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Letta ad Ancona: “L’Italia si perde dietro ad innamoramenti, noi la scelta responsabile”

Fa tappa nel capoluogo dorico il segretario del Partito Democratico Enrico Letta. Il leader dem arriva nella serata di mercoledì. Per lui breve passeggiata lungo corso Garibaldi, dove si riunisce con le personalità del PD dorico e marchigiano, tra cui i due sindaci Mancinelli e Ricci e i candidati alle elezioni politiche. Nel tragitto verso il Teatro delle Muse il gruppo, assiepato dai giornalisti, non ha mancato di attirare l’attenzione dei passanti, raccogliendo sia incitamenti che critiche. Ad attendere Letta alle Muse una sala del Ridotto gremita, con parecchie persone in piedi, arrivando a superare di alcune decine di persone la capienza della sala, dichiarata di 186 posti. Qui il segretario ha diviso il palco con la giornalista Daniela Preziosi, rispondendo alle domande sul programma e sull’attualità.
L’EUROPA E IL PREZZO DE GAS
È dal punto più cocente che inizia l’intervista di Letta, rispondendo al tema che più di ogni altro preoccupa gli italiani, ovvero il prezzo del gas e le ricadute sui costi e bollette per i cittadini e le imprese «Oggi è stata una giornata molto importante in Europa, dove Ursula von der Leyen ha pronunciato il discorso dell’unione. In questo discorso è stata pronunciata una parola che ritengo chiave: “Disaccoppiamento”. Oggi il prezzo dell’energia lo detta la fonte più costosa. Disallineando il prezzo del metano da quello delle rinnovabili si limiterà la crescita». Solo un progetto, ma il segretario non esclude anche limitazioni più drastiche della speculazione sul prezzo del gas: «Se precipita un meteorite il mercato si ferma. Sul mercato è piombato il meteorite della guerra in Ucraina. I trader hanno fatto il loro lavoro, ma ora la speculazione va fermata».
DIRITTI CIVILI E DIRITTI SOCIALI NON SONO ALTERNATIVI
Non è mancato l’imprevisto, con una contestazione levata dal pubblico, dal quale un signore sulla sessantina ha urlato “buffone, riportateli in Africa” quando il segretario dem ha iniziato a parlare di diritti civili. Il contestatore è stato allontanato dalla sicurezza «E non sa quanto si sarebbe arrabbiato ora» ha scherzato Letta introducendo lo Ius Scholae: «Sento mettere in contrapposizione lo Ius Scholae del PD con il blocco navale della Meloni. Le due cose non c’entrano nulla l’una con l’altra. Al di là dell’irrealizzabilità del blocco navale lo Ius Scholae non riguarda l’immigrazione, ma i diritti di ragazzi che vivono qui da anni e che parlano marchigiano stretto. Una società che vince dà sia diritti sociali che diritti civili. Non sono una alternativa».
L’ITALIA FARFALLONA E FRIENDZONE DEMOCRATICA
Non manca la consapevolezza che la destra e la Meloni siano sopra nei sondaggi (gli ultimi noti). Letta dà la sua lettura, personale: «L’Italia è un paese che ama innamorarsi. Prima l’innamoramento con Berlusconi, poi innamoramento con un mio predecessore (Renzi n.d.r.), poi Salvini e ora sembra pronto per altro. Sono amori finiti sempre nel vuoto, con la ricerca di un altro innamoramento. Noi non siamo quelli che provocano un innamoramento per la novità, ma siamo lì quando l’innamoramento finisce. Siamo quelli responsabili. Quelli che pensano che, per la nostra politica, per il paese, sia meglio un partito politico che un innamoramento elettorale».
Un fenomeno che potremmo tradurre come la teoria della “friendzone democratica”. Una locuzione derivata dalla cultura inglese che indica essere relegati alla posizione di amico/a, da una persona che continua a sfruttare a proprio tornaconto l’infatuazione del “friendzonato”.
«SAREMO NOI A VINCERE»
La consapevolezza di essere sotto nei sondaggi, non lascia il passo alla rassegnazione alla sconfitta: «Saremo noi a vincere - risponde fiducioso il segretario alla domanda della Preziosi -Chiedo a tutti voi un grande impegno- dice Letta riferendosi alla sala- Non fermatevi perché negli ultimi sondaggi il 42 percento non sapeva chi votare. Parlate con le persone. Trasmettete entusiasmo, serietà e i vostri valori. Siamo tutti democratici e andremo a fare una grande campagna elettorale».

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