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comunicato stampa

Pesca di frodo: sequestrati 3mila esemplari di ricci di mare. Sanzionati i 3 responsabili

2' di lettura

I militari del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza unitamente al personale della Capitaneria di Porto Guardia Costiera di Ancona, hanno sequestrato 3.000 esemplari di ricci di mare, pescati illegalmente nelle acque prospicienti il porto di Ancona.

L’attività di contrasto è stata condotta nell’ambito di servizi predisposti per la vigilanza in mare e lungo il litorale, attraverso l’impiego sia di mezzi navali che di pattuglie a terra.

Nel corso dell’operazione, il personale operante individuava, a ridosso della diga foranea antistante il porto della città dorica, tre soggetti che stavano pescando con attrezzatura subacquea e con l’ausilio di un natante tipo gommone.

I tre responsabili venivano osservati a distanza, mentre stavano pescando fraudolentemente e successivamente, fermati dal personale di pattuglia in servizio a terra, nei pressi di un bacino di alaggio del porto di Ancona, intenti a sbarcare dal gommone, l’ingente quantitativo di ricci di mare.

All’esito delle attività si procedeva a sanzionare i responsabili, per violazioni concernenti l’esercizio della pesca sportiva del riccio di mare, per un importo pari a oltre € 25.000, sequestrando n. 3000 esemplari di ricci di mare aventi un valore commerciale di circa €6.000, nonché l’attrezzatura utilizzata per la pesca illegale.

I molluschi sono stati immediatamente rigettati in mare, così da assicurarne la sopravvivenza e garantire nel contempo il ripopolamento dei fondali, anche in considerazione dell’importante compito svolto da questi esemplari a tutela del delicato equilibrio dell’ecosistema marino.

Proprio per questo motivo, la pesca sportiva dei ricci è consentita per un massimo di 50 esemplari al giorno per persona ed è vietata nei mesi di maggio e giugno.

Purtroppo però, la continua domanda del mercato, unita agli importanti guadagni, fa sì che il fenomeno della pesca illegale di ricci di mare sia in costante crescita anche lungo le coste marchigiane e laddove non contrastata efficacemente potrebbe causare una vera e propria desertificazione dei fondali.

Oltre all’impatto negativo sull’ambiente marino, la pesca di frodo incide anche sulla concorrenza leale della filiera ittica, danneggiando gli onesti operatori del settore e alimentando il circuito del mercato illegale e dell’evasione fiscale.

Per tali motivi l’azione di contrasto alla pesca di frodo, svolta in sinergia tra Guardia di Finanza e Guardia Costiera, rappresenta un importante compito volto a salvaguardare l’integrità dell’ambiente marino, sia a tutelare la salute dei consumatori finali che, potrebbe essere messa a rischio dal consumo di prodotti non sicuri.

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Questo è un comunicato stampa pubblicato il 22-05-2025 alle 13:05 sul giornale del 23 maggio 2025 - 606 letture






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