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#MayDaySosPlastica: Univpm e GreenPeace in difesa del mare

3' di lettura Ancona 03/07/2019 - Il Rettore Sauro Longhi: “Sarete voi studenti a pensare un nuovo modo di progettare”. La prof.sa Stefania Gorbi: “Anche nel Tirreno un piccolo vortice di plastica simile a quello del Pacifico”

È dedicato all’inquinamento della plastica nei mari il quarto appuntamento di UNIVPM sostenibile. È stata la professore Stefania Gorbi del dipartimento Scienze della Vita e Ambiente a portare la testimonianza dell’esperienza appena conclusa tra i ricercatori della Politecnica e un team di Green Peace e del CNR IAR di Genova. Uno studio quello svolto dagli scienziati dell’ateneo marchigiano inteso ad approfondire i risultati ottenuti nel 2017, quando sulla Rainbow Warrior di Green Peace avevano circumnavigato l’Italia, raccogliendo campioni sull’inquinamento della plastica in mare. Una raccolta che ha permesso di individuare le acque più inquinate del nostro paese e i luoghi in cui si sarebbe svolto uno studio più approfondito.

Nel maggio di quest’anno la Blue Dream Project (barca realizzata con materiale completamente riciclato) salpava dall’Argentario e sfidando vento e mare mosso iniziava il suo tour esplorativo. Sotto la lente degli studiosi la parte di Tirreno tra la Toscana, scendendo poi per le la costa con particolare attenzione alle foci di Tevere e Sarno. Dalla Campania poi verso le coste nord della Sardegna (Olbia e Tavolara) per concludere analizzando le acque tra Corsica e Toscana.

Strumenti dei ricercatori le due Manta Net. Due reti/filtro, capaci di scandagliare l’acqua trattenendo le particelle di plastica presenti in mare. Altro obiettivo della missione l’analisi delle microplastiche nei pesci, ottenuti da pescatori locali nei mercati ittici, sottratti anche con qualche difficoltà ad agguerrite clienti (scherza la prof.sa Gorbi). Inquietanti i dati emersi dalla ricerca che hanno rivelato quantità di plastica anche al di sopra delle più amare aspettative. Se i livelli di inquinamento erano già alti laddove ci si aspettava di trovare ingenti quantità di Plastica come alle Foci di Tevere e Sarno, sono i mari che ci aspetteremmo puliti a riservare le più inquietanti sorprese. Tra tutti il tratto di Mare tra Corsica e Toscana (l’Hot Spot Tirreno), conosciuto per le sue acque limpide si è rivelato invece intensamente inquinato dai rifiuti di plastica. A causa di correnti stagionali nel triangolo di mare tra Corsica, Arcipelago toscano e Lazio, si creerebbe un vortice tale da riprodurre in piccola scala le famigerate isole di plastica dei gyre del Pacifico. A testimonianza di ciò il rinvenimento di numerosi rifiuti colonizzati da crostacei, a testimoniare la permanenza in acqua da numerosi anni della plastica.

“Fenomeni come il disseccamento dei coralli presso l’Isola del Giglio una volta avveniva con cicli di 5-7 anni. Oggi è un fenomeno che osserviamo ogni anno. Il cambiamento climatico è già in atto” conclude la Professoressa Gorbi. “La plastica in passato è stato un grande materiale e una conquista” osserva il Rettore Sauro Longhi “Ha permesso di dare a tutti prodotti prima irraggiungibili e abbassandone il prezzo. Oggi però dobbiamo pensare diversamente, la Politecnica è una delle prime Università al mondo nello studio dell’inquinamento della plastica in mare. Sarete voi studenti a pensare a nuovi modi di progettare, di costruire e di riutilizzare. Questo è il concetto alla base dell’economia circolare”. Gli studenti della Facoltà di Economia Giorgio Fuà hanno poi potuto ritirare le borracce in alluminio offerte dall’Ateneo. Molti comuni hanno già adottato ordinanze contro la plastica monouso in spiaggia (nel comune di Ancona vietata dal 1 luglio), ma il cambiamento dovrà avvenire prima di tutto nelle abitudini dei consumatori, come utilizzare piatti e bicchieri in carta o sostituite la bottiglia in plastica con una pratica borraccia riutilizzabile.


di  Filippo Alfieri
redazione@vivereancona.it





Questo è un articolo pubblicato il 03-07-2019 alle 12:35 sul giornale del 04 luglio 2019 - 522 letture

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