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Sparatoria di Via Flavia: Cosa è successo in 7 giorni

3' di lettura

La ricostruzione degli avvenimenti dalla sparatoria di via Flavia nella mattina di domenica 22 gennaio ad oggi

LA SPARATORIA

Erano le 4 del mattino di domenica 22 gennaio, quando in via Flavia, zona Quartieri Nuovi di Ancona, due spari rompevano il silenzio della notte. Era l’epilogo dello scontro avvenuto tra Alessandro Giordano, poliziotto di 40 anni e Nicolò Giommi, di 21 anni. La lite sarebbe iniziata altrove, poi nella notte l’invito di Giordano ad incontrarsi sotto casa di quest’ultimo. All’appuntamento, secondo quanto deposto da Giordano, sarebbe scoppiata una rissa nella quale il gruppo avrebbe colpito numerose volte il poliziotto.

Giordano aveva con sé la pistola di ordinanza. Nel tentativo di difendersi sarebbe stato sparato un colpo in alto, poi un secondo colpo esplodeva in direzione di Giommi colpendolo all’anca.

Il 21enne era trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Torrette dai propri amici. Poche ore più tardi anche Giordano si presentava in ospedale, accompagnato da alcuni amici. Qui i due gruppi entravano in conflitto, dando in escandescenze e venendo allontanati dalla Polizia, presente al nosocomio.

Intanto Giommi era in sala operatoria. Il colpo di pistola aveva ferito il ragazzo lesionando l’osso dell’anca. La lesione richiedeva anche una seconda operazione a cui il paziente era sottoposto 3 giorni dopo. Giordano era medicato per i colpi subiti durante lo scontro il gruppo. Gli venivano diagnosticate contusioni al viso e lesioni alle costole con una prognosi di 30 giorni. Sarebbe emerso in questa fase anche come Giordano, al momento della sparatoria, fosse sotto l’effetto di alcol e cocaina.

LA DECISIONE DEL GIP

Fin dall’udienza di convalida al fermo, tenutasi nella mattina di martedì 24 gennaio, si sono delineate le due diverse versioni dei fatti, sui cui la giustizia sarà chiamata a far luce. Da una parte la versione di Giordano, che spiega al Giudice per le Indagini Preliminari, il dott Carlo Masini, di aver fatto fuoco con la propria arma di ordinanza, ma solo per allontanare il gruppo che lo stava picchiando, temendo per la propria vita. Il secondo colpo sarebbe partito inavvertitamente, colpendo per errore il giovane Giommi.

Opposta la lettura della Procura, secondo cui il poliziotto in forza al commissariato di Civitanova, avrebbe deliberatamente e premeditatamente sparato al 21enne. Una considerazione che implicava l’accusa accusa è di tentato omicidio aggravato.

Il GIP si pronunciava nella mattina di mercoledì 25 gennaio. Giordano sarebbe rimasto ai domiciliari con braccialetto elettronico. Scartata la possibilità del fermo, non sussistendo secondo il magistrato il pericolo di fuga.

LE INDAGINI

Sono ancora tanti i lati non chiari su cui gli inquirenti dovranno fare luce con le proprie indagini. Qual era il rapporto tra Giordano e quei ragazzi con la metà della sua età? Quali erano i motivi del litigio e perché le persone coinvolte si erano date appuntamento nel cuore della notte? Ma soprattutto, perché Giordano si presentava armato a quell’incontro?

Saranno le risposte che giudici ed investigatori sapranno dare a queste domande che faranno finalmente chiarezza su cosa è successo nella mattina di domenica 22 gennaio e nelle ore prima, ma soprattutto il perché tutto ciò è accaduto.

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Questo è un articolo pubblicato il 29-01-2023 alle 09:55 sul giornale del 30 gennaio 2023 - 738 letture