Lettera di Andrea Raschia: "Con la Mancinelli verso il 2023"

"Illustrato al Consiglio comunale, prende ormai forma il primo atto politico del Mancinelli bis con gli obiettivi strategici che delineano l'Ancona del futuro. Traguardo 2023"
"Polemiche a parte perfino scontate con i banchi dell'opposizione, i problemi iniziano adesso con i primi passi da muovere; il cammino vero da intraprendere che -al netto di un'efficace azione amministrativa da rendere certo più tonica, puntuale ed efficiente, si preannuncia tutt'altro che agevole in particolare con l'incomprensibile stop imposto dal Governo a preziosi e vitali finanziamenti per ben 96 città italiane, 12 milioni per Ancona così indispensabili per 'avviare opere di riqualificazione della periferia.
Proprio in ragione di questo assurdo intralcio, rileva la capacità del Sindaco e di un'intera Città di offrire comunque prova orgogliosa nel saper reagire per ottenere il doveroso rispetto dei patti. Per quanto la strada rimanga in salita, il punto segnato non è da sottovalutare: importante risultato stavolta non solo a favore dell'amministrazione, dopo esiti elettorali per certi versi sorprendenti che hanno portato la Mancinelli, protagonista assoluta, ad esercitare un ruolo di primo piano in un centrosinistra ovunque a pezzi e malconcio; ancora smarrito mentre si interroga sulle azioni da assumere e i passi da muovere per tornare ad essere protagonista.
Ecco la vera lezione da trarre: un governo, in generale la gestione della cosa pubblica, risulta efficace se svolta CON i cittadini, attraverso solidi processi di partecipazione attiva da rigenerare e sostenere, indispensabili anche per ricostruire fiducia e consenso ampio nelle Istituzioni, Beni comuni. Si deve avere maggiore consapevolezza che la nostra è una Repubblica democratica e ad ognuno di noi spetta il compito di farla funzionare per rispondere anche a questioni fondamentali, tutt'ora irrisolte che, anzi, si sono aggravate.
Come non vedere, infatti, l'ingigantirsi degli ostacoli materiali all'affermazione e allo sviluppo della persona umana?
Proprio i nostri padri hanno fortemente inteso fissare nella Legge fondamentale un principio guida: "rimuoverli! per consentire effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale."
Nonostante l'alto e nobile sacrificio di una generazione così consapevole, ci si è pericolosamente allontanati da quel solco: oggi, con la messa in discussione di quel principio, è a rischio il valore fondante per la tenuta della nostra società, della sua coesione sociale: la prospettiva di uguaglianza vera delle persone.
Il maturare dell'età può regalare saggezza e un pizzico di presunzione: come quella di considerare ormai largamente inadeguato un personale politico che ha fatto il proprio tempo offrendo uno spettacolo poco edificante. Si tratta di una delle ragioni che spiega il progressivo allontanarsi delle persone, in particolare dei giovani, dall'esercizio attivo della politica; politica che -anche a causa di questo fatto- alla fine finisce per restare sempre più saldamente proprio in mani inadatte. Inconfutabili prove e dati alla mano confermano il quadro cupo, col risultato che il Paese continua a declinare sempre più pericolosamente. La situazione è allarmante e dovrebbe destare preoccupazione tra le persone di buona volontà che hanno a cuore se non altro il futuro dei propri cari.
In gioco ci sono interessi materiali che devono trovare finalmente risposta in un disegno complessivo capace di contemperare, tenendole assieme, esigenze diverse.
Servirebbero maggiori competenze, sensibilità, passione e disinteresse: ecco gli ingredienti da restituire alla Politica per assicurare benessere generale, il Bene comune.
Altrimenti si consoliderà quell' insano convincimento -che si fa largo e invece mina il vivere civile- secondo il quale in democrazia "l'ignoranza vale quanto la conoscenza".
Il cambiamento è necessario, ma dobbiamo imprimere la giusta direzione di marcia, quella indicata dalla Costituzione.
ln questo frangente si possono accorati appelli di intellettuali rivolti a ciascuno di noi al fine di promuovere ed evidenziare i problemi reali della nostra vita quotidiana cui è indispensabile dare subito risposte efficaci e civili, un orizzonte ancora assente dal contesto.
Pensare di far nascere nuove formazioni politiche si è finora rivelato del tutto illusorio, inutile, perfino pericoloso per il futuro del Paese, se si butta un occhio agli ultimi eventi.
Il contenitore, invece, deve essere un vero e grande partito, democratico: si tratta di occupare le strutture oggi disponibili, per rinnovarle a misura di interessi generali e genuinamente popolari; alimentando discontinuità per produrre discontinuità dall'interno con una netta, visibile e significativa rottura col passato, anche recentissimo.
Così si può delineare il partito davvero riformista, capace cioè di organizzare la coscienza critica dei cittadini senza la quale non vi è alcun processo di trasformazione; con una chiara visione di società più giusta, che abbia basi solide per ricostruire il tessuto democratico; un sistema di istruzione efficiente; con protezioni sociali di qualità; e con istituzioni capaci di orientare crescita sostenibile garantendo opportunità di lavoro certo, tutelato e sicuro; in grado di redistribuire equamente la ricchezza prodotta; e nello stesso tempo volte a misurarsi con tutti i problemi complessi che affliggono il nostro tempo.
Ecco i tratti, il comun denominatore del nuovo inizio.
Il momento richiede assunzione di responsabilità e il contributo di ogni persona di buon senso capace di ritrovarsi per un fine superiore. Non si tratta di ridursi a far pressione, ma essere i diretti e attivi protagonisti.
Quanti ritengono di dover condividere queste premesse farebbero bene a ritrovarsi per riprendere quel cammino interrotto, per ritessere quel filo che dà corpo ad una Società e senso alla vita delle persone".
Questo è un articolo pubblicato il 05-09-2018 alle 01:56 sul giornale del 06 settembre 2018 - 402 letture
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