contatore accessi free

I consiglieri d'opposizione firmano mozione d'inchiesta politica sui vigili urbani di Ancona

Italo D'Angelo 3' di lettura Ancona 08/03/2015 - I consiglieri dell’opposizione si sono presentati sabato mattina in Comune per firmare una mozione d’inchiesta politica sulla gestione amministrativa dei vigili urbani di Ancona.

Ad attenderli le porte sbarrate di un Palazzo del Popolo deserto. Bisogna passare dal retro, incustodito. È subito aperta battaglia contro il sindaco Mancinelli e la sua idea di un cambiamento che potrà avere luogo solo tra vent’anni. Il consigliere Italo D’Angelo le chiede di smettere di pensare a Torino come sua città ideale. L’unica possibilità di transfert tra i due capoluoghi era l’adozione della stessa strategia di gestione amministrativa piemontese, che a suo giudizio non c’è stata. Ironizza sulla volontà degli ottanta (su novantadue) vigili pronti ad andarsene: “Se i vigili urbani sono il biglietto da visita della città, bisognerebbe sostituire il cartello che recita Benvenuti ad Ancona con uno in cui si legge pronti ad andarcene”. Lamenta una situazione insostenibile, fatta di due anni di richieste che non hanno ancora trovato risposta. Ciò che chiede è una maggiore trasparenza dei consiglieri di maggioranza e un maggior coinvolgimento dei rappresentanti scelti dal popolo, altrimenti “la maggioranza siamo noi”.

Il consigliere Andrea Quattrini invita il primo cittadino a smettere di offrire risposte sbrigative. È necessario invece rendere chiaro cosa sta succedendo per porvi rimedio. Stefano Tombolini incita al passaggio all’azione dopo venti mesi passati ad ascoltare. Spiega che a livello numerico il servizio rientra quasi nella norma – bisognerebbe avere centododici vigili, mentre gli attuali sono novantasei e si potrebbe arrivare ad un massimo di centoquarantadue – ma che c’è necessità di intervenire sul modello di gestione. Si potrebbe seguire l’esempio di Ravenna per trovare le coperture di bilancio, in quanto si tratta di un servizio pubblico, non di volontariato. La critica più dura la muove verso il recente incontro con Fassino: “È stata un’assemblea di partito pagata dai cittadini: è inaudito. Il sindaco ha addirittura affermato che Menichelli non è un asset mentre lo è il Metropolitan. Si riveda cosa sono gli assets”.

Daniele Berardinelli vuole sottolineare la delicatezza del problema, nel quale individua una divergenza dal caso di Roma. L’inchiesta parte infatti internamente allo stesso corpo della polizia locale anconetana. Resta il fatto che si rende necessaria una gestione maggiormente oculata, sia dal punto di vista economico – “bisognerebbe spendere i soldi per qualcosa di un po’ più utile degli scarponi da motociclista” – sia da quello amministrativo – “la scelta arbitraria da parte del sindaco del comandante della polizia municipale ha causato e continua a causare non pochi problemi al Comune”. Per il coordinatore provinciale di Forza Italia Valeria Mancinelli deve instaurare un miglior rapporto con i vigili, cominciando dal rivalutare l’idea di smettere di consentire loro di girare le notifiche ai tribunali – “che costituiscono un’entrata extra pagata dai tribunali e non dal Comune” – e dal preoccuparsi per le questioni realmente prioritarie derivanti dalla paura generalizzata per l’aumento di furti realizzati da chi se ne va in giro impunemente con dei picconi a fare buchi nei muri.


di Enrico Fede
redazione@vivereancona.it

 







Questo è un articolo pubblicato il 08-03-2015 alle 17:22 sul giornale del 09 marzo 2015 - 1894 letture

In questo articolo si parla di politica, ancona, pdl, Daniele Berardinelli, andrea quattrini, italo d'angelo, M5S, stefano tombolini, articolo, Enrico Fede

Licenza Creative Commons L'indirizzo breve https://vivere.me/ago4





logoEV
logoEV