comunicato stampa
Via Curtatone, Aic: "Case senza persone e persone senza casa"

Il disagio dei residenti è palpabile e comprensibile, così come la preoccupazione che in molti esprimono per il degrado visibile ovunque e arrivato fin nel centro della città. E la risposta è ancora l’ennesima azione muscolare, mediatica, miope e superficiale, delle autorità cittadine. L’autorità portuale e l’amministrazione comunale si aspettavano forse che dopo lo sgombero della stazione marittima la situazione si risolvesse da sola? Che le persone che ci vivevano accampate sparissero e basta?
I senzatetto che cercano rifugio in Via Curtatone siano esseri umani che vengono lasciati ai margini della società, conseguenze di un sistema economico che moltiplica diseguaglianze, crisi economiche, guerre e povertà, persone che hanno bisogno di aiuto; è indecente scaricare su di loro la colpa del degrado di una città a larghi tratti abbandonata a se stessa. Le autorità e le istituzioni cittadine, sempre pronte agli sgomberi, dovrebbero a nostro avviso smettere di presentare come “soluzione” il pugno duro ed iniziare finalmente a prendersi la responsabilità di un progetto vero e a lungo termine.
Se lo zelo che viene impiegato nella repressione venisse impiegato nella ricerca di soluzioni, queste questioni non si creerebbero o si riuscirebbe a risolverle con sforzi esigui. Basti pensare che proprio la zona in questione pullula di immobili abbandonati da anni. L’esperienza di “Casa de Nialtri” nel dicembre del 2013, quando circa sessanta persone, quasi tutte straniere, entrarono nella scuola materna di Via Ragusa in abbandono da tre anni, portava al centro dell’attenzione cittadina lo stesso problema. Anche allora si rispose con il pungo di ferro. Ci fu lo sgombero, attuato da circa trecento pubblici ufficiali, tra poliziotti, carabinieri, finanzieri e addirittura guardie forestali. Quello era un progetto che voleva dare una prospettiva autonoma a chi si trovava costretto a vivere in condizioni di marginalità. Sono passati nove anni da Via Ragusa. Le povertà sono aumentate. Le soluzioni non sono arrivate.
Oggi alcune persone senza fissa dimora dormono nella pensione Cantiani e mangiano in un tendone allestito dalla protezione civile nell’area antistante un Tetto per Tutti, struttura inagibile, non ci sono bagni o docce! Nel PNRR ci sono fondi per coesione e inclusione. Qual è il progetto organico dell’amministrazione comunale? Possibile che l’amministrazione comunale non riesca, con la collaborazione delle associazioni di volontariato che tanto fanno generosamente sul territorio, a recuperare immobili abbandonati e adibirli all’accoglienza e al sostegno, in maniera organizzata, di quelle persone che non hanno altra soluzione che vivere per strada? Ancora oggi case senza persone e persone senza casa.

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