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Eusebi: "Ancona, il fantasma dell'opera..."

Paolo Eusebi Idv 3' di lettura Ancona 24/07/2014 - Vittorio Sgarbi è un gran provocatore. Questo lo si sa. Così come si sa che per Ancona non ha mai espresso giudizi positivi.

Fatto è che alla presentazione alla stampa della mostra “Da Giotto a Gentile” di cui è curatore in quel di Fabriano non solo ha aspramente criticato le Marche per pagare a suo giudizio maldestramente e sin troppo profumatamente Dustin Hoffman come loro testimonial (e a questa sciocchezza il governatore Spacca ha risposto per le rime) ma si è lasciato andare a giudizi ancora una volta sprezzanti e tranchant sul capoluogo. “Ancona è come Atlantide, è una città sommersa. Qui è impossibile fare qualsiasi cosa in campo culturale e artistico. E’ una città fantasma indegnamente capoluogo di Regione». Come al solito una delle sue consuete sopra le righe.

Però, però... Che Ancona sia in qualche modo concettualmente una città fantasma, meglio ancora una nobile decaduta, una città ghermita dall’oblio del tempo e dall’incuria degli uomini, non è affatto una boutade. E’ una cosa che in tanti pensano ma che pochi hanno il coraggio di dire. In effetti, Atlantide è un'isola leggendaria, il cui mito è menzionato per la prima volta da Platone nei dialoghi Timeo e Crizia. E proprio Atlantide sarebbe sprofondata "in un singolo giorno e notte di disgrazia" per opera di Poseidone. Ancona non ci ha messo metaforicamente un giorno a “scomparire” ma di certo leggere il suo ricco passato aiuta a capire meglio il suo povero presente.

Il capoluogo avrebbe infatti bisogno di un nuovo rinascimento ed invece la parte più conservatrice e meno nobile del Pd, dopo aver disarcionato Gramillano (che contribuimmo ad eleggere e che combattemmo aspramente per la sua debolezza a contrastare il sistema delle nebbie che ammazza Ancona), ha affidato all'avvocato Mancinelli il compito della restaurazione, appunto, di quel sistema delle nebbie che ammazza Ancona.

E quello di indebolire la città, sprecando i pochi soldi in incarichi dirigenziali inutili se non dannosi e svendendone i pochi gioielli di famiglia rimastigli (le partecipate) oppure accordandosi in maniera prona e disinvoltamente “sinergica” sul fronte della cultura (le Muse insegnano). Non a caso, proprio sull’accordo tra Jesi e Ancona relativamente ai teatri, gli stessi pochi sponsor rimasti sono giustamente preoccupati e chiedono chiarimenti.

«Al di là degli annunci, non sappiamo cosa significhi questa collaborazione tra fondazioni teatrali. Se e quando saremo messi a conoscenza del progetto, dati alla mano, tireremo le nostre conclusioni con cognizione di causa. Per ora non posso esprimermi, anche se in linea generale apprezzo lo spirito di sinergia». Parole e musica del presidente di Banca Popolare Ancona Corrado Mariotti.

E dire che la Bpa è uno dei sempre più rari sponsor privati rimasti sia alla Fondazione Muse, sia alla Fondazione Pergolesi Spontini che appunto hanno sottoscritto un protocollo d’intesa in base al quale Ancona piloterebbe la prosa e Jesi la lirica. Tutto questo mentre la rete dei teatri della lirica ordinaria (Ascoli, Fano e Fermo) è alla ricerca del direttore artistico o se volete dell’opera perduta. E in tutto questo Ancona assume paradossalmente anche il ruolo del ....fantasma dell’Opera.






Questo è un comunicato stampa pubblicato il 24-07-2014 alle 17:23 sul giornale del 25 luglio 2014 - 1069 letture

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