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comunicato stampa

Candidato Sindaco M5S Daniela Diomedi: "L’universo giovanile non è una enclave”

4' di lettura

Appartiene alla comunità, in essa si sviluppa, apprende, “scambia” e da lì decolla verso il futuro. Non amo considerare questo universo a parte, altro da qualcosa o qualcuno ; se una comunità è sana non ce n’è bisogno perché ogni parte è nel tutto. Mi piace pensarlo come parte del tutto, senza cesure o contrapposizioni.

Se trattiamo di mobilità sostenibile (intesa anche come facilità e possibilità di muoversi), di cultura, di scuola, di sport, a chi ci rivolgiamo se non a tutte le componenti della comunità?
Nella nostra visione di città trova spazio l’educazione alla bellezza, alla legalità, il potenziamento del legame tra scuola/università e territorio, la messa in rete dell’intero patrimonio culturale – sia esso “fisico” che immateriale. Ad Ancona deve trovare spazio la creatività e devono essere spalancati i luoghi in cui questa possa esprimersi.
Sulla “Cultura”, abbiamo fatto nostro il decalogo dello storico dell’Arte Tomaso Montanari ; ogni punto è il nostro e su questo costruiremo il percorso di questa città perché cresca e si arricchisca di spazi per fare musica, teatro, per leggere, per studiare. Delle offerte “una tantum” diffidiamo perché c’è bisogno di continuità e di “visione lunga e disinteressata” (vedi decalogo sotto).
Sosterremo lo sviluppo artistico dei talenti emergenti, privilegiando le risorse locali, consentendo l’accesso a TUTTI i contenitori esistenti, assicurandone la massima fruibilità ed apertura oltre che, ovviamente, libertà di espressione.
Saranno promosse ed incentivate le manifestazioni dal vivo: musica di ogni genere, teatro, cinematografia, arti visive, concorsi e mostre, utilizzando anche spazi urbani recuperati identificandoli come piazze d’arte e dei mestieri artistici.
Per sviluppare attività di spettacolo sul territorio saranno censiti online gli artisti, i mestieri d’arte e le associazioni culturali ai quali verranno affidati in concessione i siti indicati dal Comune. Saranno adeguatamente coinvolti i Licei Musicali, Artistici oltre che Scuole Private sedenti in città e organizzate brevi performance artistiche e flash mob in luoghi strategici della città, a sé, per la ri-scoperta dei luoghi, o allo scopo di presentare iniziative comunali più estese comprese quelle rivolte a sviluppare e rinsaldare il legame tra la Città (in senso esteso) ed i suoi artisti, sia emergenti e sia già affermati. Tutte le attività saranno concertate e condivise con chi vive e lavora nei contesti interessati perché ciascuno sia coinvolto e contribuisca ad aumentare il senso di appartenenza.
Ancona ha tantissimi talenti, emergenti o già conosciuti, che non trovano spazio o luoghi; questa Amministrazione ha toccato il suo punto più basso nella chiusura della Scuola Musicale Pergolesi.
L’offerta solo serale “da stordimento”, è riduttiva e, mi si conceda, anche offensiva dell’intelligenza e delle potenzialità che i giovani possono offrire.
Daniela Diomedi
Il decalogo di T. Montanari
1. Costruire spazi e momenti liberi dal mercato: perché la cultura è quella cosa (ormai l’unica) che non ci fa clienti, spettatori, consumatori, ma cittadini sovrani. Recuperare spazi pubblici inutilizzati, non alienarli e metterli invece a disposizione delle associazioni di cittadini che sanno costruire cultura.
2. Tenere aperta almeno una biblioteca fino a mezzanotte, tutte le sere.
3. Non organizzare nemmeno una mostra: ogni volta che viene voglia di farne una, pensare a quanti monumenti del territorio comunale sono chiusi o in pericolo, e provare a salvarne almeno uno, coinvolgendo i cittadini con una campagna di comunicazione.
4. Costruire la politica culturale ascoltando chi sa cos’è la cultura: cioè chi la produce. Non pensare in termini di appartenenza, ma di competenza.
5. Investire in ricerca: anche il più piccolo museo civico, se è abitato da un giovane ricercatore, può diventare un luogo di produzione e redistribuzione della conoscenza.
6. Invitare un giovane artista ad abitare per qualche mese nel territorio comunale, pagandogli l’ospitalità. E chiedendogli di realizzare un’opera d’arte pubblica per la parte più brutta e disagiata del comune: un’opera la cui esatta destinazione e le cui caratteristiche andranno decise almeno in parte attraverso un cammino di partecipazione.
7. Promuovere e finanziare la costituzione di orchestre giovanili di musica classica nei quartieri più degradati e con maggiori problemi di inclusione.
8. Assicurarsi che esista almeno un teatro: se c’è, aprirlo a tutti, con agevolazioni, campagne, programmi di collaborazione con le scuole. Se non c’è, farlo.
9. Diffidare degli eventi, dei festival, delle inaugurazioni, delle una tantum: la cultura ha bisogno di strutture stabili, finanziamenti continui, indipendenza dalla politica, visione lunga e disinteressata.
10. Praticare la cultura in prima persona: un sindaco che trova il tempo di leggere, ascoltare musica, andare a teatro, conoscere un museo sarà un sindaco migliore. Oltre che un essere umano più compiuto: e, forse, più felice.



Questo è un comunicato stampa pubblicato il 06-05-2018 alle 21:50 sul giornale del 07 maggio 2018 - 718 letture