contatore accessi free
SEI IN > VIVERE ANCONA > POLITICA

comunicato stampa
Il teatrino del Conero: la lettera aperta di due ex presidenti del Parco

4' di lettura
417

parco del conero
Un parco imposto dall’alto, gestito da approfittatori e con scelte prese “altrove” dove quindi cittadini e sindaci non hanno ruolo e voce. Se fosse questo il Conero avrebbero ragione da vendere i suoi irriducibili contestatori ma questa scena teatrale non corrisponde alla realtà.

Tutto è vissuto a livello d’istituzioni e rappresentanti della comunità locale, nel rispetto delle normative nazionali e regionali. Nella gestione del parco del Conero, infatti, i Comuni hanno sempre avuto un ruolo prevalente e dunque condizionato e condiviso le scelte operate in questi decenni. Nei primi 15 anni, il consorzio di gestione era composto esclusivamente dai rappresentanti dei Comuni (e della Provincia), spartiti secondo logiche di rappresentanza tra maggioranza e opposizione; un crescendo di presenze che attraverso ben tre distinte norme regionali hanno portato il Consorzio da 19 a 25 membri.

Con la nascita dell’Ente, nel 2006 la gestione del parco è stata affidata ad un Direttivo di 8 persone in cui oltre ai 4 rappresentanti comunali figuravano Regione Marche, Provincia di Ancona, ambientalisti ed agricoltori. Nel 2012, per ridurre i costi della politica, tale organismo è stato ulteriormente ridotto a 5 membri ed aboliti compensi ed indennità, Presidente a parte. Questa versione “ridotta” ha suscitato vigorose proteste da parte dei sindaci, di cui si fece interprete principale Valeria Mancinelli e così, non è chiaro se per l’incapacità da parte dei singoli Comuni di rappresentanti “condivisi” o forse eccessi di campanilismi o logiche di potere, la Regione Marche si è vista costretta a stabilire un nuovo Direttivo a dieci posti, ripristinandone uno per ciascun Comune.

Nel frattempo la comunità del parco, presieduta dal sindaco di Ancona, ha sempre espresso i suoi pareri sui temi fondamentali quali il bilancio e gli strumenti di pianificazione e gestione del parco del Conero. In questa lunga storia, dunque, i sindaci che oggi si stracciano le vesti dichiarandosi estranei alla vita del parco hanno al contrario avuto tempo e modi di incidere nelle scelte, attraverso i propri rappresentanti, come interlocutori istituzionali e come soggetti pubblici. Proprio sullo strumento oggi tanto avversato il solo Comune di Ancona, per esempio, ha presentato ben 49 osservazioni al piano del parco in fase di adozione; tutte accolte!

Ecco perché sentire sindaci che fanno esternazioni come se il Parco fosse un’entità estranea nelle loro decisioni lascia sconcertati. Il piano del parco così come il regolamento vengono approvati dopo ampio confronto con Enti e comunità, in primis proprio i Comuni con i cui tecnici il dialogo è costante. Prima di additare responsabilità altrui i sindaci del parco forse farebbero bene a riconsiderare il proprio operato, rafforzando modalità di leale collaborazione con l’Ente parco e ponendo attenzione nelle nomine dei propri rappresentanti.

La verità è che scelte e strumenti, soprattutto amministratori del parco non sono caduti dall’alto né certamente sono estranei alla politica locale, senza considerare che ben due sindaci rivieraschi si sono “autonominati” nel direttivo, compreso quello di Numana, Gianluigi Tombolini, che per breve periodo ha ricoperto il ruolo di vicepresidente del parco. Dunque nessun alieno nella gestione del parco e nemmeno comparse ma sindaci protagonisti che evidentemente vogliono nascondere le proprie responsabilità, magari confidando su una comunità distratta o smemorata. Le grida manzoniane contro il parco del Conero accomunano così i detrattori che difendono determinati interessi personali con una politica cui evidentemente la trasparenza non giova.

Un discorso a parte riguarda la recente decisione del Comune di Sirolo di attivare una specifica commissione per modificare piano e regolamento del parco. In questo caso è del tutto evidente l’insostenibilità della proposta sia nel merito che nel metodo. Il piano del parco è infatti un atto sovraordinato rispetto alla pianificazione comunale, tant’è vero che poi i comuni devono adeguare ad esso i propri P.R.G. (ed è grave che solo Numana si è adeguata al piano del parco 2010). Per intenderci sarebbe un po’ come se l’azienda che gestisce l’attività estrattiva sul monte Murano predisponesse il piano regionale delle cave o se i cittadini del Coppo preparassero il prossimo PRG di Sirolo; non solo un evidente superamento dei propri confini ma un’altrettanto vistosa visione “di parte”. Soprattutto una grande confusione!

Il piano del parco “è adottato dall'organismo di gestione del parco“ ed approvato dal Consiglio regionale Marche su proposta della Giunta; il regolamento è adottato dall'organismo di gestione che provvede anche alla sua approvazione; in entrambi i casi previo parere della comunità del parco. Questo è il percorso previsto dalla normativa di riferimento che i sindaci dovrebbero ben conoscere. Ben vengano naturalmente contributi e collaborazioni ma nel rispetto delle leggi e delle competenze, perché solo così a tutti sono chiari obiettivi, ruoli e responsabilità. Per ora al Conero va in scena lo spettacolo dell’opportunismo dove ciascuno recita la sua parte in una sceneggiatura che confonde protagonisti con comparse, attori con alieni. Insomma lo spettacolo va avanti, ma c’è da scommettere che questa commedia non porterà buoni frutti. Proprio no!



parco del conero