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Parco del Conero: le piante in via di estinzione tornano a vivere nell'area umida di Portonovo

4' di lettura Ancona 25/07/2019 - Il progetto realizzato dal Parco del Conero, con la consulenza scientifica della prof.ssa Simona Casavecchia e del dott. Simone Pesaresi dell'Orto Botanico dell'Univpm (Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali), e finanziato tramite un bando del Servizio Biodiversità della Regione Marche, offre un primo positivo riscontro. Le piante, un tempo estinte e ora riportate nel luogo d'origine, hanno attecchito.

Otto tipi diversi di specie vegetali sono stati piantumati in una zona attigua il Lago Grande di Portonovo, dando vita ad una nuova area umida per il recupero della vegetazione pre-esistente e successivamente manomessa dall'uomo. L'operazione, che ha avuto inizio a ottobre del 2018, sta consegnando i primi risultati con l'attecchimento di alcune delle specie messe a dimora. Infatti è possibile riscontrare che alcune di queste piante hanno reagito positivamente al trasferimento sul terreno di Portonovo, cominciando a crescere e a radicalizzarsi. Operazioni di questo tipo, il più delle volte, hanno bisogno di interventi ripetuti, in quanto i reimpianti non sempre attecchiscono al primo intervento. Nel caso del restauro ambientale dell'area umida di Portonovo, tuttavia, più di una specie ha dato un riscontro positivo.

"Cura della biodiversità, secondo le strategie europee, nella ferma convinzione che sia sempre più importante di fronte ai preoccupanti fenomeni climatici, mantenere i preziosi serbatoi di acqua naturale – spiega l'assessore regionale all'Ambiente, Angelo Sciapichetti - E’ questo l’obiettivo del finanziamento di 48 mila euro assegnate all’Ente Parco regionale del Conero dalla Regione Marche per la realizzazione ed il recupero di ambienti umidi.

Il progetto rinaturalizza l’area dal microclima eccezionale per piante e fauna, riportando il Lago Grande di Portonovo alla sua unicità di acqua salmastra, condizioni ecologiche che sono un unicum per la regione, davvero straordinarie. Con i fondi regionali e la proficua collaborazione dell'Orto Botanico dell'Università di Ancona, sono state realizzate opere di riqualificazione che hanno permesso il recupero della vegetazione originale della zona, la rimozione di piante invasive non autoctone e la piantumazione di essenze vegetali tipiche dell’ambiente salmastro che donano finalmente nuova vita a questa preziosa area umida immersa nel bellissimo paesaggio marchigiano".

Il progetto

L'area del Lago Grande di Portonovo ha subito stravolgimenti importanti per mano dell'uomo con l'allestimento del parcheggio e del camping che per lungo tempo hanno trovato spazio in quella zona. Il risultato è stata la perdita di numerose specie vegetali autoctone che, precedentemente, vivevano rigogliose proprio nel territorio interessato dal progetto di restauro ambientale. L'obiettivo dell'intervento è restituire un'area umida sita tra il nuovo parcheggio e il Lago Grande, dove tornino a crescere quelle specie originarie che un tempo caratterizzavano quel tratto di Baia.

Così le ricerche eseguite dal Parco del Conero insieme all'Orto Botanico dell'Univpm e al prof. Em. Edoardo Biondi hanno reso possibile la compilazione di un elenco delle specie prima presenti, recuperate in alcuni campioni dal Parco del Gargano e trasportate a Portonovo:

Cladium mariscus (L.) Pohl

Carex hirta L.

Carex extensa Gooden.

Schoenus nigricans L.

Juncus littoralis C.A. Mey.

Juncus maritimus Lam.

Erianthus ravennae (L.) P. Beauv.

Bolboschoenus maritimus (L.) Palla

Schoenoplectus tabernaemontani (C.C. Gmel.) Palla

Sonchus maritimus L.

Plantago crassifolia Forssk.

"Un intervento importante che arriva dopo tante alterazioni che si sono succedute nel tempo – commenta il presidente del Parco del Conero, Emilio D'Alessio - il Lago Grande di Portonovo torna pian piano alla sua conformazione originale, allargandosi e introducendo quella che era la sua biodiversità. Inoltre si tratta di un intervento che ha anche permesso di eliminare i parcheggi tra il lago e i ristoranti, con un miglioramento per la fruizione dell'intera zona salutato positivamente dagli operatori. Dunque l'area tra lago e mare, che un tempo permetteva una comunicazione diretta tra i due bacini, ora è di nuovo libera e la situazione ambientale complessiva è in una fase di miglioramento continuo".

Gli interventi Dopo una prima piantumazione sono seguite delle opere di cura colturale e di miglior riposizionamento delle piante. L'avvio delle operazioni è avvenuto durante il periodo di alta marea e nel pieno di una stagione particolarmente piovosa che ha reso i lavori di scavo e successiva piantumazione più impegnativi del previsto. Ma lo sviluppo di questa area umida è favorito dalla morfologia del terreno grazie al terrazzamento delle sponde realizzato, come da progetto, durante l'esecuzione dell'invaso. I terrazzamenti hanno favorito la messa a dimora di specie con caratteristiche igrofile diversificate per fasce in relazione al livello raggiunto dall'acqua a seconda delle maree e delle stagioni.

"L'intervento di ricostruzione dell'area umida presso il Lago Grande rappresenta una buona pratica di restauro ambientale perfettamente in linea con le finalità conservative che i Parchi Naturali dovrebbero perseguire – affermano la prof.ssa Simona Casavecchia e il dott. Simone Pesaresi - Nonostante l'area di intervento abbia subito nel corso degli anni profonde alterazioni che hanno provocato la scomparsa di specie vegetali e animali tipiche degli ecosistemi umidi costieri, confidiamo che nel tempo l'area umida possa recuperare le sue naturali funzioni ecologiche e torni ad essere un ecosistema ospitale per le specie tipiche di questi ambienti".








Questo è un comunicato stampa pubblicato il 25-07-2019 alle 19:46 sul giornale del 26 luglio 2019 - 1901 letture

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