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comunicato stampa

Comitato Porto-città di Ancona: "No al nuovo piano regolatore portuale"

2' di lettura

A leggere attentamente la L. 84/94 “Riordino della legislazione in materia portuale” art. 5, 2.bis, il Piano Regolatore Portuale, prima di essere inviato al Ministero dell’Ambiente per l’approvazione VAS, avrebbe dovuto essere inviato al Comune di Ancona in quanto Ente interessato ad emettere il suo parere, perlomeno in merito a quelle aree dell’ambito portuale che sono contigue alle aree di competenza pianificatoria del Comune.

Sempre secondo la norma, il Comune avrebbe avuto 45 giorni di tempo per esprimere il proprio parere o praticare la formula Silenzio – Assenso.

Se, come oggi dice il Sindaco, il Nuovo PRP non è stato sottoposto al vaglio del Comune, ragionevolmente il Comune può chiedere al Ministero dell’Ambiente l’annullamento del procedimento perché viziato nel suo iter di presentazione.

Ricordiamo poi che il Presidente dell’Autorità Portuale non ha accolto granché delle osservazioni sollevate dal Comune di Ancona in fase di approvazione del famoso Documento di Programmazione Strategica del Sistema portuale (DPSS), nonostante queste ricadessero in aree esterne al demanio marittimo di competenza portuale, e quindi oggetto di paritaria discussione tra Enti, considerato che quelle aree avrebbero ampiamente aumentato l’ambito di giurisdizione del porto, come mai prima accaduto nella storia della nostra Repubblica. La Sentenza n. 6/2023 della Corte Costituzionale è stata chiara in merito.

Ne consegue che l’autorità Portuale, che ha operato con imperio in fase di DPSS, ora deve ascoltare e accettare il dialogo con la città attraverso il Comune che la rappresenta. Nel farlo si deve anche confrontare con la possibilità che le famose aree di “Interazione porto-città” non si addensino solo ai margini del suo nuovo ambito, ma che possano ricadere anche all’interno del vecchio ambito, cioè i limiti del demanio marittimo, essendo quei limiti storici i più densi di frequentazione cittadina e di usi urbani. Ci si riferisce al porto Antico ovviamente, ma anche al porto Storico nel suo complesso, che non può e non deve essere espropriato alla città dopo quaranta anni di promesse pianificatorie di restituzione. In ultimo il confine dell’ambito portuale, così come tracciato nel Nuovo PRP, deve tornare nei limiti autorizzati dal Ministero dei Trasporti nel 2024.



Questo è un comunicato stampa pubblicato il 14-05-2025 alle 15:21 sul giornale del 15 maggio 2025 - 89 letture






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