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Apre al pubblico la mostra dedicata a Henri Cartier-Bresson

6' di lettura Ancona 07/03/2018 - Apre al pubblico l’8 marzo presso la Mole Vanvitelliana di Ancona, Henri Cartier-Bresson Fotografo, 140 scatti in una grande mostra promossa dal Comune di Ancona ed organizzata da Civita Mostre in collaborazione con la Fondazione Henri Cartier- Bresson e Magnum Photos Parigi.

E’ il secondo appuntamento con i grandi maestri della Fotografia alla Mole, dopo quello dedicato a Steve McCurry, chiuso con grande successo alla fine di giugno dell’anno scorso. Dopo aver ammirato il più famoso fotografo contemporaneo, fino al 17 giugno 2018 sarà possibile immergersi nel mondo del più grande maestro del Novecento, per scoprire il carico di ricchezza di ogni sua immagine, testimonianza di un uomo consapevole, dal lucido pensiero, verso la realtà storica e sociologica. Quando scatta l’immagine guida che è stata scelta per questa rassegna retrospettiva, Henri Cartier-Bresson ha solo 24 anni. Ha comprato la sua prima Leica da appena due anni, ma è ancora alla ricerca del suo futuro professionale. È incerto e tentato da molte strade: dalla pittura, dal cinema. “Sono solo un tipo nervoso, e amo la pittura.” … “Per quanto riguarda la fotografia, non ci capisco nulla” affermava. Non capire nulla di fotografia significa, tra l’altro, non sviluppare personalmente i propri scatti: è un lavoro che lascia agli specialisti del settore. Non vuole apportare alcun miglioramento al negativo, non vuole rivedere le inquadrature, perché lo scatto deve essere giudicato secondo quanto fatto nel qui e ora, nella risposta immediata del soggetto. Per Cartier-Bresson la tecnica rappresenta solo un mezzo che non deve prevaricare e sconvolgere l’esperienza iniziale, reale momento in cui si decide il significato e la qualità di un’opera. “Per me, la macchina fotografica è come un block notes, uno strumento a supporto dell'intuito e della spontaneità, il padrone del momento che, in termini visivi, domanda e decide nello stesso tempo. Per "dare un senso" al mondo, bisogna sentirsi coinvolti in ciò che si inquadra nel mirino. Tale atteggiamento richiede concentrazione, disciplina mentale, sensibilità e un senso della geometria. Solo tramite un utilizzo minimale dei mezzi si può arrivare alla semplicità di espressione”.

