“Case popolari prima agli Anconetani”, Tombolini chiede nuovi criteri per l'assegnazione

Un tema, quello delle case popolari,che promette di essere tra i più caldi della campagna elettorale per le amministrative già entrata nel vivo. Contestati dal candidato Tombolini gli attuali criteri di assegnazione degli alloggi popolari che fanno sì che il 75% degli aventi diritto risulti straniero, ma anche i rapporti tra l'amministrazione e l'Erap, l'ente di assegnazione degli alloggi.
“Su 100 mila abitanti gli stranieri sono il 12 mila, circa il 10% della popolazione, ma basta scorrere la lista delle assegnazione per accorgersi che i nomi italiani sono in netta minoranza. Il 75% circa delle case assegnate va a famiglie straniere, neanche delle comunità più presenti sul territorio come quella rumena o albanese, ma spesso a provenienti da altre nazioni. Vorremmo quindi modificare il regolamento delle assegnazioni con 2 concetti fondamentali:
Vorremo che una percentuale fosse riservata a famiglie italiane, che l'80% circa degli alloggi fosse garantito ad anconetani. Un criterio adottabile immediatamente. Riproporzionare l'assegnazione degli alloggi cambierebbe completamente le dinamiche a favore dei cognomi italiani.
Secondo vorremmo sollecitare la Regione modifichi il criterio di individuazione degli aventi diritto all'alloggio popolare. Ad ora è previsto che il richiedente risieda o lavori ad Ancona, noi vorremmo che quel ”o” diventi un “e”. Vivere e lavorare nel contesto del comune deve essere un criterio fondamentale per dimostrare l'integrazione nel territorio.
Altre amministrazioni hanno già agito in tale direzione, come la Legge Regionale della Lombardia, per noi questo è il modello di sviluppo. Insieme ad una diversa gestione dei rapporti con l'Erap. I soldi ricavati dagli affitti ad oggi non sono sufficienti neanche ha gestire la manutenzione degli stabili. L'Erap spende più soldi di quelli che incassa, alcune modifiche vanno fatte”.
Un tema che vede senz'altro unite tutte le compagini della coalizione, a partire dalla Lega, il cui segretario provinciale Bevilacqua rivendica l'adozione di misure simili in diversi comuni Italiani amministrati dal carroccio “Il Sindaco leghista di Cascina, Susanna Ceccardi, è stata la prima ad agire in questo senso, imponendo che prima dell'assegnazione ci fosse una verifica dei beni posseduti dai richiedenti alloggi nel loro paese di origine, verificata dalle ambasciate del Paese di provenienza. Molte di queste persone, anche se immigrati economici, hanno beni a casa loro. Mentre il colpo d'occhio delle liste di assegnazione è inesorabile. Solo al 9° posto si incontra un cognome italiano”.
“Nessuno vuole dire che i redditi più bassi non vadano aiutati” specifica la coordinatrice di Forza Italia Ancona, Antonella Andreoli “Ma il problema è a monte, si concede il permesso di soggiorno a persone che non sono in grado di sostenere se stesse, complice anche una errata valutazione dell'ISEE”. Linea ribadita anche dal Consigliere Comunale di FI Daniele Berardinelli: “Sono provvedimenti già presi da altri comuni ai quali bisogna affiancare delle pressioni sulla Regione per modificare la Legge Regionale. Bisogna incrementare anche i controlli dell'Erap. Alcuni appartamenti risultano sfitti o subaffittati e la situazione economica esposta al momento della richiesta non viene ricontrollata al momento dell'assegnazione, che avviene anche svariati anni dopo, concedendo alloggi a chi non ha bisogno”.
“Questa volta prima gli italiani non è uno slogan, ma una pratica di governo” dichiara il portavoce comunale di Fratelli d'Italia Angelo Eliantonio “Lo abbiamo ascoltato nei quartieri, ce lo chiedono le giovani famiglie costrette ad aspettare anche 10 anni per l'assegnazione. Questo ragionamento lo impone la realtà”. Un pratica che va affrontata con precisione tecnica per evitare ricorsi secondo il Portavoce Regionale FdI Carlo Ciccioli, che rilancia due temi: il controllo sugli appartamenti Erap abbandonati e spesso occupati abusivamente. E quello della giustizia sociale che vedrebbe gli italiani vittima di una discriminazione al contrario, nella quale gli immigrati godono di maggiori diritti. “Citando il Vangelo Gesù dice ama il prossimo tuo quanto te stesso. Come te stesso rappresenta l'equità di cui c'è bisogno su questo tema”.
Una distinzione quella tra cittadini anconetani e stranieri che impone una riflessione sul ruolo di un cittadino all'interno della comunità. Quando un cittadino straniero può considerarsi un anconetano? “Un processo che richiede gradualità. Sono sicuramente anconetani coloro che hanno ottenuto la cittadinanza e il diritto di voto” secondo il candidato sindaco Tombolini “è necessario tempo per integrarsi sul territorio, dove si vive e lavora. Alcuni comuni per poter fare richiesta di alloggio hanno selezionato 5 anni di permanenza altri 7 o 10, valuteremo in coalizione quale sarà il criterio del gruppo su basi statistiche e numeriche che utilizzeremo anche per determinare il concetto di proporzionalità nella distribuzione”.
Questo è un articolo pubblicato il 07-04-2018 alle 16:37 sul giornale del 08 aprile 2018 - 3059 letture
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