopo nella Provincia di Pordenone, dove i 28enni B.S. e Z.S. ,tra l'altro parenti, venivano tratti in arresto, eseguendo l'ordinanza di custodia cautelare del GIP di Ancona Carlo Cimini.

Almeno 6 le truffe, per un bottino di 150 mila euro, eseguite con questo metodo su tutto il territorio Italiano e in almeno due casi le ragazze ingannate per incassare l'assegno contraffatto erano di Ancona, dove domiciliavano le complici, una delle quali si scopriva essere stata sentimentalmente legata ad uno dei due truffatori. Sui 4 incombono gravi accuse, come truffa e sequestro di persona a fini di estorsione. Accuse a cui potrebbero aggiungersi altri capi essendo le operazioni investigative ancora in atto, per determinare possibili altri casi di truffa e minacce.

Alla studentessa 28enne che ha trovato il coraggio di denunciare, anche mettendo a rischio la propria incolumità, va la riconoscenza delle divise e soprattutto dell'uomo a cui erano stati indebitamente sottratti 26mila euro con l'efficace stratagemma.





Questo è un comunicato stampa pubblicato il 26-03-2018 alle 17:16 sul giornale del 27 marzo 2018 - 2218 letture