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comunicato stampa
Pozzo di perforazione tra Ancona e Falconara, Altra Idea di Città: "Ennesima scelta dannosa"

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"Abbiamo appreso in questi giorni la notizia che la multinazionale Eni ha richiesto la costruzione di un nuovo pozzo di perforazione a soli 35 km dalla costa tra Ancona e Falconara".

L’iter burocratico per concedere il via libera alla piattaforma è al vaglio del Comitato tecnico per la valutazione sull’impatto ambientale (CTVIA).

L’8 agosto la società Eni ha presentato al ministero dell’ambiente la richiesta di concessione di un nuovo pozzo. Ora cosa è possibile fare?

Intanto i cittadini tutti ed i Comuni sia di Ancona che di Falconara, possono presentare osservazioni al progetto entro 60 giorni dalla presentazione di suddetta richiesta (ovvero entro il 1dicembre 2018) e questo è il primo fronte su cui impegniamo il nostro movimento politico.

L’ Art 4 comma 3 del codice dell’ambiente recita che “La valutazione ambientale di piani, programmi e progetti ha la finalità di assicurare che l'attività antropica sia compatibile con le condizioni per uno sviluppo sostenibile, e quindi nel rispetto della capacità rigenerativa degli ecosistemi e delle risorse, della salvaguardia della biodiversità e di un'equa distribuzione dei vantaggi connessi all'attività economica.”

In una nota la società Eni dichiara che non sussisterà “nessun disturbo alla salute pubblica e all’ambiente”.

Ci chiediamo come questo sarà possibile dal momento in cui quotidianamente la città di Falconara, e di riflesso quella di Ancona, è invasa da esalazioni tossiche e/o residui di materiale catramoso sulla spiaggia antistante la Raffineria.

E’ di pochi giorni fa il ritrovamento di Grumi di Morchia di idrocarburi sulla spiaggia di Falconara M.

Di fronte a tutto questo Altra idea di città continua a sostenere le lotte ambientali cittadine, dal Comitato Trivelle Zero al Comitato Mal’aria di Falconara, sostenendo la necessità di una nuova politica energetica alternativa, che punti all’eliminazione delle fonti fossili e tuteli l’ambiente e per questo si batterà affinchè questo nuovo pozzo non prenda vita; c’è in ballo la salute della nostra città e del nostro territorio.

La domanda resta dunque sempre la stessa: come è possibile continuare ad investire nelle energie fossili, nonostante gli accordi presi a livello globale e nonostante le promesse dell’attuale governo che, durante la campagna elettorale e negli anni, ha sempre sostenuto politiche energetiche alternative? Come mai ora cambia strategia? Davvero i poteri economici giocano un ruolo cosi importante da soppiantare il diritto costituzionale alla salute e all’ambiente?



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