La sorprendente resistenza del bello: Gli antichi vasi piceni che “danzano” con il terremoto

Quando il personale dell’Antiquarium Statale di Numana è andato a controllare se i reperti conservati nelle teche avessero subito danni ha trovato i vasi piceni intatti, ma ruotati di su sé stessi di 90 gradi
Se le Marche, in questi anni di continue calamità, sono riuscite a stupire l’Italia e il mondo è per l’elegante sobrietà con la quale hanno affrontato sfide che avrebbero forse piegato le ginocchia di tanti altri. Difficile resistere dal fare un accostamento con i due vasi piceni del museo Antiquarium Statale di Numana, che con un’elegante piroetta da ballerine hanno danzato sulle onde sismiche del terremoto.
L’ANTIQUARIUM STATALE DI NUMANA
Il curioso fenomeno si è verificato presso l’Antiquarium Statale di Numana. Peculiare coincidenza il museo nasce proprio dopo 1972, quando in seguito al celebre sisma, il Museo Archeologico Nazionale delle Marche venne chiuso in seguito ai danni riportati. Così Numana mise a disposizione gli spazi che ospitarono una prima selezione di alcuni dei reperti di Palazzo Ferretti, per poi accogliere, dopo il ritrovamento, l’importante corredo della Tomba Regina di Numana.
«L’ultimo allestimento dell’Antiquarium è quello dell’aprile del 2022, quando sono tornati a Numana i reperti della Tomba della Regina restaurati dal Museo Archeologico di Mainz (Germania n.d.r.)- spiega la Direttrice del museo, l’archeologa Nicoletta Frapiccini – il museo si è comportato bene durante il sisma e non è stato riscontrato alcun danno ai reperti. Il primo piano della struttura non ha avuto alcun impatto dal terremoto, al secondo piano invece ci sono state più vibrazioni che hanno causato lo spostamento di alcuni reperti»
La dottoressa Frapiccini spiega come, ad oggi, non esistano per le teche tecnologie capaci di assorbile le vibrazioni di un terremoto. Esistono “piattaforme basculanti” utilizzate in alcuni casi eccellenti, come ad esempio i bronzi di Riace, ma queste innovative soluzioni utilizzate per le statue non sono ancora applicabili alle vetrine.
«Esistono però altre precauzioni che possiamo prendere- spiega la Direttrice Frapiccini- quando si dispongono i reperti si cerca di mediare tra le esigenze espositive e la stabilità degli oggetti esposti. Ad esempio abbiamo degli oggetti assicurati a pannelli o a supporti verticali in plexiglass. Il terremoto ci ha confermato la bontà delle scelte prese. Gli oggetti che si sono mossi o sono caduti dalla loro postazione, dei piccoli frammenti in ceramica o delle ossa conservate nel museo, non hanno riportato alcuna lesione e sono stati riposizionati».
LA “PIROETTA” DEI VASI
Nonostante lo studio continuo, la cura e le previsioni, questi oggetti che hanno attraversato i millenni, riescono ancora a stupire e lasciare a bocca aperta i loro studiosi. È il caso di due vasi piceni, risalenti rispettivamente al VII e VI secolo a.C.. Si tratta quindi di reperti risalenti ad oltre 2600 anni fa, creati dal popolo dei Piceni. «Durante il controllo dei reperti, mentre verificavamo che tutto fosse in ordine siamo rimasti stupiti. Quei vasi, che sono posizionati in modo di essere frontali, con entrambe le anse in vista avevano roteato su sé stessi di 90 gradi. Una vera piroetta da ballerine, saltellando sulle vibrazioni del sisma e senza riscontrare danni».



Questo è un articolo pubblicato il 10-11-2022 alle 18:20 sul giornale del 11 novembre 2022 - 852 letture
SHORT LINK:
https://vivere.me/dBTr