comunicato stampa
Buone notizie dal porto di Ancona: Ancona Merci annuncia una serie di investimenti importanti per una rinnovata competitività

In tempi di crisi non capita spesso di avere buone notizie da comunicare per quanto riguarda le nostre aziende. Se poi la novità vede protagonista l’imprenditoria del porto, cioè uno degli ambiti che ha subito pesantemente le conseguenze della recessione, la cosa è degna di attenzione. Stiamo parlando dell’arrivo nello scalo dorico di nuove opportunità di traffico intercettate da una delle principali realtà operanti nel porto, la Ancona Merci, la quale è reduce da significativi investimenti in nuovi macchinari che di fatto hanno aumentato la competitività dello scalo dorico. Nello specifico, è già iniziata una movimentazione di alluminio per 50mila tonnellate l’anno con la cadenza di un paio di navi da 2.500 tonnellate mensili e sta iniziando un nuovo flusso di rottami di ferro, provenienti dalle imprese delle Marche e destinati alle aziende siderurgiche della Turchia, che transiteranno dal Porto di Ancona al ritmo di circa 50mila tonnellate l’anno, ovvero 4mila al mese.
Un traffico interessante, soprattutto perché apre prospettive per il futuro: “È sicuramente una cosa positiva – sottolinea Paolo Galli, Presidente di Ancona Merci – che ci consente di guardare avanti con più fiducia e, soprattutto, di mantenere gli attuali livelli occupazionali nonostante il momento indubbiamente difficile. La nostra speranza è di poterli incrementare, del resto abbiamo sempre operato nell’ottica di sviluppare il prodotto più importante e prezioso: il lavoro. Intercettando questi due nuovi traffici abbiamo evitato il rischio che il nostro porto perdesse un’importante opportunità economica che, se non colta, sarebbe divenuta appannaggio di altri scali dell’Adriatico a discapito di Ancona”. I rottami di ferro, selezionati con rigidissimi protocolli di sicurezza in base al regolamento comunitario 333/2011 della Ue, sono una tipologia di merce che, oltretutto, si inserisce in un contesto virtuoso di riciclo degli scarti ferrosi che in questo modo non diventeranno mai rifiuti ma nuova materia prima da destinare alla siderurgia. “La valenza anche ecologica di questa commessa – continua Galli – ci ha spinti a procedere in questa direzione, perché possiamo contribuire al realizzarsi di un circuito virtuoso di rispetto ambientale, a disposizione del quale mettiamo tutta la nostra competenza e serietà”.
E anche tutti i nuovi mezzi ed attrezzature che la Ancona Merci, insieme alla consorziata Commpa, ha recentemente acquistato per supportare le movimentazioni, per un investimento complessivo di circa un milione di euro: tre pale gommate, un nuovo sollevatore da 16 tonnellate che va ad aggiungersi ai due già esistenti (da 40 e 4 ton), un sollevatore per contenitori, un bob cat, tre camion e quattro rimorchi da 65 tonnellate. Se poi pensiamo che l’Enel ha rivisto in aumento le previsioni di traffico del carbone per l’anno in corso, il quadro si fa ancora più incoraggiante. Unica nota stonata, la questione della gestione della banchina pubblica: “In realtà – denuncia Paolo Galli – viene utilizzata come fosse una banchina privata. Inoltre, la quota stabilita per il suo utilizzo è di 200 euro al giorno. Un cifra davvero irrisoria: per avere una pietra di paragone, noi come Ancona Merci paghiamo per la concessione ben 800mila euro l’anno! Se poi consideriamo che i 200 euro sono fissi solo per il primo giorno di utilizzo, mentre dal secondo in poi si pagano solo 50 euro per ogni turno di sei ore che viene effettivamente utilizzato. Ovviamente, se la nave non c’è, non si paga. A conti fatti quasi quasi si spende meno che ad andare una giornata al mare! C’è evidentemente qualcosa che non funziona”.

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