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Conto alla rovescia per i laghetti del Passetto. Ecco come erano nei ricordi degli anconetani

3' di lettura

E' conto alla rovescia per i laghetti del Passetto che questa sera, sabato 1 giugno, verranno svelati ed inaugurati dal Sindaco Valeria Mancinelli ad Ancona. Ecco come erano nei ricordi degli anconetani. Mentre il Sindaco già anticipa che sono arrivati anche i pesci rossi.

Verranno inaugurati stasera i laghetti del Passetto (LEGGI Tutto il programma ndr) ad Ancona alle 18. Meta di tanti mamme e bambini, ma anche di ragazzi e non solo che dagli anni 70 in poi hanno calcato ed ammirato quella zona, luogo di gioco, di festa, di sport, amicizia, forse anche di tanti amori.

Un luogo ancora vivido nella mente e nel cuore di molti anconetani. Ecco chi l'ha vissuto come lo ha raccontato. Il tutto nell'attesa del nuovo e tanto atteso restyling di una parte di Passetto tanto cara agli anconetani: dalla pista di biglie alle corse in pattini fino alla vista mozzafiato che si innalza sui laghetti con i pesci rossi.

Ricordando i laghetti del Passetto. Ringraziamo Raffele G., Alessandra S., Claudia E. per i ricordi.

Raffaele Giorgetti ci dice quanto questa restyling del parco lo emozioni profondamente. "Mi emoziona e mi riporta indietro con gli anni, al mio passato di pattinatore. Molti chili fa, correvano gli anni ’70 e non solo gli anni. Alla pista di pattinaggio del Passetto correvano sui pattini a rotelle una frotta di ragazzini. Dapprima iniziò come un gioco, con i primi pattini legati alle scarpette con cinghia, poi diventò il mio sport. I pattini da corsa erano degli stupendi “Star" della Boiani, le ruote intercambiabili a seconda delle condizioni, di legno, tornite sottilissime, perché “tenevano” di più, poi con mescole di gomma, sempre più sofisticate. Ogni pomeriggio eravamo lì, ad allenarci e a divertirci. La nostra squadra si chiamava M.C. Skanderberg, inventata da Massimo Castriota, in memoria dei suoi antenati albanesi. Con me c’erano numerosi miei coetanei Marco Manzotti, Stefano Menghini, Andrea Carelli, Checco Flamini, Elio Libri e un ragazzino “riccio” più piccolo di noi, Alessandro Mancini, che poi diventerà campione italiano. Noi eravamo dei “selvaggi", ci veniva insegnato come saltare gli ostacoli in gara, esercitandoci a saltare sopra a file di borsoni, come superare l’avversario tenendogli la maglia e tante altre piccole scorrettezze utili in gara. La pista era frequentata da tanti personaggi abituali, le pattinatrici classiche Patricia, Patrizia, Orietta, Stefania, Marzia, con i loro gonnellini molto apprezzati dal nostro gruppo selvaggio. Ogni tanto ci facevano compagnia i velocisti più grandi che provenivano dai Diavoli Rossi-Blu di San Benedetto William, Peppino, Alberto…Avevamo un conflitto perenne con la squadra di pattinaggio classico femminile, la “MirKa Maris Dorica”, perché durante il loro allenamento la pista era a loro riservata e ce ne veniva impedito l'accesso. Noi della Skanderberg, fuori pista ad intonare cori contro, sempre di natura “selvatica”. I frequentatori della pista una tantum non possono dimenticare il custode della pista, il mitico “Caraceni”. Oltre a tenere pulita la pista, noleggiava i pattini. Ancora mi risuona la sua voce: “la signorina Taldeitali ha finito il tempo…”. Nel suo magazzino c’era di tutto, rotelle, pezzi di ricambio, il suggestivo “estrattore”, arnese che serviva ad estrarre i cuscinetti dalle ruote, qualora te lo fossi dimenticato. È andato in bicicletta fino a 90 anni e ogni tanto non disdegnava lui stesso una pattinata. Un ometto apparentemente burbero, in realtà buono come il pane, al quale tutti abbiamo voluto molto bene. Tornando bruscamente ad oggi, invecchiato, ingrassato, ma con un po’ di quello spirito giocoso, sono felice per poter rivedere il parco dei laghetti del Passetto bello come prima e più di prima. Grazie alla Sindaca e a questa Giunta. Sabato sarà una festa. Io intanto ho ritirato fuori i pattini."





Questo è un articolo pubblicato il 01-06-2019 alle 11:17 sul giornale del 02 giugno 2019 - 3551 letture