BIOGRAFIA Gli inizi 1908 Nasce il 22 agosto a Chanteloup, Seine-et- Marne. Frequenta il Lycée Condorcet di Parigi. 1926 Studia pittura nello studio di André Lhote. XXXXX Realizza i primi scatti 1930 Trascorre quasi un anno in Costa d’Avorio. 1931 Nella rivista d’arte Arts et Métiers Graphiques vede una fotografia di Martin Munkacsi e decide di diventare fotografo. Primi esperimenti fotografici 1932 Acquista la sua prima Leica e viaggia in Europa con gli amici Leonor Fini e Pieyre de Mandiargues. Prime pubblicazioni su Voilà e Photographies. 1933 Prima mostra presso la Julien Levy Gallery, New York. Le sue foto verranno poi messe in mostra all’Ateneo Club a Madrid. 1934 Si reca in Messico al seguito di una spedizione etnografica. La missione non ha successo, ma Cartier-Bresson decide di fermarsi sul posto. Il cinema 1935 In mostra con Manuel Alvarez Bravo al Palacio de Bellas Artes, Mexico, e un mese dopo alla Julien Levy Gallery, con Walker Evans e Manuel Alvarez- Bravo. Trascorre del tempo negli USA e scopre il cinema, con Paul Strand e il Nykino Group. 1936 Lavora come assistente alla regia di Jean Renoir a La scampagnata e La vita è nostra. 1937 Dirige due documentari; Victoire de la vie, documentario sugli ospedali nella Spagna repubblicana, e With the Abraham Lincoln Brigade, sulla vita dei soldati americani durante la guerra civile spagnola. Realizza anche un reportage fotografico sull’incoronazione di Giorgio VI pubblicato sul giornale Ce Soir. 1938 Dirige, su richiesta del Secours Populaire, un documentario sulla Guerra civile spagnola, L’Espagne vivra. 1939 Collabora con Jacques Becker e André Zvoboda come assistente alla regia di Jean Renoir nel film La Règle du jeu. Gli anni della guerra 1940 Presta servizio con l’unità “Film and Photography” della Terza Armata. Il 23 giugno viene catturato dai tedeschi. 1943 Dopo tre tentativi, fugge nel febbraio 1943. Si unisce al MNPGD (Mouvement National des Prisonniers de Guerre et Déportés), un'organizzazione per aiutare i prigionieri e gli evasi. 1944 Per le Edizioni Braun, realizza una serie di ritratti di scrittori e artisti (Henri Matisse, Pablo Picasso, Georges Braque, Pierre Bonnard, Paul Claudel, Georges Rouault…). 1945 Dirige il film “Le Retour” (The Return), un documentario sul rimpatrio dei prigionieri di guerra e dei detenuti civili. Fotografo professionista 1946-47 Trascorre più di un anno negli USA. Su richiesta di Harper’s Bazaar, viaggia per diversi mesi con John Malcolm Brinnin fotografando artisti e scrittori. 1947 Esposizione Photographs by Henri Cartier-Bresson presso il museo d’Arte Moderna di New York. Con Robert Capa, David Seymour, William Vandivert e George Rodger, fonda l’agenzia Magnum Photos 1948–50 Viaggia in Estremo Oriente per tre anni: segue in India la morte di Gandhi, in Cina gli ultimi sei mesi del Kuomintang e i primi sei mesi della Repubblica Popolare, e in Indonesia per l’indipendenza. Le sue foto vengono pubblicate in tutto il mondo. 1952 Il suo primo libro, Images à la sauvette, viene pubblicato da Tériade, con copertina di Matisse. Prima esposizione in Inghilterra, Photographs by Henri Cartier-Bresson presso l’Institute of Contemporary Arts. 1953 Vacanze attraverso l'Europa. 1954 Pubblica i libri Les Danses à Bali e D’une Chine à l’autre, che segneranno l’inizio della lunga collaborazione con l’editore Robert Delpire. È il primo fotografo ammesso in Unione Sovietica dall’inizio della Guerra Fredda. 1955 Prima esposizione in Francia presso il Pavillon de Marsan al Louvre. Tériade pubblica Les Européens (copertina illustrata da Miró). 1958 Ritorna in Cina per tre mesi in occasione del decimo anniversario della Repubblica Popolare Cinese 1961 Realizza una serie di ritratti per la rivista Queen 1963 Ritorna per la seconda volta in Messico. La rivista Life lo invia a Cuba. 1965 Passa diversi mesi in Giappone. 1966 Ritorna in India. 1967 Su commissione di IBM, lavora al progetto L’Uomo e la Macchina, che diventerà una mostra e un libro. 1968-69 Su incarico del Reader’s Digest, viaggia in Francia per oltre un anno e pubblica il libro Vive la France, che accompagnerà la mostra “En France” realizzata al Grand Palais nel 1970. 1970-71 Dirige due documentari negli USA per la CBS News; Southern Exposures e Impressions de Californie. 1972-73 Ritorna in Russia. Ritorno alla pittura 1974 Termina la collaborazione attiva con la Magnum Photos, che però mantiene la distribuzione dei suoi lavori. Si concentra sul disegno. 1975 Prima mostra di disegni alla Carlton Gallery, New York. 1987 Mostra fotografica The Early Work, al museo d’Arte Moderna di New York. 1988 Il Centre National de la Photographie celebra i suoi 80 anni. Istituzione del premio Henri Cartier-Bresson. 2000 Con la moglie, Martine Franck, e la figlia Mélanie, progetta la creazione della Fondazione Henri Cartier-Bresson, che si prefigge di raccogliere le sue opere e creare uno spazio espositivo aperto ad altri artisti. 2002 La Fondazione viene riconosciuta dallo stato francese come ente di pubblica utilità. 2003 La Fondazione Henri Cartier-Bresson viene inaugurata a Parigi. Retrospettiva De qui s’agit-il? alla Bibliothèque nationale de France. 2004 Cartier-Bresson muore serenamente a Montjustin, Provenza, il 3 agosto








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 07-03-2018 alle 22:59 sul giornale del 08 marzo 2018 - 2094 letture

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