articolo
Berardinelli e Diomedi insieme contro le esternalizzazioni nei nidi

Una visione comune di Pdl, Forza Italia e M5S su un tema importante, che riguarda una delle categorie sociali più indifese, come può essere quella dei bambini, cerca di far prevalere il funzionamento di una solida collaborazione sui vari colori politici. Daniele Berardinelli e Daniela Diomedi, mercoledì mattina in sala consiglio ad Ancona parlano infatti insieme di una pioggia di lamentele caduta sul Comune da parte dei genitori e delle insegnanti degli asili nido del capoluogo.
Come era già successo nel 2014 per le mense, di cui due erano state prese in gestione da cooperative – con risultati, in un caso accennato dal coordinatore provinciale FI, sconcertanti ed episodi di pesce marcio – mentre tre erano restate in mano al Comune, l’amministrazione avrebbe deciso di provvedere all’esternalizzazione anche delle insegnanti. In tal modo le educatrici di dipendenza comunale si troverebbero ad operare solo la mattina e sarebbero sostituite il pomeriggio dalle esterne, in quella che per Berardinelli è una gran confusione. I primi campanelli d’allarme sarebbero l’inserimento in un nido di “due insegnanti esterne assunte dalla graduatoria per le sostituzioni, ma senza sostituire nessuno” e la ricerca da parte dell’Assessore Borini di una pedagogista nel pesarese, pur essendo già presente nelle strutture doriche una simile figura. Le dipendenti comunali sono quindi preoccupate per la loro posizione e per il futuro dei piccoli.
Ma ciò che pone maggiore preoccupazione è la solita questione della liquidità. La retta del Centro Estivo per i genitori “agiati” è di 300 €, quella per i meno abbienti di 40, a cui si aggiunge l’aiuto comunale di 110 €. Ciò comporterebbe che chi pagherà di più potrà avere i servizi migliori, mentre chi pagherà la metà, non solo potrà avrà la metà dei servizi, ma anche la metà della qualità. In questo due per uno della sconvenienza mancherebbero con l’attuale amministrazione le verifiche sulla qualità che erano invece iniziate con l’ex sindaco Gramillano e si chiederebbe alla metà dei dipendenti di realizzare lo stesso lavoro nella metà del tempo, secondo la moda del momento. Non c'è dunque da stupirsi che trentotto posti bimbo siano rimasti vuoti.
Quello che chiede la strana coalizione al primo cittadino è intanto di rispettare le regole – “non è accettabile sentirsi dire che siccome due o tre bambini al giorno mancheranno sempre si possono assumere meno insegnanti, quando per legge deve esserne presente uno ogni sette bambini nei nidi” –, di collaborare con i lavoratori agendo in modo autorevole piuttosto che autoritario, e di introdurre nuove fasce di calcolo per il pagamento della rata. Portando l’esempio delle ventiquattro fasce torinesi con lo scarto di venti euro a gradino contro le sei anconetane con lo scarto di dieci, la risposta ricevuta è quella evasiva di un provvedimento per passare dall’utilizzo del semplice ISEE all’ISEE puntuale, che potrebbe mettere in crisi i CAF.

SHORT LINK:
https://vivere.me/ahwR