Milena Gabanelli inaugura l'anno accademico dell’Univpm: “Studenti fate la vostra parte e cambiate l'Italia”, Longhi : “Il futuro è vostro e di chi lo sa costruire e ideare”

Risultati passati e direzioni per il futuro, il tema centrale dell'inaugurazione dell'Anno Accademico 2017/18 inaugurato Lunedì mattina all'aula magna di ingegneria. Il 49esimo anni di attività per l'Università Politecnica delle Marche, un percorso segnato dalla crescita del Polo anconetano, nonostante il contesto segnato da una continua diminuzioni dei contributi statali.
“Bisogna fare di più”, analizza però il Retttore Sauro Longhi nella sua Relazione, “Il Paese ha bisogno del doppio dei Laureati che abbiamo oggi. Non dobbiamo perdere questo treno dello sviluppo, seguito da tutta Europa”. Un'università internazionale ed Europea quella di cui ci parla Longhi, che sprona professori e studenti a varcare le soglie dell'università verso il mondo e tornare arricchiti: “Lo scambio e contaminazione di culture e di esperienze è un contributo fondamentale per la crescita dell'Ateneo e dei territori”. Un impegno che sia affianca allo slancio nell'impegno di garantire il diritto allo studio a tutti: “Oggi il 77% dei nostri studenti proviene da famiglie di non laureati, a conferma del ruolo di ascensore sociale che la nostra università svolge”.
Un campo in cui si può fare ancora di più secondo il rappresentante degli Studenti Leonardo Archini che si fa promotore delle istanze dei colleghi, in particolare richiedendo al corpo docenti un maggior coinvolgimento tra corpo docente e studenti, per un impegno che vada al di là degli appuntamenti didattici nella concezione di un Ateneo culla di crescita non solo professionale ma anche culturale.
Come bandiera della ricerca, anche declinata al femminile, la prolusione della Professoressa Stefania Gorbi, sui rischi dell'inquinamento del mare e delle riserve d'acqua. Un monito sul nostro stile di vita e su come la ricerca e la conoscenza siano alla base del processo di cambiamento, oramai necessario e non rinviabile per assicurare il futuro alle prossime generazioni.
Conclude l'incontro, davanti alla platea gremita non solo di studenti e corpo docenti, ma anche dalle più alte caricare di comune e regione: Il presidenti della Regione Ceriscioli e del Consiglio Regionale Mastronunzio e i capigruppo dei partiti eletti nel consiglio regionale, il Sindaco di Ancona Mancinelli e diversi esponenti della Giunta comunale, i più alti gradi dei corpo delle Forze dell'ordine e della magistratura e l'Arcivescovo di Ancona Angelo Spina, la Giornalista Milena Gabanelli.
“È la prima volta che partecipo all'inaugurazione di un Anno Accademico” esordisce la giornalista, un intervento inedito, che ha infatti offerto un lato commosso ed un orazione sentita, inedite per la figura di giornalista professionalmente impassibile alla quale il pubblico si è abituato nei suoi programmi. Una comunicazione accomunata in ogni media dalla velocità, una velocità espressa dai media online, spesso raffazzonati, ma che esercitano una continua pressione sui media tradizionali. “Pretendere un'informazione più approfondita è una decisione da portare avanti anche dagli stessi utenti. I media tradizionali offrono maggior accuratezza grazie alla presenza degli editori. Ma c'è un intera generazione che si informa solo sul web. Un problema di tipo tecnologico e tradizionale. Sta a chi si è formato sui media tradizionali trovare nuovi linguaggi dedicati e contenuti appositi. Ma quando sbarchi negli ambiti culturali del web devi essere disposto a prenderti gli insulti. Viene da chiedersi, chi me lo fa fare? Ma è lì che bisogna portare qualità e professionalità. Dai 35 in giù attingono da li. Ignorare tutto questo è veramente colpevole”.
La Gabanelli analizza anche un altro tipo di incomunicabilità. Quella tra enti che non comunicano, Ministero che comunica male con l'università, l'università con il mondo. “Persino chi scrive le leggi sembra a volte che non abbia nessuna conoscenza dell'ambito in cui opera. Quale è il problema? Il reclutamento di una classe dirigente che non avviene sulla base del merito. Sul lungo periodo questo si paga. Un sintomo espresso da ¼ dei ragazzi italiani tra i 15 e i 29 anni non studia e non lavora. Io non escludo da questo la mia responsabilità, né quella del ministero, né quella dei ragazzi. Ma bisogna agire per modificare la situazione. Siamo abituati anche nell'università (Ancona è sicuramente un'eccezione) a vedere professori assenti che hanno contatti con gli studenti solo durante le lezioni. All'estero viene invece privilegiato un rapporto continuo con i ragazzi. Gli insegnanti sappiano conoscere gli studenti e valorizzare i loro talenti e la loro unicità, facendogli scoprire i propri talenti. Perchè quando avranno scoperto il loro talento sapranno fare grandi cose e le faranno al meglio. Avviarli al successo personale fin dalle elementari. Penso che cosa terribile sia fare un lavoro che non si apprezza per 8 ore al giorno tutti i giorni fino al momento della pensione. UN lavoro che non solo non ti piace, ma per il quale non sei portato. Un sistema che non riconosce i talenti porta i migliori ad andarsene. Un individuo sulla formazione del quale lo stato ha investito per 18 anni che diventa la risorsa di un altro Paese. E qui rimangono i mediocri, quelli che non hanno alternative, ma anche i “tignosi”, ovvero quelli che non si arrendo. Se questo Paese ha ancora delle speranze è grazie a loro”. La giornalista conclude commossa con un appello agli studenti: “Studenti fate la vostra parte, pretendete che vi venga dato quello a cui avete diritto e abbiate coraggio, si vive una volta sola”.
Questo è un comunicato stampa pubblicato il 27-03-2018 alle 12:34 sul giornale del 27 marzo 2018 - 850 letture
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