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comunicato stampa

Scuole di lingua escluse dalle politiche dei “Ristori”. CNA al lavoro per correggere il decreto

3' di lettura

Le scuole di lingue dimenticate dal Governo! È questo il grido di allarme che CNA Territoriale di Ancona ha raccolto dal sistema delle imprese della formazione linguista del territorio ed ha portato all'attenzione del sistema regionale e nazionale. E del Parlamento.

Un mondo, quelle delle scuole di lingue che solo nella provincia di Ancona dà lavoro a 100 addetti e coinvolge oltre 5.000 studenti e che muove un fatturato annuo di oltre 5 milioni di euro. Un settore in crescita e dinamico, spesso fondamentale per il completamento del percorso di crescita di migliaia di studenti, ma allo stesso tempo dimenticato dalla politica.

"La situazione è molto critica – sottolinea Pamela Conti, direttrice dell’Istituto inlingua di Ancona -. Stiamo affrontando un calo generalizzato di fatturato di circa il 50% che pesa ancora di più sulle imprese come la mia che sta attraversando un periodo di grandi investimenti. Come tutti i miei colleghi, ho dovuto stravolgere completamente il piano strategico ed ora l’obiettivo è sopravvivere fino a settembre 2021. Come? Fortunatamente avevamo attivato un innovativo sistema digitale già dall’anno scorso, che in questo periodo è risultato molto utile. Ma ovviamente non basta.”

I dati di CNA confermano infatti che il 2020 sarà un anno terribile anche per questo settore, con una perdita media di fattura di oltre il 50%, pari a circa 3 milioni di euro. A questi dati si sommano ovviamente la perdita della comunità di studenti, calata mediamente del 50%. Gli strumenti di didattica a distanza attivati prontamente anche in questo settore, non hanno infatti coperto l'inevitabile calo di partecipazione e di iscrizioni. Un problema che si ripercuote non solo sugli imprenditori e sulle loro famiglie, ma anche sugli studenti e quindi sul livello qualitativo della loro formazione.

“Il nostro mondo, quello delle scuole di lingue non ha solo un ruolo economico ma anche culturale e strategico – continua Conti -. L’inglese apre le porte del mondo, per i professionisti, per gli artigiani e per tutte le persone. Il danno non è solo economico ma anche sociale e culturale. Cosa chiediamo? Coprire il buco generato dalla perdita di fatturato anche in questo settore. Costringere le imprese all’indebitamento non è una soluzione è solo rimandare il problema fra qualche anno. Comprendiamo che non esiste un “libretto delle istruzioni” per gestire una Pandemia ma è necessario ascoltare sempre di più le imprese sul territorio.”

L'esclusione delle Scuole di lingua da tutte le politiche di ristoro ­evidenzia ancora una volta la necessità della battaglia che CNA porta avanti a livello nazionale e territoriale: superare la logica infausta dei codici Ateco come parametro di individuazione delle aziende più colpite e scegliere il criterio più razionale del calo di fatturato. Una posizione sindacale netta che il Parlamento ha già accolto in fase di approvazione della risoluzione per lo scostamento di bilancio.

Le richieste del mondo delle Scuole di lingue sono chiare: pagamento immediato della cassa integrazione straordinaria, estensione a marzo del 2021 delle misure di sostegno a fondo perduto, prolungamento fino al giugno 2021 degli ammortizzatori sociali per l’emergenza Covid-19. Richieste che il sistema CNA ha già portato sul tavolo della discussione di Camera e Senato.



Questo è un comunicato stampa pubblicato il 11-12-2020 alle 21:03 sul giornale del 12 dicembre 2020 - 261 letture