Operazione Romanì: furti ad Ancona e non solo, i Carabinieri arrestano banda di donne

Con scuse e pretesti si facevano aprire la porta dalle anziane vittime per poi derubarle. 7 i casi in provincia di Ancona. L’appello dei Carabinieri: “Non aprite la porta a sconosciuti”
A mettere i Carabinieri sulle tracce delle 4 donne rom, residenti nel teramano, un precedente furto in Ancona. La banda che si era introdotta in un appartamento di via Oberdan aveva portato i Carabinieri ad indagare su furti in abitazione eseguiti con la stessa modalità.
Così i Carabinieri della compagnia di Osimo si sono imbattuti nelle attività di una banda di 4 donne, che sempre con le stesse modalità avevano compiuto numerosi furti ad Ancona e dintorni. Un modus operandi che gli investigatori avevano imparato a conoscere. Occultando il proprio aspetto con occhiali parrucche e trucco due donne della banda si facevano aprire la porta dalle anziane vittime, mentre le altre due rimanevano in strada a fare il palo. I più svariati i pretesti per entrare in casa. Il più utilizzato fare riferimento a cartelli di “Affittasi” o “vendesi” presenti fuori dal palazzo per chiedere informazioni al anziano inquilino o spacciarsi per addetti del comune nell’informazione sulla raccolta differenziata, ma anche millantarsi come dottoresse o parrucchiere o massaggiatrici. Mentre una delle due donne rimaneva a parlare con l’anziano la complice si allontanava con una scusa, iniziando a frugare tra i cassetti della casa, sottraendo contanti monili in oro e argento e carte di credito.
“Un crimine particolarmente odioso, perché va colpire una fascia di popolazione debole” osserva il Comandante dei Carabinieri della Provincia di Ancona Cristian Carrozza. I derubati, accuratamente selezionati prima, erano infatti sempre persone anziane (dai 71 ai 96 anni) e sole, che con doti affabulatorie le donne riuscivano facilmente a distrarre mentre la complice svaligiava la casa. 23 le rapine imputate alla banda tutta femminile e con una preferenza nel colpire proprio le donne, compiute tra il primo agosto del 2018 e il 29 novembre del 2019. La banda era attiva in tutto il centro Italia, operando in Lazio, Toscana, Emilia Romagna e Marche, così da complicare le operazioni degli inquirenti ed essere meno riconoscibili. Tuttavia la preferenza per la provincia di Ancona, nella quale sono stati portati a segno ben 7 furti (3 ad Ancona, 2 Falconara, 2 a Chiaravalle e 1 a Senigallia) hanno messo i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radio Mobile della Compagnia di Osimo sulla pista giusta per assicurare alla giustizia le rapinatrici.
Un’indagine lunga e articolata, che ha trovato proprio nelle testimonianze degli anziani derubati la chiave di volta per l’identificazione delle 4. Nonostante i mascheramenti utilizzati durante le rapine e il metodo che le vedeva alternarsi nei ruoli di rapinatrice, “distrattrice” e palo, i testimoni hanno riconosciuto nel fotosegnalemento delle sospette proprio le donne da cui erano stati derubati. Dalle ricostruzioni dei Carabinieri il bottino dei 9 mesi di furti ammonterebbe ad un totale di 85 mila € tra contanti, carte di credito e monili in oro, somma che non è stato possibile recuperare.
Le quattro donne erano tutte di origine rom e residenti nel Teramano venivano arrestate nella mattina di martedì. La banda familiare, madre, figlia, zia e una parente meno prossima, si ritrovavano in galera con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti pluriaggravati in concorso e indebito utilizzo di carte di credito. Ora le donne rischiano dai 3 ai 7 anni di carcere. Tutte e 4 risultavano pregiudicate per reati affini, tanto che una delle 4 si trovava già in carcere al momento dell’imputazione e una seconda era uscita di cella appena 3 giorni prima di esservi ricondotta per le dette rapine.
Questo è un articolo pubblicato il 07-05-2019 alle 14:30 sul giornale del 08 maggio 2019 - 1955 letture
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