Riciclaggio da 130 milioni di euro, 12 arrestati. L'organizzazione pronta a chiedere i contributi Covid

Dalle prime ore di lunedì mattina oltre 200 militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Ancona, del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma, del Gruppo di Fermo e della Compagnia di Civitanova Marche hanno dato esecuzione a dodici ordinanze di misura di custodia cautelare, nove in carcere e tre ai domiciliari, emesse dai gip di Ancona e Ascoli Piceno. Eseguite anche 80 perquisizioni.
Gli arrestati sono indagati, assieme ad altre 132 persone, per i reati di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, riciclaggio, auto-riciclaggio e reati fiscali. Si tratta di soggetti marchigiani, campani e siciliani.
Gli arresti sono il frutto di una lunga e articolata inchiesta avviata nel 2017 dalle Fiamme Gialle sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Ancona. Le indagini hanno permesso di accertare l’esistenza di una associazione per delinquere radicata almeno dal 2014 in tutta la Regione Marche che ha gestito, di fatto, 90 aziende, tra società di capitali e imprese individuali, attraverso le quali sono state emesse fatture per operazioni inesistenti, per un ammontare complessivo di circa 130 milioni di euro a favore di “clienti” operanti in numerose regioni italiane.
Un complesso network di società pensato e organizzato in maniera da garantire ai promotori plurime forme di guadagno illecito attraverso riciclaggio, auto-riciclaggio, bancarotta fraudolenta, truffa ai danni dello Stato e reati tributari.
Tra i principali promotori dell'organizzazione ci sono diversi soggetti con precedenti penali specifici e un uomo sospettato di appartenere ad ambienti della malavita organizzata siciliana e campana. Al vertice del gruppo un 46enne originario e residente a Montegranaro. Tra le persone finite ai domiciliari c'è anche un militare della Guardia di Finanza, all’epoca dei fatti contestati in servizio a Fermo, che avrebbe rivelato ad un indagato notizie sull’esistenza delle indagini in corso.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’organizzazione poteva contare su una consolidata base operativa all’estero dove venivano fatti confluire i profitti delle condotte illecite. Tutti paesi dell'Est Europa, ad eccezione dello stato del Delaware negli Stati Uniti: Bulgaria, Repubblica Ceca, Lituania, Moldavia, Romania, Slovacchia e Ungheria.
Dalle intercettazioni è emerso inoltre che il 46enne al vertice dell'organizzazione aveva intenzione di sfruttare le sue società di comodo per richiedere agevolazioni e contributi stanziati per l'emergenza Covid per centinaia di migliaia di euro. Un progetto che non si è concretizzato grazie all'intervento della Guardia di Finanza.

Questo è un articolo pubblicato il 27-07-2020 alle 12:12 sul giornale del 28 luglio 2020 - 1348 letture
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